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- Scritto da Laura Alberico
Hikikomori, dal 2009 al Gemelli in carico 1500 famiglie
"Giovani dai 9 ai 23 anni con molta rabbia dentro che hanno attivato una crisi nei loro genitori, una crisi che le mamme e i papà non riescono a tollerare. Questi giovani arrivano da noi per la cosiddetta dipendenza da internet, ma i reali motivi sono molto più complessi e hanno radici profonde nelle loro storie affettive. Hanno tutti delle dinamiche un po' disarmoniche". Sono loro l'utenza del Centro Pediatrico Interdipartimentale per la Psicopatologia da Web, presso la Fondazione Policlinico Gemelli di Roma diretto dallo psichiatra Federico Tonioni, intervistato dalla Dire.
"Dal 2009, quando abbiamo cominciato questa attività, abbiamo preso in carico circa 1500 nuclei familiari. E' importante non creare allarmismi - afferma il medico- e soprattutto non confondere quelli che sono dei processi evolutivi anche auspicabili. Siamo passati velocemente all'idea di pensarli come dipendenti da internet - prosegue Tonioni - a ragazzi portatori di una psicopatologia web mediata, dove il sintomo principale non è mai iperconnessione, che negli adolescenti è quasi un diritto, ma è il ritiro sociale con abbandono della scuola e tante ore a giocare al gaming soprattutto".
Loro vivono al di quà dello screening digitale. "E' una barriera contro stimoli emotivi insopportabili - spiega lo psichiatra - basti pensare che con una webcam non riusciamo ad arrossire. Abbiamo uno stato di tensione quando comunichiamo su skype con qualcuno, ma questa tensione non diventa comunicazione all'altro perchè non passa per il corpo. Sono ragazzi senza pelle. Il ritiro sociale si innesca perchè non si reggono i contatti emotivi dal vivo. Non dobbiamo dimenticarci che peso hanno le emozioni nei vissuti degli adolescenti e dei bambini. Gli adolescenti e i bambini possono, nei casi dove c'è una fragilità costituzionale alle spalle, addirittura sentirsi andare in pezzi. Il gaming compulsivo ha la funzione di fargli mantenere l'unico equilibrio possibile. In questo senso il gaming sparatutto è un detonatore di rabbia. E' come respirare con una cannuccia quando si è sott'acqua. E' qualcosa di indispensabile, come gli elementi di dipendenza patologica sono tutte scelte obbligate mai consapevoli, dove ci può essere un'alternativa", precisa Tonioni.
I genitori di questi ragazzi hanno difficoltà di vario tipo. "Fare un figlio significa avere a che fare con una immagine ideale di noi stessi, come vorremmo essere. Molto spesso questa nostra necessità di far diventare i figli come avremmo voluto noi seda tanti nostri sensi di colpa. Questo mi fa dire sempre più spesso che la distanza più pericolosa dai nostri figli sono i nostri sensi di colpa inconsapevoli. Lo dico anche da padre - conclude lo psichiatra - esattamente come credo che sia la fiducia la distanza più sana con gli adolescenti, mai il controllo".
Fonte: Newsletter Psicologia - Dire, 10 /7/2018