Educare.it - Rivista open access sui temi dell'educazione - Anno XXIII, n. 9 - Settembre 2023

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Test Invalsi spaventa gli studenti

invalsiE' arrivato il momento del test Invalsi per gli studenti delle seconde classi delle scuole superiori. Si tratta di una prova sulla carta senza valutazione che dovrebbe rilevare le competenze acquisite dagli studenti, indipendentemente da una preparazione specifica.

Tuttavia la realtà è ben diversa, come emerge da un sondaggio del sito Skuola.net, realizzato su un campione di circa 1.400 studenti, secondo il quale tre ragazzi su cinque si sono messi sui libri per affrontare al meglio la prova di italiano e matematica, materie su cui verte la prova.
E non certo, viene sottolineato, per fare bella figura, visto che i professori hanno comunicato al 70% degli intervistati che metterà i voti sul registro in base all'esito del test.
Dunque, fa sapere Skuola.net, un prof su due ha detto ai propri studenti che, al di là del risultato, sarà registrato e farà media, mentre uno su sei ha annunciato 'magnanimamente' che questo succederà solo se la prova sarà andata bene.
Risultato? Tutti a studiare per migliorare il proprio rendimento o, per lo meno, non affossarlo. E in questo modo, anche i professori corrono ai ripari: non a caso migliori saranno i punteggi ottenuti dai propri alunni, migliori saranno anche le valutazioni che loro stessi riceveranno.
Non a caso uno studente su tre si sta preparando grazie ai propri docenti, che stanno proponendo il ripasso dei concetti più importanti, mentre uno su quattro sta provvedendo autonomamente.
Rispetto al passato poi, informa sempre il sondaggio, le intenzioni di contestazione si annunciano meno imponenti: solo uno studente su cinque dichiara che nella propria scuola ci potrebbero essere forme di protesta da parte propria o dei compagni che dovrebbero prendere parte alla prova.

Il sondaggio informa poi che le prove Invalsi non riescono ancora a farsi apprezzare: la maggior parte degli studenti, circa il 70%, infatti, è perfettamente al corrente di cosa rappresenti Invalsi.
Ma poco meno di uno su tre reputa utili le rilevazioni nazionali: infatti c'è chi le considera importanti per capire le differenze tra l'Italia e l'estero in modo da migliorare (circa il 16%), chi invece apprezza il carattere oggettivo del test (circa il 10%), oppure chi lo invoca come un giusto contrappasso per valutare i prof (circa il 4%).
Fra i contrari, il 20% crede che la tipologia a quiz non sia il mezzo migliore per la valutazione.
E ancora più numerosi (uno su quattro) sono coloro che si oppongono al test poiché credono che una prova unica nazionale non possa tener conto dei diversi contesti sociali e scolastici. Da ultimo il Questionario dello Studente: la parte del test facoltativa che presenta domande sulle condizioni personali e familiari preoccupa un ragazzo su quattro, che teme le sbirciatine dei prof e non vuole dare troppe informazioni all'Invalsi. Ma nessun problema per il 47% degli studenti, diversamente da un 28% che si chiede quale sia l'utilità di fornire al sistema certe informazioni.