Educare.it - Rivista open access sui temi dell'educazione - Anno XXIV, n. 9 - Settembre 2024

Paure durante il sonno

Sono la mamma di un bambino di 9 anni che ha sempre avuto difficoltà ad addormentarsi e ad avere un sonno tranquillo.
In passato sono ricorsa, su consiglio della pediatra, anche a sciroppi che facilitavano il passaggio dal sonno leggero al sonno pesante. Ora ho sospeso da un po' la somministrazione del farmaco su consiglio del medico perché dice che il bambino ormai è grande e non bisogna più contare su questi farmaci. Il problema sta nel fatto che mio figlio ha molte paure: del buio (soprattutto) tanto da non andare neanche in bagno da solo o nella sua camera (infatti gioca in salotto e si addormenta sul divano); dei cani (tanto che se ne trova uno vicino, comincia a tremare e si aggrappa a me chiedendomi di portarlo via); delle voci e dei rumori notturni (per lui sarebbero fantasmi che ridono e che gli voglio fare del male, anche se gli ho spiegato con calma e tutte le volte che mi ha esternato le sue paure, che i fantasmi sono stati creati dagli scrittori per fare libri e film); dei rumori forti (tipo scoppio di palloncini o petardi) e altre ancora.

Non mi spiego il perché di queste paure visto che evito da sempre e accuratamente ogni programma televisivo, racconto o situazione che potrebbe impressionarlo o turbarlo.
Da qualche tempo poi si sveglia al mattino verso le 5.00 (forse sente dei rumori negli appartamenti vicini) mi chiama e non riesce più a prendere sonno impedendo anche a me di fare altrettanto. Preciso che per la paura del buio il bambino non si alza dal letto se non sono presente io o mio marito.
Da cosa possono dipendere queste paure? E come posso aiutarlo a superarle?
Grazie.

 

Gentile Signora,
i bambini hanno paure che spesso gli adulti non comprendono; a certe età alcuni bimbi sembrano avere più paure di altri ma quasi tutti hanno paura del buio, dei mostri, delle streghe o altre immagini fantasiose.
Con il passare del tempo queste paure normali svaniscono: quando persistono o iniziano ad interferire con la normale routine quotidiana allora è necessario soffermarsi e comprendere il da farsi. Capire perché il suo bambino abbia paura è abbastanza difficile senza un'accurata indagine; non escluda l'incontro con uno psicologo, che dopo aver conosciuto suo figlio approfonditamente, potrebbe arrivare a capire la vera natura di queste paure.
Intanto vediamo di puntualizzare alcuni aspetti.
Lei scrive che il suo bambino non va in bagno da solo o nella sua camera; la luce è spenta e lui sicuramente dice di aver paura ad andarci da solo.
Sicuramente avrete provato ad accompagnarlo, facendogli notare che nella stanza ci sono le sue cose, i suoi amici giochi e che quindi non c'è nulla di cui aver paura: semplicemente il buio non permette di vedere bene. Mi pare che perseverare in questo accompagnamento al bagno rischi di confermare la sua paura: "se mamma mi accompagna allora vuol dire che c'è di cui aver paura!!".
Non so se avete provato a far ricorso ad oggetti, che funzionando come "amuleti", aiutino ad esorcizzare questa sua paura del buio: potrebbe essere qualcosa che il bambino si costruisce o che viene acquistato per lo scopo. In casi analoghi un piccolo ed innocuo fischietto o una "spada laser" hanno assolto efficacemente allo scopo.
Analogamente potrebbe essere introdotta una filastrocca o una formula magica (persino buffa) per esorcizzare la paura.
Segnalate poi il problema della difficoltà ad addormentarsi. Sono pienamente d'accordo con la sua pediatra nel dover smettere la somministrazione dello sciroppo apposito, anzi sarebbe auspicabile la buona vecchia camomilla, un bagno caldo rilassante ed un massaggio dal suo papà e dalla sua mamma sapendo che lo sta facendo perché così riuscirà a dormire bene tenendo lontano le paure che sempre si presentano quando chiude gli occhi o quando li riapre nel cuore della notte.
Sconsiglierei la cattiva abitudine del lettone di mamma e papà: se vostro figlio si sveglia nel cuore della notte o al mattino alle 5:00 si deve ritrovare nel posto in cui mamma e papà l'hanno lasciato, dove gli hanno raccontato la storia o la favola che lui può ricordare e che lo aiuterà a riprendere sonno.
Il problema di fondo qui potrebbe essere la separazione, perché addormentarsi significa separarsi dai genitori, perderli di vista.
Può essere allora utile cercare di creargli un rituale di buona notte da ripetere tutte le sere in modo da creargli una sicurezza, la certezza che ogni sera ci sono mamma e papà che gli danno la buona notte, che lo coccolano e che tutto è sotto controllo; cercando di mantenere lo stesso orario tutte le sere, accompagnandolo a letto, sedendosi al suo fianco e raccontandogli anche in questo caso una storiella, una favola o una filastrocca come ad esempio questa molto carina e significativa, seppur adatta a bambini piccoli:

Stella stellina, 
la notte si avvicina,
la fiamma traballa,
la mucca è nella stalla,
la mucca e il vitello, 
la pecora e l'agnello,
la chioccia con i pulcini, 
la mamma coi bambini:
ognuno ha la sua mamma
e tutti fan la nanna

A proposito delle favole: cara Signora, possono rivestire grande importanza nell'affrontare le paure dei bambini in quanto è il lieto evento che rassicura e che stimola forza e volontà; un racconto può rilassare spiegando avvenimenti incomprensibili o suggerire soluzioni magiche ma altrettanto efficaci! La favola per la sua natura è un oggetto di gioco di cui ci si può appropriare ed è un valido strumento per sdrammatizzare, per divertire, per inventare, valido supporto per parlare di cose che fanno paura e per insegnare loro strategie adeguate per sconfiggerle; i bambini poi si identificano con l'eroe che trova sempre il modo di vincere la paura e sconfiggere i mostri e i fantasmi che si presentano a far rumore di notte!
Le consiglierei quindi un buon libro di fiabe e un modo rilassato di leggerlo al suo bambino.

Spero di averle dato alcuni suggerimenti utili affinché possiate Lei e suo marito affrontare questa situazione che certamente vi sta creando disagio e preoccupazione.
Lo sforzo più grande è sempre quello di ascoltare ed osservare i nostri figli, per capire come affrontano la vita; indubbiamente che voi siate già in cammino!

 


copyright © Educare.it - Anno III, Numero 11, ottobre 2003