- Categoria: Aggressività ed autoaggressività
- Scritto da Paola Marchionne
Comportamenti strani a 30 mesi
Sono la zia di un bimbo, Alessandro, di 2 anni e 10 mesi, figlio di mia sorella.
Da circa quattro mesi, Alessandro ha cominciato ad avere comportamenti molto strani, sui quali vorrei la vostra consulenza. Quando i comportamenti "strani" sono cominciati, mia sorella era all'ottavo mese di gravidanza. Il fratellino Antonio ora ha tre mesi e mezzo. Dunque, quattro mesi fa Alessandro ha cominciato a svegliarsi di notte e a fare una sequenza di movimenti ripetuti: si metteva inginocchio, poi appoggiava la testa sul cuscino, poi si tirava su in piedi, poi rideva e infine si buttava giù sul letto. Almeno per il primo mese il bimbo ripeteva questo "gioco" quasi tutte le notti, a volte anche per 6-7 ore senza interrompersi. Visto che lo faceva solo di notte, un primo medico generico che è stato consultato ha supposto che si potesse trattare di sonnambulismo.
Tuttavia, nei mesi successivi il bimbo ha avuto simili manifestazioni anche durante il giorno, nella maggior parte dei casi però solo per periodi di tempi più brevi, per circa mezz'ora o un ora. Solo una volta, durante un week-end è capitato che il bimbo abbia ripetuto il suo strano gioco per due giorni consecutivi quasi tutto il giorno. Nel corso del tempo la sequenza ripetuta dal bimbo è cambiata, trasformandosi in una specie di gioco durante il quale il bimbo si muoveva avanti e indietro, saltava, correva, e a volte anche parlottava. Ciò che contraddistingue questi momenti è il fatto che il bimbo entra come in una sua dimensione, ha l'aria assente, e i movimenti ripetuti sono spesso accompagnati da strane contrazioni con il volto (tira fuori la lingua, fa smorfie e strizza gli occhi). Poi, da un paio di mesi le manifestazioni descritte si sono molto diradate e anche la loro durata era molto limitata, a volte anche solo qualche minuto. Durante l'ultimo mese, passato in montagna, invece, il bimbo ha ripetuto i comportamenti (accompagnai da smorfie) quasi tutti i giorni al mattino appena sveglio o la sera prima di addormentarsi, mentre durante la giornata tutto si svolgeva normalmente. E' importante notare che, mentre ripete questi comportamenti, il bimbo, sebbene sembri in un'altra dimensione, non perde il contatto con la realtà. Ad esempio, se suona il telefono lui va a rispondere, però poi ricomincia. Se lo si chiama, lui risponde. Un'altra cosa importante è che il bimbo raramente ha fatto questa sequenza in presenza di persone diverse dai genitori. Mi è capitato di entrare in camera sua mentre lo stava facendo, ma appena mi ha visto il bimbo ha smesso, mi ha accolto con gioia e mi ha proposto altri giochi da fare insieme. Lo stesso capita con la nonna materna. In un episodio particolare, il bimbo dormiva in una cameretta con la nonna materna, a cui è molto legato. La mattina si è svegliato e ha cominciato a fare lo "strano" gioco. Quando la nonna lo ha guardato lui ha smesso. Poi la nonna gli ha chiesto: "Alessandro, stai facendo un gioco? Vuoi che mi giri e che non ti guardi?", il bimbo ha risposto di si, la nonna si è girata e lui ha ricominciato. Subito dopo però la nonna gli ha proposto un altro gioco da fare insieme in cucina e lui l'ha seguita, interrompendo del tutto il suo gioco.
I comportamenti descritti sono apparentemente le sole anomalie del bimbo, che ha uno sviluppo di movimenti e parola del tutto normale per la sua età. Si muove bene, parla bene, va all'asilo, sembra essere molto sveglio. Con le persone adulte il bimbo si relaziona molto bene. Con i genitori, con me, sua zia, e anche con i nonni è molto affettuoso e ricerca baci e abbracci e non rifiuta assolutamente il contatto visivo. Abbiamo però notato che a volte quando il bimbo sta facendo una cosa può essere molto assorto e può essere difficile ottenere la sua attenzione. Capita che per avere una risposta ad una domanda bisogna ripeterla tre o quattro volte. Benché sia un po' timido non presenta particolari problemi con gli altri bambini, ha due cuginette di 3 e 4 anni con cui gioca volentieri. In montagna il bimbo ha giocato con il figlio di un'amica di mia sorella. Tuttavia Alessandro ignora completamente il fratellino che ora ha 3 mesi, si comporta come se non esistesse. Mia sorella mi ha anche detto che Alessandro sembra rifiutare il contatto fisico con il suo piccolo fratellino.
Abbiamo tutti pensato che si possa trattare di un problema legato alla nascita del fratellino e a gelosia nei confronti della mamma. Vi sarei grata se poteste darmi un vostro parere.
Gentile e premurosa zia,
la sua esposizione della situazione di suo nipote mi fa molto pensare. Per questo le premetto anzitutto di rivolgersi ad una specialista specifico, uno psicologo esperto in età evolutiva precoce, di stampo comportamentale, oppure ad un neuropsichiatria infantile. Tutto ciò non per allarmarla ma per poter andare veramente a fondo nella decodifica di questo comportamento infantile apparentemente di così difficile interpretazione. Tentativo che, fra l’altro, potrebbe essere destinato a fallire perché il bambino è ancora molto piccolo ed il comportamento potrebbe svanire prima di essere stato decriptato: nei soggetti così giovani infatti, che non sono in grado di esprimersi e comunicare completamente, perlomeno di volerlo fare, districare il bandolo di una matassa è assai complicato.
Quello che proverò a fare io, pertanto, è provare a ragionare con lei su alcuni aspetti della situazione di Alessandro.
Innanzitutto cerchiamo di dare un nome più esatto di "comportamenti anomali" a quello che il bimbo fa: ciò che va tenuto sempre bene a mente è che si tratta, appunto, di un COMPORTAMENTO, di un prodotto di una dinamica interna (seppure probabilmente scatenata da fattori esterni) e che non va assolutamente identificato con la persona di Alessandro. Cioè: Alessandro fa, e NON è… strano.
Dunque: quelli che Alessandro compie, spostamenti e smorfie, sembrano dei comportamenti RITUALISTICI. I RITUALI o RITI sono dei grandi amici del bambino nella prima infanzia: vengono scambiati per abitudini ma non è esattamente così. Sono momenti e modalità che accompagnano altri momenti, anche consueti, di vita del bambino: per esempio il modo di salutare i genitori quando viene lasciato a scuola, oppure il bacio o la favola della buonanotte. Mai saltarli, mai invertirli con altri, mai cambiarli! Perché il bambino piccolo può andare letteralmente in tilt, per il "semplice" motivo che questi rituali si ripetono fedeli nel tempo per condurre il piccolo attraverso momenti piacevoli o meno, specialmente se legati alle occasioni di distacco dai suoi. In poche parole, il bimbo ne trae sicurezza, e anche consolazione.
Pensiamo, infatti, al vezzo di succhiarsi il dito: il bambino comincia a farlo fin dal ventre materno, ormai è certo, e, nella vita neonatale ed oltre, è un modo per confortarsi, addormentarsi, coccolarsi, trarre piacere, sentirsi e comunicare che è ancora piccolo. E, attenzione, anche ciucciarsi il dito è una cosa che emerge di notte, istintivamente, senza programmazioni. Però non allarma nessuno.
La differenza infatti fra quest’esempio (c’è anche chi si culla con sfioramenti del corpo, chi si arriccia i capelli, chi pizzica il collo della mamma, chi non si separa dall’orsacchiotto) e il comportamento di Alessandro è che quest’ultimo è molto, moltissimo articolato.
Una linea di demarcazione MOLTO generale fra i comportamenti ritualistici e "altro" è lo sfociare di questi (molto spesso, purtroppo, il degenerare) in comportamenti parassitari e/o ossessivi, compulsivi, cioè che si ripetono con una certa scansione e sono assolutamente irrefrenabili.
Quello di cui sono sicura è che Alessandro compie i suoi rituali per.. darsi qualcosa, per rassicurarsi o per allontanarsi dalla realtà: ma cosa c’è nella realtà che lo porta a compiere il suo rituale, che potrebbe anche essere tutto suo, particolare e stravagante quanto si voglia, ma del tutto innocente?
E cosa lo ha portato dal profondo mondo dei sogni alla realtà diurna?
Si parla della nascita del fratellino, di gelosia: potrebbe essere. Assolutamente secondario può essere il fatto che Alessandro ignora il piccolo di 3 mesi (siamo onesti: quali attrattive volete che abbia per lui?) e che spesso è profondamente distratto. Vedrete quando sarà più grande e vi farà venire voglia di comprarvi un megafono perché sarà (normalmente, evolutivamente e tatticamente) assorto in un tutt’altre cose dai vostri richiami.
Un altro fattore che non possiamo assolutamente ignorare è l’effetto che il comportamento di Alessandro ha sugli altri e che lui si è SICURAMENTE preoccupato di registrare: è una realtà inevitabile ed incrollabile, infatti, che tutti noi, e specialmente i bambini piccoli, ci comportiamo in un dato modo per avere in cambio qualcosa. E ad un bambino piccolo anche lo sconcerto degli altri può dare grande soddisfazione, per avere attenzioni e sentirsi al centro del mondo, anche se questo può significare non essere capito.
E per capire, come vi ripeto, secondo me ci vuole un esperto in tali interpretazioni che osservi il bambino, le sue dinamiche familiari e assuma i maggiori dettagli possibili.
copyright © Educare.it - Anno III, Numero 4, marzo 2003