- Categoria: L'AltraNotizia
- Scritto da Laura Alberico
Ad occhi aperti, per educare
La notizia di una ragazza interrogata in DAD dalla sua insegnante che le ha imposto la benda ha sollevato molte perplessità e anche indignazione. Siamo di fronte a una distorsione del rapporto educativo che dovrebbe, sempre e comunque, basarsi sul rispetto reciproco che non è mai fine a se stesso ma contempla empatia, vicinanza e, soprattutto in questo periodo molto difficile per i ragazzi, la necessità di conservare il buonsenso e l'equilibrio. Certamente il rapporto educativo non è mai paritario, il docente riverste un ruolo di "superiorità" perchè è colui che trasmette conoscenze e sapere, ma non per questo, per un formalismo esagerato, si rende necessario ricorrere a bende sugli occhi per scongiurare copiature o supporti utili per rispondere correttamente alle domande.
Da sempre si sostiene che gli occhi sono lo specchio dell'anima, delle emozioni e dei sentimenti che possono trasmettere messaggi non sempre esprimibili a parole. Chiudere gli occhi o, come in questo caso, imporlo, significa alzare le barriere della comunicazione, un atto di sfiducia e negazione dell'intersoggetività, quella condivisione che oggi è più che mai necessaria e vitale per sentirsi tutti uniti. Mai come in questo periodo bisogna aprire, anzi spalancare gli occhi sulla realtà ma anche sul mondo dei giovani che hanno vissuto e vivono la mancanza di relazioni sociali importanti per la loro crescita personale. Educare significa farsi carico di questo, guardarsi negli occhi con semplicità e accoglienza senza alzare ulteriori barriere e limitazioni della libertà, quel volo di fantasia e di sereno ottimismo che, più delle nozioni impartite, riesce a dare energia e significato alla vita.
copyright © Educare.it - Anno XXI, N. 4, Aprile 2021