- Categoria: Problemi con il sonno
- Scritto da Paola Marchionne
Fai la nanna!
Sono una mamma di 32 anni con un bimbo di 22 mesi che da quando aveva circa 9 mesi soffre di disturbi del sonno. Ha iniziato svegliandosi anche sei sette volte per notte. con il pediatra abbiamo deciso di dargli uno sciroppo per dormire che non ha risolto del tutto il problema ma lo ha attenuato. Adesso si sveglia due o tre volte. Questi risvegli si manifestano improvvisamente con urla e pianti che a volte riesco a consolare e altre no.
quando riesco si riaddormenta mentre le altre volte devo prenderlo e portarlo a letto con me. ma anche nel lettone a volte ha il sonno tormentato.
Ringrazio anticipatamente per l'aiuto che potete darmi.
Gentile mamma,
sarò molto franca con lei, in quanto, in fatto di sonno, sono piuttosto categorica: molto spesso, cioè, penso che i disturbi del sonno siano principalmente dovuti a fattori di natura educativa.
Ciò è riconducibile al fatto che, specialmente quando il bambino è molto piccolo, molti, se non tutti, gli schemi comportamentali del piccolo si radicano su un semplicissimo modello di "domanda e risposta", cioè su cosa il bambino è abituato a ricevere ogni qualvolta invia un segnale, che è praticamente sempre (guarda un po'!) il pianto.
Mi spiegherò con dei banali esempi, me lo permetta: la mia carissima amica e vicina di casa, che ha due bimbi ora grandicelli, ma che sono stati neonati di recente, ha sempre affermato con sicurezza che i suoi figli di notte fossero affamatissimi (a 12, 18, 24 mesi, intendo), e la mattina mi confessava, con le occhiaie fonde ma con un pizzico di innegabile fierezza, che durante la notte i piccoli si erano "scolati" praticamente un litro di latte in più riprese. Ma davvero, dico io, si può credere che un bambino che piange la notte chieda realmente di mangiare? Lo chiede forse, verbalmente?
Piuttosto, può anche essere vero che abbia fame, ma solo dopo che qualcuno gli ha ripetutamente propinato una "bomba" di latte ad ogni minimo vagito e, cioè, si è abituato.
Mi creda, e mi credano tutti: lo stomaco non è fatto per digerire la notte, e l'organismo vuole solo "ronfare", riposare, rigenerarsi e sognare.
Ma non finisce qui: la stessa vicina, sempre di mattina, mi chiede ancora oggi: "Per caso li hai sentiti piangere stanotte? Come mi dispiace! Perché io, sai, li tiro subito su e li porto nel lettone per non disturbare tutto il palazzo!!".
E così, per non importunare vicini poco comprensivi che sono stati, o che saranno, bambini e genitori e che non afferrano che è impossibile avere accanto neonati o bimbi molto piccoli assolutamente silenziosi, questi due pargoli si sono presi un bel vizio o, come dico io, una bella "dipendenza".
Fra l'altro, questi bambini si svegliano urlando molto presto al mattino, e, ancor prima del pranzo, crollano come salami.
Sarà ma io sono, pur avendo rispetto per tutte le scelte educative, quando, ovviamente non sono patologiche, molto scettica.
Ricordo ancora la mia pediatra quando, alla nascita di mia figlia, mi inveiva contro dicendo: "Io non so come la pensi tu, ma per me il neonato va educato, anche quando viene allattato al seno!!". Per fortuna lei non è Hitler, e io ero d'accordo: la storia dell' "allattamento a richiesta" non mi ha mai convinto. Cioè: la richiesta deve essere data da una fame obiettiva, e non dalla voglia di coccole, di vicinanza, o di "ciucciare". Altrimenti il piccolo si confonde, e con lui i suoi con i nostri spazi.
Ma veniamo a lei e al suo piccolo: quello che mi frena nei vostri confronti è che il bambino, anche una volta portato nel lettone, continua ad avere il sonno tormentato. E' vero che "alla sua età" scoppiano le angosce da abbandono, che spesso si scatenano anche di notte, però questo bambino ha sempre avuto "problemi notturni". Perciò secondo me bisognerebbe approfondire i lati medici di questa situazione, rivolgendosi ad uno specialista il quale, comunque, sonderà anche gli aspetti "educativi" del rapporto che il bambino ha con le sue figure di accudimento, studiando dall'esperienza gestazionale alle modalità relazionali instauratesi fra genitori e figlio.
Da parte mia, le invio tanti auguri di una pronta risoluzione del problema e una piccola bibliografia che ho raccolto per lei: di ESTIVILL, DORMI BAMBINO DORMI, edito da Feltrinelli, e FATE LA NANNA, edito da Mandragora.
copyright © Educare.it - Anno III, Numero 6, Maggio 2003