Educare.it - Rivista open access sui temi dell'educazione - Anno XXIV, n. 3 - Marzo 2024

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Una tecnica misura il recupero di coscienza dei cerebrolesi

L’esperienza cosciente può essere interamente generata all’interno del cervello come accade, per esempio, quando sogniamo e siamo completamente disconnessi dall’ambiente esterno. Tuttavia, la nostra valutazione del livello di coscienza di una persona si basa unicamente sulla capacità di quella persona di comunicare con l’ambiente esterno.

Questa discrepanza può assumere particolare importanza nel caso di quei pazienti che, dopo essere sopravvissuti a una grave lesione cerebrale, possono recuperare coscienza senza riprendere la capacità di comprendere, muoversi e comunicare.

Una collaborazione tra il Diparimento di Scienze Cliniche Luigi Sacco dell’Università degli Studi di Milano e il Coma Science Group dell’Université de Liège, in Belgio, ha fruttato un lavoro pubblicato su Brain che mostra come misurando la comunicazione tra le aree cerebrali si possa distinguere a livello individuale i pazienti in stato vegetativo e i pazienti che recuperano un livello minimo di coscienza.

È importante sottolineare che tale misura può essere ottenuta al letto del paziente e non richiede né l’integrità delle vie di senso e motorie né la capacità del soggetto di comprendere o eseguire dei comandi. I risultati del lavoro potrebbero avere delle notevoli ricadute in campo clinico dato che la distinzione tra pazienti VS e MCS può essere tanto difficile da portare a un errore diagnostico che può raggiungere il 40% dei casi.

Nello studio, i due gruppi di ricerca hanno impiegato una nuova tecnica basata sulla combinazione tra stimolazione magnetica transcranica (TMS) ed elettroencefalogramma (EEG) in 17 pazienti gravemente cerebrolesi che hanno mostrato un’evoluzione dal coma verso altri stati clinici.

I risultati di questo lavoro suggeriscono che interrogando direttamente il cervello (con la TMS) per stimare la sua capacità di dialogo interno (con l’EEG) si possono monitorare in maniera efficace i correlati neurali del recupero di coscienza nei pazienti gravemente cerebrolesi e incapaci di comunicare.

Fonte: SaniHelp, 19/01/2012