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- Scritto da Simone Valesini
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È possibile prevedere l’esito di una libera scelta?
L’attività elettrica casuale del cervello nei secondi che precedono una decisioni permetterebbe di prevederne l’esito. Lo dimostra uno studio sul Journal of Cognitive Neuroscience.
Il clinamen di Lucrezio, così come la ghiandola pineale di Cartesio: sono solo due delle molte ipotesi sviluppate nei nel corso dei secoli per cercare di rispondere a un dilemma filosofico fondamentale, ovvero l’origine del libero arbitrio.
Un problema antico, che le neuroscienze sembrerebbero però presto destinate a cancellare. Un nuovo studio del Center for Mind and Brain della University of California di Davis, pubblicato sul Journal of Cognitive Neuroscience, punta proprio in questa direzione, dimostrando che è possibile prevedere l’esito di una libera scelta, in particolare dove un essere umano deciderà di orientare lo sguardo, sulla base dell’attività elettrica casuale del suo cervello nei secondi che precedono la decisione.
Nel loro esperimento, i ricercatori hanno chiesto ad un gruppo di volontari di sedere di fronte ad un monitor, e di scegliere liberamente se spostare lo sguardo a destra o a sinistra ogni volta che un determinato simbolo appariva, a intervalli assolutamente casuali, al centro dello schermo. Mentre i partecipanti erano impegnati in questo “esercizio di libero arbitrio”, i ricercatori registravano le normali fluttuazioni nell’attività elettrica del lorocervello, una sorta di “rumore di fondo” cerebrale, utilizzando unelettroencefalografo.
Osservando i dati raccolti, si sono quindi accorti che lo stato di attivazione in cui si trovava il cervello dei partecipanti nei secondi precedenti alla comparsa del simbolo permetteva di predire se avrebbero guardato a destra o a sinistra. Visto che il simbolo appariva sullo schermo ad intervalli assolutamente casuali, i ricercatori escludono che i partecipanti potessero in alcun modo prepararsi alla scelta che stavano per fare. “È lo stato di attivazione in cui si trova casualmente il cervello nei momenti che precedono la comparsa dello stimolo a decidere se guarderete a destra o a sinistra”, assicura Jesse Bengson, ricercatore dell’università californiana che ha coordinato lo studio.
Nessun libero arbitrio dunque, ma solo processi fisiologici inconsci nel nostro cervello? Secondo Bengson una possibile apertura potrebbe arrivare dalla natura casuale delle fluttuazioni registrate nell’attività elettrica del cervello. Se non altro: “Inserirebbe un effetto casuale, che ci libera dalle semplici leggi di causa ed effetto”, spiega infatti il ricercatore.