Educare.it - Rivista open access sui temi dell'educazione - Anno XXIII, n. 9 - Settembre 2023

  • Categoria: Rapporto con il cibo
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Bimba di 3 anni: rapporto con compagni e cibo

bambino-rapportiSono la mamma di 2 bimbi. La prima da 3 anni e 3 mesi e da settembre frequenta la scuola materna. Il secondo ha 10 mesi. Vorrei chiedere un consiglio su due argomenti.
1) L'inserimento della bimba a scuola è stato abbastanza facile. E' una bimba molto socievole e aspettava da tanto di poter andare a scuola per giocare con altri bimbi. Nella sua classe c'è anche un bimbo che conosce praticamente da quando è nata perché figlio di una mia amica. Per questo, anche in passato, hanno spesso giocato insieme. Da quando sono a scuola, la maestra spesso mi riferisce che la mia bimba si fa molto influenzare, nel comportamento dal suo amichetto, che, in sua presenza, copia comportamenti che, se da sola, non ha. Non so come comportarmi in questa situazione. Ho ripreso la bambina, invitandola a non avere i comportamenti riferiti a scuola, ma non so come comportarmi circa il rapporto della mia bimba con l'altro bimbo.
2) Da un po' di mesi la mia bambina mangia veramente poco. Lo so, questa cosa dalle mamme la sentite raccontare veramente spesso. Da quando è iniziata la mensa a scuola, a pranzo mangia lì e spesso mi dice che vuole mangiare solo a scuola. Ma non è che mangi tutto neanche lì. Spesso torna a casa chiedendomi di fare merenda. Io cerco di farla aspettare fino all'ora giusta e a merenda devo dire che mangia abbastanza, anche se preferisce merendine e dolcetti. E' molto decisa: se dice che non vuole assaggiare non assaggia quello che viene proposto. La sera spesso salta la cena e alcune volte anche perché, non dormendo più dopo pranzo, crolla prima di cena. Vorrei capire come comportarmi nel modo migliore: lasciare che scelga quello che vuole mangiare pur di farla mangiare, rischiare che non mangi ma tenendo fermo il fatto che si mangia quello che viene preparato? Spesso mi chiede di mangiare quello che mangia il fratello... lo assaggia e, come è giusto che sia, non lo mangia. Cerco di coinvolgerla nella preparazione dei cibi: la cosa le piace, ma non la spinge ad assaggiarli.
Aspetto con ansia suggerimenti in merito.




Gentilissima mamma,
esiste un bellissimo film che parla di figli in cui, ad un certo punto, si dice : "Per poter sbocciare e crescere, un fiore ha bisogno di spazio".
Credo che il punto focale di questa consulenza sia, signora, quello di aiutarla ad ampliare lo sguardo sulla sua bambina, invece di preoccuparsi molto di un paio di comportamenti vissuti come problematici.

Partiamo, come ha fatto lei, dal primo punto: il rapporto con l'amichetto storico.
Non è molto chiara la tipologia dei comportamenti che la bimba copia da lui. Certo che, se le maestre lo segnalano, evidentemente si tratta di comportamenti non positivi: magari corrono, o vanno su di giri quando non dovrebbero, immagino.
Anche se l'inserimento è andato bene, il legame precedente con l'amichetto ha la sua importanza; anzi, forse il fatto che siano stati inseriti insieme ha favorito una minore traumaticità nel distacco dai genitori, perché nel nuovo contesto della scuola dell'infanzia sussisteva un legame noto, quasi familiare.
Comunque io starei, con la bimba, sulla censura di alcuni comportamenti, riportandoli alle regole e non al bambino: se a scuola non si deve correre, per esempio, sua figlia non deve correre perché le maestre hanno stabilito così e lo hanno condiviso con i bimbi. E', cioè , una regola condivisa. Sua figlia, quindi, non lo deve fare e basta, non è primario che lo faccia per imitazione.
Questo, casomai, è un dato più personale: il rimedio immediato e più funzionante è di allargare la cerchia relazionale della bimba permettendole di conoscere ed "analizzare" altri modelli fra i pari e sperimentare il sapore di relazioni diverse, con altri bambini e bambine.
Tutte le cristallizzazioni, infatti, anche quelle relazionali, possono avere effetti non positivi: intanto apprezziamo il bimbo che ha facilitato l'inserimento di sua figlia; ora però è momento di farsi anche nuovi amici/e.

Veniamo al secondo punto: il rapporto col cibo, perché sempre di rapporto si tratta.
Non capisco bene se la bimba non sia mai stata entusiasta del cibo e ora, furbescamente, stia cercando di trovare il modo di nutrirsi una sola volta al giorno. D'altra parte la fame ce l'ha, perché gradisce la merenda, anche se l'accenno ai dolcetti mi insospettisce. Però, povera, crolla poi prima di cena perché avrebbe ancora bisogno del riposino pomeridiano.
Farei così: innanzitutto, la cosa che più conta è che non sia digiuna e non lo è. Le farei fare una bella merenda aggiungendo frutta e yogurt con dei cereali, magari biscotti fatti in casa (tanto siete bravissime a prepararli insieme!) così, almeno, quando crolla prima di cena non ha il pancino vuoto. Finchè dura così, perché poi sarà sempre più fresca anche senza riposino, le faccia fare anche una bella colazione con cose sostanziose e non prodotti confezionati.

Infine, noto tante sfumature nel suo racconto intorno a questo fiorellino: la scuola è iniziata veramente da poco, siamo solo a novembre; e inoltre c'è un fratellino, anche lui arrivato da poco. Di fatti la bimba mostra interesse per gli alimenti di quest'ultimo che poi non vuole, perché ne conosce altri che le piacciono di più e sta crescendo, non vuole tornare piccola ma vuole attenzioni: quindi non la insegua per farla mangiare, l'importante è che si nutra, poco o tanto non conta, conta la serenità, se no le si blocca lo stomaco.
Riguardo il numero di pasti le racconti che il nostro corpo è fatto come una macchinina che, dopo usata, finisce la benzina, quindi ha bisogno nuovamente di fare il pieno; dobbiamo poi usare la benzina giusta, perché quella troppo pesante (i dolci) in realtà ci gonfia e ci stanca, ci toglie la voglia di tutto il resto, quindi dobbiamo mangiare qualcosa di stuzzicante insieme ad altre cose.


 copyright © Educare.it - Anno XIV, N. 1, gennaio 2014