- Categoria: Problemi al Nido/Scuola dell'Infanzia
- Scritto da Paola Marchionne
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Bimbo fastidioso e manesco
Sono la mamma di Matteo, un bambino che ha compiuto da poco 3 anni. Ha iniziato l'asilo a settembre, ma già da qualche mese ho notato che quando gioca con gli altri bambini gli infastidisce, toccandogli, punzecchiandoli, e certe volte spingendoli. La maestra dell'asilo mi dice che è birichino e manesco. Non so proprio come comportarmi. Gli ho tolto i cartoni da ieri e le sue macchinette preferite ma non mi sembra che la cosa lo tocchi particolarmente. Forse sono troppo rigida? Non capisco.
Spero in una sua risposta. Cordiali saluti.
Cara mamma di Matteo, salve!
Le notizie che ci manda sulla situazione del suo bambino sono un po’ scarse, quindi mi limiterò a rispondere in termini generali. Questo anche e soprattutto perché il quadro da lei descritto è facilmente appaiabile a quello di molti bambini che hanno iniziato da poco a frequentare la scuola materna.
Parto comunque da alcune domande che potrebbero aiutare in una riflessione indagativa più specifica su questo piccolo: ha frequentato il Nido? Ha fratelli? Ce ne sono in arrivo? Che rapporto fisico ha coi genitori (tocca con forza anche loro, per esempio? Lo fa sempre? Lo fa quando è arrabbiato?)?
Le risposte a queste domande ci sarebbero d’aiuto infatti per valutare: il suo stato di socializzazione, il suo universo affettivo, diversi aspetti del suo mondo emotivo, il legame fra questo e la sua fisicità.
D’altro canto però, e qui torniamo su un piano generale, essendo la socializzazione di un bambino di 3 anni (se capisco bene, infatti, mi sembra di poter dedurre che i 3 anni non sono stati compiuti da molto; importante è anche l’età in mesi, cioè da quanto ha compiuto i 36) è ancora agli albori, soprattutto perché spinta, in questa specifica età, da un rapporto col distacco dai genitori sentito in maniera molto importante a livello relazionale – affettivo.
Quest’ultima potrebbe essere una delle motivazioni che potenzialmente può portare il bambino, seppure incuriosito dagli altri (compagni e nuovi adulti) a introdurre nell’interazione con loro una maggiore fisicità.
Un altro fattore potrebbe banalmente essere di abitudine, o di educazione: è “manesco” anche a casa? Con qualcuno in particolare? Come reagiscono i genitori quando lui è un po' “pesante”?
Un altro, e qui un po’ mi ripeto, è l’età: più il bambino è “piccolo” è più il suo accesso alla istintualità (“Vorrei spingerti e ti spingo”) è facile e va filtrato ed educato.
Da qui passo ai possibili rimedi: il primo, secondo me, è quello di ascoltare bene la scuola quando ci dice: “E’ birichino e manesco”. Cosa significa questa frase? E’ un segnale, un semplice richiamo, un commento simpatico ma che non manifesta nulla di grave, o è una richiesta di intervento e di aiuto da parte della famiglia della serie “Lavoriamoci insieme”? Se il nostro caso è quest’ultimo, la mamma deve esigere la migliore spiegazione e contestualizzazione possibile e poi concordare una strategia comune con le maestre di modo che la stessa sia il più possibile efficace.
Infatti, togliere dopo, a casa, cartoni o macchinine perché la mattina Matteo ha spinto o infastidito qualcuno potrebbe risultare per il bambino stesso un po’ scollato e scollegato, portarlo a non capire ed aumentare il suo eventuale risentimento e la sua frustrazione.
Io credo invece che una buona cosa possa essere quella di portare il bambino a riflettere, a farlo sedere un attimo quando fa qualcosa di fastidioso, riportarlo alla mamma alla fine della giornata e presentificare la mamma e casa nel momento della riflessione; viceversa farà la mamma a casa, dicendo al bambino: “Oggi a scuola mi hanno raccontato che... mi racconti tu cosa è successo? “ sentendo cosa hanno fatto a scuola per porre un rimedio e mettendosi sulla stessa linea.
Non so se togliere i cartoni o le macchinine possa essere il rimedio adatto: parlarne, invece, magari fare qualche letturina insieme su un bimbo che a scuola si comporta come lui, potrebbe essere molto proficuo. Anche per elevare il piano di questo bambino all’uso del ragionamento piuttosto che delle mani.
Infine, mi lasci chiudere sulla sua domanda finale, che mi fa tanta tenerezza: lei chiede “Sono troppo rigida?”.
Signora per carità! A lei si sta profilando sempre di più (perché suo figlio sta ormai frequentando una piccola società di simili e non solo) la necessità di educare. Ma fra l’essere rigida e l’educare....c’è di mezzo il mare!!
copyright © Educare.it - Anno XVI, N. 1, Gennaio 2015
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