Educare.it - Rivista open access sui temi dell'educazione - Anno XXIII, n. 9 - Settembre 2023

Otto anni, 8 anni provocatorio ed irrispettoso

bambino ribelleSono la nonna di un bambino di 8 anni che se posto di fronte ai no risponde provocatoriamente: "chi se ne frega, siete matti, voi siete anziani non capite niente, io lo so, parolacce, è divertente farvi arrabbiare, che schifo...".

Inoltre quando si arrabbia il suo comportamento si manifesta in calci, pugni, sberle, pizzicotti... verso gli altri e finisce per prendersele, ma le sue reazioni sono "Non mi fai paura!" e si chiude in camera.

Si comporta così con i nonni, con gli altri adulti della famiglia, con i conoscenti, meno con le figure maschili. Anche a scuola manifesta comportamenti di derisione nei confronti delle maestre che si sono più volte lamentate con la madre.
Sembra un bambino molto arrabbiato che non riesce a gestire la rabbia e la tramuta in azioni, se cerco di parlargli quando è calmo dopo il comportamento inadeguato mi liquida con "sono smancerie, uffa , la solita storia e si allontana". Anche la madre è in difficoltà, inoltre con lei è una lotta continua per i compiti che finiscono con scenate, pianti e punizioni.

Il bambino si alza continuamente, salta, scivola sotto il tavolo, si distrae, racconta bugie: "la maestra ha detto che non si deve fare questo compito..., non voglio fare i compiti, non serve studiare, li faccio domani ...".
Anche giocando collabora poco con gli altri bambini, lui è sempre il capo che decide, o si gioca come preferisce lui oppure si allontana e gioca da solo. Sembra annoiarsi in fretta, è irrequieto, inizia un gioco e lo abbandona presto per passare ad un altro. Inoltre gli piace giocare con i trucchi e i vestiti femminili e non sappiamo se assecondarlo in questo oppure distrarlo con altre attività.
Ringrazio anticipatamente.
Una nonna sofferente 

 

Gentile signora,

dalla sua esposizione si denota una oppositività del bambino nei vostri confronti: per ogni richiesta da parte vostra la sua risposta è no. Questo tipo di comportamento può essere  dettato da una forte rabbia, che suo nipote manifesta anche a scuola tant'è vero che le maestre si sono lamentate con la madre.

L'aggressività è un impulso da educare e se mal gestita può diventare energia distruttiva per sè e per gli altri. L'aggressività eccessiva influisce negativamente sulla qualità di vita e sullo sviluppo sociale ed emotivo del bambino. Il rischio per il vostro bambino è che l'aggressività, in quanto energia, possa diventare patologica e favorire la formazione di disturbi quali il comportamento oppositivo-provocatorio.

I bambini con comportamento oppositivo-provocatorio mostrano un atteggiamentoaggressivo- distruttivo, disobbediente, provocatorio e ostile verso le figure a lui più vicine. Il bambino spesso è arrabbiato, rancoroso, dispettoso e vendicativo, litiga con gli adulti, sfida le regole e si rifiuta di rispettarle, accusa gli altri per i propri errori. 

Tenga presente che gli anni dello sviluppo sono contrassegnati da un crescente senso di individuazione e di autonomia: di conseguenza l'ostinazione sino ai sei anni è normale. Se oltre ai sei anni supera certi limiti si può pensare ad un disturbo oppositivo-provocatorio.

Nella sua descrizione non mancano elementi che fanno pensare all'iperattività, che consiste in un aumento dell'attività motoria, in un'irrequietezza che è ben diversa dalla vivacità. L'iperattività si manifesta attraverso comportamenti come il non riuscire a star seduti o attenti per qualche minuto. Ciò può interferire negativamente sull'apprendimento e quindi sul rendimento scolastico, sull'autostima e sulla motivazione allo studio.

In mancanza di un intervento adeguato per il bambino potrebbe diventare normale comportarsi in questo modo, fino a sviluppare già in pre-adolescenza problematiche antisociali.

Vi consiglio di aiutare il  bambino ad educare questa aggressività prorompente soprattutto a livello familiare. L'esempio che voi date è importantissimo. L'intervento dei genitori verso i comportamenti ostili, aggressivi, di rabbia del bambino rivestono un ruolo fondamentale. Se questi comportamenti vengono repressi, ignorati o gestiti in maniera aggressiva da parte dei genitori (ad es., uno schiaffo o urla), il bambino non comprende come gestire i propri impulsi e si sente ancora più confuso o smarrito. Importantissimo è il clima che si respira in famiglia: i genitori sono un esempio da cui apprendere, quindi diventa importante ciò che il bambino vede in famiglia.

Se la mamma ed il papà non riescono a trovare una linea educativa definita nella gestione di questo bambino, vi consiglio di cercare il supporto di uno specialista.

Per  ogni ulteriore chiarimento, non esiti a contattarmi nuovamente.

 


copyright © Educare.it - Anno XV, N. 1, Gennaio 2015

 

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