Educare.it - Rivista open access sui temi dell'educazione - Anno XXIV, n. 9 - Settembre 2024

Voglio solo il papà!

Gentile Dottoressa Fornari,
mi aiuti, La prego.

La mia piccolina di quasi 2 anni, mostra un attaccamento non comune (credo) verso il papà. Per lei sono invisibile, non si consola o conforta della mia presenza: anche se il papà deve andare in bagno, piange, strilla, mi chiede se torna, io la rassicuro dicendole che torna!! L'ho allattata per un anno, fino a quando ho saputo di essere incinta. Il pediatra mi ha detto che ne avrebbe sofferto per un breve periodo, invece la piccola si è svegliata un paio di volte quella notte e nulla più.
L' attaccamento è andato via via sempre più radicandosi da quando il ginecologo mi ha vietato (da subito) di prenderla in braccio (se non da seduta) per evitare un altro aborto (ne ho avuti 4, in 11 anni, prima di avere Clara). A 12 mesi si addormentava sempre in braccio, passaggiandola e cantandole le ninne, questo fino alla settimana scorsa. Durante lo scorso anno abbiamo provato delle alternative a questo metodo, ma tutti i tentativi sono falliti. Nel primo trimestre della mia gravidanza c'è stata una baby-sitter (circa 4 ore al giorno), poi fino alla settimana scorsa siamo stati sempre da soli con mio marito, con la presenza a volte quotidiana della nonna paterna.

Clara è affettuosa verso gli altri bambini, al parco li avvicina, tende loro la mano, e vuole giocare. Condivide anche i suoi giocattoli con le amichette che ci vengono a trovare a casa. E' sempre stata di poco appetito, e compatibilmente con malesseri e dentini, mangia veramente con parsimonia, pur con l'aiuto di pappa reale e vitamine. Da circa una settimana non vuole più il latte e questo mi dispiace molto. E' nata di 2.300 a un anno pesava 8.150, ora forse 10-11 chili. Non accetta le novità in campo di cibo, non fa colazione... insomma, mio marito la rincorre con la forchetta in mano per tutta casa e si preoccupa a voce alta dello stato delle cose. All'inizio anche io ero così, ora mi dico che quando avrà fame, mangerà. Ovviamente il momento dei pasti è uno spettacolo di musica dal vivo, con canzoni, giochi, disegni, e non finisce se non dopo quasi un'ora e più. Il pediatra dice che è di costituzione minuta, che sta bene.

Due mesi prima della nascita abbiamo spostato il lettino nella sua cameretta, ma ciò non ha aumentato né diminuito il numero dei risvegli (min. 1, mas 4) poi, con l'arrivo del fratellino sono aumentati (anche fino a 7). L'attesa del fratellino è stata preparata, le abbiamo fatto vedere i giornali con le foto dei bimbi, lei li baciava e li abbracciava, e alla domanda "vuoi un bimbo" lei rispondeva "si". E' sempre stata affettuosa con il fratellino, si protende verso di lui, gli sorride e vuole baciarlo sempre, gli dice "ciao, Chicco" con tono dolce e affettuoso, ma non vuole che il papà lo prenda in braccio, e piange se lo trova così. E' affettuosa con il suo papà, e più di rado con me. All'ultimo risveglio mio marito la prende e la porta nel lettone dove lui dorme (rientra a casa all'alba), sicché alla mattina prima del risveglio di Clara mi faccio trovare io al suo fianco e lei piange, mi respinge, vuole papà. Voglio aggiungere che sempre quando finisco di allattare il bimbo, ogni momento libero lo dedico a lei e preservando l'attività del disegno a noi due soltanto. Da quando cioè le abbiamo proposto i cartoni di Tom e Jerry: all'inizio li ha ignorati, (per 2 anni non abbiamo guardato con attenzione la tv), ora li osserva. Noi siamo stanchi di passeggiarla, soprattutto dopo l'arrivo del piccolino, la giornata è molto intensa.

Mio marito è concertista e lavora a volte per sere di seguito, a volte no. Quando non lavora la passeggia lui, e io addormento o allatto il piccolino. Poi vado da loro in sala ma lei rimane attaccata al suo papà. Se lui esce, mi tempesta di domande circa il papà dove sta e se torna. E sempre le rispondo rassicurandola. La cosa che più mi addolora è che dovunque noi si stia in tre, mi respinge e preferisce papà. Solo se lui non c'è, si adatta con riluttanza, e mi segue, ovviamente piange, dice di mettere il fratellino sulla sedia e di prendere lei in braccio. Purtroppo il piccolino ha avuto e tuttora ha le colichette, quindi spesso lo prendo in braccio per tenerlo a pancia sotto e alleviargli la pena. Sono due sere che mio marito non ne può più, è stanco anche lui, la bimba sembra dorma con gli occhi aperti davanti ai cartoni, poi si "sveglia", dice qualcosa di non attinente a ciò che vede, e si butta sul papà a giocare! Allora lui dice "esco, vado al lavoro" la bacia la saluta e se ne va, e io cerco di calmare il suo pianto convulso, spiegandole che il lavoro è importante, che papà torna, ecc. Poi le canto le ninne preferite o le racconto una storia e, ahimè, la passeggio a lungo in piedi. Sono distrutta. In passato le abbiamo somministrato il Nopron, quando mio marito era all'estero o rientrava alle 6 del mattino e il bimbo faceva più poppate, ma non siamo molto convinti che non faccia male, e mi fa sentire in colpa. Se Clara non gridasse e non svegliasse il piccolino, non glielo daremmo.

Gent.ma Dott.ssa ora è il papà che scrive.
A Lei risulta strano che una bimba sia così attaccata al papà e poco alla mamma?
Non è giusto per me che mi sento perseguitato e per la mamma che si sente ignorata.
Purtroppo quando non sono fuori per concerti, sono sempre a casa da mattina a sera e quindi la bimba mi vede molto e sempre, probabilmente troppo. Ho pensato di uscire da casa di mattina presto e tornare la sera.. ma come farebbe mia moglie da sola? Lei, (mia moglie), ha grande difficoltà nel riaddormentarsi di notte oltre ad avere un sonno leggerissimo dopo che uno dei due bimbi la sveglia, per cui ha bisogno di riposarsi un po' il pomeriggio e, se io non ci sono, la cosa è quasi impossibile.
Quindi è un circolo vizioso da cui è difficile uscire. Lei cosa pensa?
Ci suggerisce di prendere delle misure drastiche? Quali? O pensa che con il tempo tutto si risolverà? L'attaccamento morboso a me potrebbe creare in futuro problemi alla piccola? Per diversi problemi (io a volte russo e mia moglie ha il sonno leggero e per non svegliare i bambini vicendevolmente), dormo in un'altra stanza e, sin da quando mia moglie è rimasta incinta la seconda volta, mi occupo (tranne quando sono al lavoro) dell'addormentamento della primogenita, che avviene purtroppo solo passeggiandola, e di tutti i suoi risvegli notturni.
Da pochissimi giorni (ha quasi due anni!) qualche volta si sta addormentando davanti alla tv con i cartoni di Tom e Jerry e sempre da pochi giorni per evitare di passeggiarla sempre, all' ultimo risveglio che di solito avviene verso le 6 del mattino, la porto nel letto con me e si riaddormenta subito. E' ovvio che la bimba sia molto attaccata al papà, no?
Queste mie premure non comuni, penso, agli altri papà, possono danneggiare la psiche della bimba, dato che lei vede me come "mamma"? E il fatto che la bimba vede e sa che i genitori dormono separati? E che lei dorma spesso con il papà?

Grazie.

 

Gentili signori,

dalle vostre parole si comprende molto bene tutta l'ansia e la "fatica" per le cure che richiedono due bimbi così piccoli e due gravidanze tanto vicine.
L'allattamento della bimba fino a un anno ha sicuramente determinato in lei una dipendenza psicologica ed ora alla mancanza di questo "soddisfacimento di un suo bisogno" reagisce con rabbia.
Più volte, anche su queste pagine, ho parlato del problema psicologico arrecato da un allattamento al seno troppo prolungato. Sono stata anche criticata da una lettrice per questa mia affermazione. Purtroppo io trovo sempre più casi di bambini che hanno grossi problemi affettivi nei primi anni di vita e sempre sono bimbi che hanno avuto un allattamento al seno prolungato oltre il necessario (sei-sette mesi). Ho spiegato anche il bisogno
di rassicurazioni e cure continue che genera questa abitudine (veda la mia risposta a Troppo Latte). Anche l'ambiente circostante carico d'ansia trasmette al bambino un'eccitazione che non gli permette di rilassarsi.
Spesso il pianto e gli strilli sono un modo per scaricare questa tensione (veda consulenza: Allattamento continuo e insonnia).
Non si può trasformare il momento del pasto in un gioco, altrimenti la bambina continuerà a mangiare solo se si gioca e a sentirsi privata di quel divertimento quando il papà non c'è, visto che questa modalità sarà considerata normale dalla bambina, mentre è più normale stare tranquillamente insieme a tavola a godersi il piacere del cibo. La musica la si può ascoltare in altri momenti, magari per rilassarsi e godere delle piacevoli sensazioni che essa può dare.
L'attaccamento preferenziale (non lo definirei eccessivo) potrebbe essere una reazione alla sensazione di "assenza della madre"; mi riferisco ad un particolare stato d'assenza mentale. Forse la mamma si è concentrata sul nuovo evento, sicuramente carico di ansia, visti i precedenti quattro aborti. Sono ipotesi, ma esperienze di perdita così laceranti lasciano dei vuoti emotivi che non sono da sottovalutare, anche perché sono dei "vuoti" pieni di emozioni. Il fatto di temere la "perdita" porta ad iperproteggere e forse la sua mente era più rivolta al nascituro che alla bimba già esistente. Per questo non ci possono essere sensi di colpa, questi sono processi inconsci di cui voi non potevate avere alcuna coscienza o responsabilità.
Qualche volta una migliore preparazione psico-pedagogica dei pediatri sarebbe auspicabile e molto utile. Ora si può ristabilire l'equilibrio necessario a voi ed ai vostri bambini, vivendo la genitorialità con meno ansie e maggior sicurezza.
Anche quando si deve dare qualche frustrazione, negando ciò che, per il bene del bambino, va negato, la sicurezza con cui si agisce è fondamentale.
Se i bambini sentono che ciò che chiediamo loro di fare o di non fare è vissuto da noi con sicurezza, anche loro lo accettano con più facilità.
Ora per voi sarà più difficile perché certe abitudini (andare nel lettone con il papà o essere rincorsa per mangiare) sono già state date, ma la bimba ha solo due anni, conclude ora la cosiddetta "prima infanzia" ed inizia l'esplorazione dell'ambiente che la circonda.
La presenza affettuosa del padre non può certo essere dannosa, però, ed è così anche per la madre, si deve permettere alla bambina di staccarsi e di individuarsi.
Leggete anche le altre mie risposte, troverete molte situazioni simili alla vostra e soprattutto vivete la maternità e la paternità con serenità e naturalezza, tenendo comunque presente che ogni cambiamento comporta una certa fatica e necessita di costanza. Cari saluti e tanti auguri.

 


copyright © Educare.it - Anno III, Numero 7, Giugno 2003