- Categoria: Capricci e ribellione
- Scritto da Vincenzo Amendolagine
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Crisi isteriche a tre anni
Gentili signori, vi scrivo per avere aiuto nell'interpretare le crisi isteriche che ogni tanto mette in atto mia figlia di tre anni.
Sono preoccupata perché partono per un nonnulla e si manifestano con una veemenza che mi fa pensare non si tratti di semplici capricci ma di un disturbo neurologico o comportamentale. Un esempio di oggi: la bimba era in auto nel suo seggiolino e quando ha visto che ho acquistato una confezione di fazzoletti di carta ha voluto giocarci. Ha aperto l'involucro di plastica e inevitabilmente qualche pacchetto è caduto a terra. Da lì l'inferno di urla e singhiozzi affinché glieli raccogliessimo. Il papà che guidava ne ha raccolto uno ma lei lo ha scacciato via, allora le ho detto che entro pochi minuti saremmo giunti a destinazione e avremmo potuto raccoglierli insieme, noi sempre calmi e lei invece inconsolabile. Dopo una decina di minuti finalmente ci siamo fermati e il papà le ha offerto un sorso d'acqua perché era tutta sudata per il pianto ma lei lo ha di nuovo rifiutato con stizza. Sono riuscita a calmarla raccogliendo i pacchetti e dicendole che andava tutto bene (a volte ci riesco io a volte mio marito, non è sempre uguale) ma sono avvilita perché mi rendo conto che quando decide di perdere il controllo noi non possiamo fare nulla per evitarlo.
Mi dico che può essere la stanchezza, il carattere un po' difficile, il desiderio di autonomia, ma nessuna di queste risposte mi soddisfa veramente perché noi cerchiamo sempre di essere pazienti e calmi per arginare la sua ira incontrollata, consapevoli del fatto che se perdiamo la calma anche noi è finita! ma sembra non servire a niente. Lei in quei momenti non capisce più quello che vuole, entra in una sorta di loop di capriccio da cui non riesce a emergere, una volta mi ha detto: "non riesco a calmarmi".
Al di fuori di questi episodi è molto solare, ama stare coi bambini, va all'asilo e passiamo molto tempo insieme perché lavoriamo part - time quindi non capisco proprio quale sia il problema. Il suo cattivo umore lo manifesta soprattutto appena sveglia e da alcuni mesi ha smesso di fare il pisolino pomeridiano, ci può essere un collegamento con una certa difficoltà a riposare? Forse da neonata ho risposto troppo presto alle sue richieste impedendole di maturare la capacità di sopportare piccole frustrazioni? Eppure quando è in "buona" aspetta pazientemente se siamo in fila, si trastulla se facciamo un viaggio lungo in auto o se siamo al ristorante, si rassegna se al supermercato le dico che non possiamo comprare un determinato giochino o comunque fa capricci molto moderati e gestibili. La sua isteria parte con dei pretesti incomprensibili che mi fanno pensare a qualcosa diverso dal capriccio e vorrei imparare qualche metodo per aiutarla a calmarsi quando partono queste crisi. Grazie infinite per l'attenzione.
Gentile Signora,
comprendo la situazione e la problematicità degli eventi descritti. Come lei dice, la bambina manifesta “un carattere un po’ difficile” e, probabilmente, questo potrebbe essere uno dei fattori alla base delle crisi. Nei bambini esistono delle differenze relative alla regolazione delle emozioni. Queste diversità dipendono da numerose variabili, in primo luogo dal temperamento, che è una componente biologica innata.
A questo riguardo, due ricercatori americani, Thomas e Chess (1977), hanno studiato un certo numero di bambini dalla nascita fino ai 10 anni. Le loro osservazioni hanno permesso di suddividere i piccoli in tre categorie temperamentali, ovvero i bambini facili, difficili e lenti a scaldarsi. I primi sono quelli che amano le novità, reagiscono bene ai cambiamenti, si adattano abbastanza facilmente ai nuovi stimoli e per la maggior parte del tempo sono di buon umore. I bambini difficili sono esattamente il contrario, cioè respingono le novità, sono molto suscettibili ai cambiamenti, ai nuovi stimoli, sovente sono di cattivo umore. I piccoli lenti a scaldarsi sono quelli che inizialmente sembrano bambini difficili, ma che successivamente mostrano le caratteristiche di quelli facili.
Inoltre, i bambini nel corso dello sviluppo apprendono la competenza emotiva, che è fatta anche di regole di minimizzazione e di massimizzazione. Quando, per esempio, sono in compagnia dei coetanei minimizzano le loro emozioni: infatti, difficilmente piangono. Al contrario, quando sono in compagnia di adulti per loro significativi, di cui cercano di attirare l’attenzione, massimizzano le loro reazione emotive, facendo capricci che appaiono privi di senso e fuori misura.
D’altra parte, all’età di sua figlia si fa più pressante la dialettica fra disobbedienza e obbedienza. La strutturazione della disobbedienza - obbedienza passa attraverso diversi stadi, che vanno dal rifiuto semplice alla sfida con l’adulto per arrivare, poi, alla negoziazione, cioè il minore si attiene alle regole imposte dall’adulto in cambio di qualcosa.
In ultimo, è da considerare la tolleranza alla frustrazione. I bambini transitano dal principio di piacere, che si compendia nel motto “tutto e subito”, al principio di realtà. Nello specifico, grazie all’intervento dei genitori e degli educatori, i piccoli imparano a differire nel tempo il soddisfacimento dei propri bisogni, grazie all’acquisizione del principio di realtà.
Alla luce di queste riflessioni, le consiglio di soprassedere nei momenti di maggiore criticità (ignorare i capricci dei bambini, cosa che richiede grande pazienza da parte dell’adulto, è il modo migliore per farli stemperare) e di intervenire fra una crisi e l’altra, attraverso dei piccoli dinieghi ad alcune richieste della bambina, che servono a far accettare maggiormente le frustrazioni e che possono aiutarla a crescere, avviandola, così, ad accogliere con più serenità i limiti che la realtà le porrà nel corso dello sviluppo.
copyright © Educare.it - Anno XVI, N. 2, Febbraio 2016
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