- Categoria: Problemi con il sonno
- Scritto da Monika Runggaldier
Film di paura e insonnia
Sono la mamma di un bambino di 10 anni, senza particolari problemi, vivace, allegro ecc.
Quest'anno mio marito in due occasioni è stato ricoverato in ospedale per un breve periodo, in entrambi le occasioni mio figlio ha dormito nel mio letto, solo che la prima volta, quando mio marito è ritornato dall'ospedale ha ripreso a dormire normalmente nel suo letto, la seconda volta invece ha iniziato a svegliarsi dopo due o tre ore dicendo di avere avuto degli incubi e di non riuscire più a dormire. Questo si ripete ormai da un mese ogni notte, tanto che per cercare di rassicurarlo gli abbiamo messo una branda in camera nostra ,vicino al nostro letto. Quando si sveglia viene a dormire sulla branda e mi cerca con la mano. Inoltre lo sento parlare nel suo letto alla notte chiamando mamma. Da notare che cerca qualsiasi pretesto per dormire con qualcuno, i nonni, gli amichetti, ha dormito da solo nel nostro camper con un amichetto.
Quando ho cercato di parlare con lui per cercare di capire le sue ansie, mi ha spiegato che in casa di un amichetto ha visto un film di paura e alla notte gli vengono in mente delle scene. Ho pensato che fosse preoccupato per il papà che era stato in ospedale e perciò gli abbiamo spiegato che il papà non aveva niente di grave, ma solo un disturbo reumatico. Purtroppo le sue sveglie notturne si ripetono. Io lo faccio addormentare nel suo letto con le luci aperte e si addormenta se ci sente ancora girare per la casa altrimenti fatica ad addormentarsi. Durante il giorno invece non ha nessun problema, frequenta gli amichetti, gioca, insomma durante il giorno il suo comportamento è il solito. Cosa fare per cercare di rassicurarlo?
Gentile Signora,
mi scrive che il suo bambino ha visto in casa di un amichetto un "film di paura e che alla notte gli vengono in mente delle scene": QUALI SCENE? Provi a farsele raccontare da suo figlio. In un ambiente calmo e rassicurante. E' importante interessarsi profondamente di ciò che scuote il bambino. Per quanto riguarda il "film di paura", forse non lo racconterà tutto in una volta o forse risponderà di non ricordarsene più bene. Ebbene, non importa. Se non si ricorda gli proponga di immaginarsi delle scene simili e di raccontarle. O gli proponga di inventarsi LUI una trama di un film da paura. Cerchi, se non già di capire, almeno di conoscere le paure che scuotono il bambino e che sono tali da fargli temere il buio e il silenzio notturno.
In una mia precedente consulenza (Insonnia a 7 anni) scrissi:
Per capire i malesseri o disagi del bambino è necessario:
dargli la possibilità di RACCONTARE E RACCONTARSI quotidianamente;
ASCOLTARLO veramente: il bambino deve sentirsi ascoltato, compreso e rispettato mentre parla, indipendentemente da cosa dice. I piccoli hanno un intuito squisito per cogliere se gli adulti lo ascoltano solo "formalmente", o se invece sono davvero e profondamente interessati al suo piccolo-grande mondo interiore.
Cercate di introdurre delle occasioni di dialogo in modo regolare, da far sì che queste diventino veri e propri RITI quotidiani, dei quali il bambino si può fidare...L'INSONNIA potrebbe essere un'occasione preziosa per introdurre nuovi RITI DI COMUNICAZIONE E DIALOGO.
Non è dunque sufficiente farsi raccontare QUESTO specifico film di paura, ma entrare, IN PUNTA DEI PIEDI, ed ogni giorno di nuovo, nel mondo del bambino. L'insonnia può essere un sintomo. I sintomi possono rappresentare, come ho scritto in un'altra consulenza, sussurri o gridi d'allarme, sussurri o gridi di aiuto, ma non è sempre facile valutare se nei bambini che preferiscono dormire nella camera dei genitori si tratti di vero bisogno e quando invece si instaura semplicemente un'abitudine "cattiva".
A questo proposito la dott.ssa Agnese Niero in una consulenza (Dormire con mamma e papà) scrive:
... in alcuni periodi della crescita sia l'espressione di un vero e proprio bisogno, di vicinanza, di protezione, di intimità però diventare "un'abitudine" difficile da correggere. Per distinguere tra bisogni e "cattive" abitudini occorrerebbe leggere meglio la situazione. Se ad esempio la richiesta di dormire con voi è concomitante ad una maggiore lontananza durante la giornata, ad una variazione del ritmo familiare, del carico di stress ... allora si tratta probabilmente di un bisogno che va corrisposto, cercando nel frattempo il modo per farvi fronte diversamente.
Nonostante le nostre consulenze sono sempre altamente individualizzate, mi permetto di segnalarLe un'ultima, "A 15 anni dorme con la mamma", per l'analogia del figlio che dorme dalla mamma quando questa è sola.
Nella Sua lettera racconta del ricovero di Suo marito e che il bambino, in quest'occasione, si è per così dire "IMPOSSESSATO" per la prima volta del posto libero nel letto matrimoniale. Per quanto riguarda la successione cronologica, non so se PRIMA c'era il film di paura o se PRIMA c'era il ricovero in ospedale di Suo marito: le motivazioni che hanno spinto il bambino nel suo letto possono essere dunque di diversa natura:
PAURA e LA RICERCA DI PROTEZIONE (in questo caso è la mamma colei che protegge);
IL DESIDERIO del bambino DI PROTEGGERE la mamma (in questo caso è il bambino colui che offre la sua vicinanza proteggente alla mamma);
INDAGINE e SPERIMENTAZIONE del RUOLO DEL PADRE.
Cara Signora, Le ho proposto tante piste di riflessione, forse troppe. Ma non è facile capire a distanza se Suo figlio stia attraversando effettivamente un periodo di paure profonde o se invece ci siano altre motivazioni dietro il comportamento che ci descrive.
In ogni caso La posso rassicurare sul fatto che l'approccio all'emozione-paura è normalissimo in quest'età e che appartiene a pieno titolo al processo di crescita, alcuni bambini la sperimentano prima altri dopo. Potrebbero aver contribuito ad acutizzare i sentimenti di paura sia il FILM in questione sia i DUE RICOVERI del papà (paura di rimanere solo, di perdere il papà, della malattia), nonostante Voi avete cercato di non drammatizzare l'accaduto.
TUTTE le emozioni hanno la loro ragion d'essere e non vanno sdrammatizzate, sminuite, taciute, giudicate "negative".
Per quanto riguarda la BRANDA IN CAMERA VOSTRA: non la si può togliere da un giorno all'altro senza alternative, rilassanti e rassicuranti riti da proporre e da inventare (da tutti e tre!): una favola raccontata da Lei o da Suo marito ogni sera vicino al letto del bambino, una canzone da cantare insieme alla mamma e al papà, una chiacchierata di 10 o 20 minuti in camera del bambino... la luce aperta e i rumori di sottofondo quando il bambino vi sente girare per ora vanno bene.
Provate ad invitare il bambino a trovare un SIMBOLO VISIVO per le sue paure e di posarlo sulla branda in camera Vostra. Lo spazio riservato a questo simbolo in camera Vostra rappresenta "visivamente" e perciò ulteriormente il rispetto e l'accoglienza per il suo mondo e le sue emozioni. Mettete anche Voi, eventualmente, un simbolo Vostro in camera sua.
Non ci sarà più bisogno della branda nel momento in cui il bambino comprenderà, anche con l'aiuto Vostro, che LE EMOZIONI SONO DENTRO DI NOI E NON DENTRO UNA CAMERE PIUTTOSTO CHE DENTRO UN'ALTRA, O DENTRO UN LETTO PIUTTOSTO CHE IN UN ALTRO.
Della branda non ci sarà più bisogno dal momento in cui il bambino comprenderà che LE EMOZIONI SI POSSONO COLORARE CON I PROPRI COLORI E CON LE PROPRIE PAROLE. Dentro o fuori metafora: dipingete, tutti e tre!
copyright © Educare.it - Anno I, Numero 10, Settembre 2001