Educare.it - Rivista open access sui temi dell'educazione - Anno XXIV, n. 9 - Settembre 2024

Farlo dormire... che fatica!

Sono la mamma di una bambina di 5 anni e di un bambino di diciotto mesi. Vi scrivo per il bimbo il quale da circa un mese manifesta disturbi nel sonno. Si addormenta come al solito con il papà verso le 20,30 (nel lettone) e poi viene spostato nel suo lettino. Intorno alle tre, ma spesso anche molto prima (stanotte a mezza notte) si sveglia, e mentre prima, messo nel lettone, si riaddormentava ora resta per circa due ore sveglio a girarsi e rigirarsi nel letto, si mette seduto, poi si alza, scende dal letto, insomma e come se fosse teso e irrequieto. Resta per tutto questo tempo con gli occhi aperti a giocherellare con le mani o con la mia faccia, fino a quando non so come si riaddormenta avvolte anche dopo tre ore.

Con i miei figli sono in genere molto paziente ma spesso la mancanza di sonno mi fa impazzire (io lavoro e quindi alle 7,00 in punto mi devo comunque svegliare). Non é che chissa che reazione abbia, ma dopo la prima mezz'ora di coccole per cercare di riaddormentarlo divento nervosa e spesso lo "maltratto", verbalmente é ovvio, nel senso che gli dico "Basta!" con voce arrabbiata o frasi del genere. In tutto questo spesso mio marito é gia sceso dalla sorellina che nel frattempo si é svegliata (non per il rumore ma perché anche lei la notte viene nel lettone e dato che in 4 ci stiamo stretti o io o mio marito andiamo a dormire da lei).

Al mio comportamento duro il bambino reagisce come mortificato (non so se é solo una mia impressione) ma per esempio quando gli dico "adesso ti rimetto nel tuo letto" e lo sposto nel lettino, lui invece di piangere energicamente, come fanno i bambini normalmente, piange sommessamente e singhiozza in silenzio, proprio come un grande. A quel punto mi sento un verme e me lo riprendo nel lettone e così si ricomincia fino a quando finlmente si riaddormenta.

Giacomo, (così si chiama), da quando é nato é un bambino solare, sereno e allegro. Pur non parlando ancora (nel senso che dice parole ma non articola frasi) manifesta uno spiccato senso dell'umorismo, un comportamento estroverso, simpatico e allegro anche con gli estranei, tant'é che tutti ne rimangono colpiti quando lo conoscono. Non é mai stato un dormiglione é vero (al contrario della sorella che all'eta sua dormiva 11 ore di notte e 4 ore di giorno) ma questo tipo di veglia non si era mai verificato anche perché mi accorgo che la mattina (spesso si sveglia anche lui con me alle 7,00) é stanco. Ho il timore che questo disturbo sia legato a qualche disagio psicologico magari legato alla mia assenza durante il giorno.

Io generalmente rientro a casa verso le 18,00 ed il bambino va a letto alle 20,00. Non é troppo poco, mi chiedo, il tempo che gli dedico considerato che da quando arrivo la baby sitter se ne va e io devo pure cucinare per la cena?

Susanna, (la sorella) invece andava a dormire con noi quasi a mezza notte e quindi alla fine le ho dedicato più tempo. Spesso quando torno a casa e non sto giocando con i bambini, magari sto cucinando, il bambino mentre gioca dice "mamma" e corre da me per essere preso in braccio, come se avesse il timore che non ci fossi. Insomma mi sono fatta l'idea che il bambino potrebbe essere un' po teso per la scarsità di tempo che durante la settimana gli dedicano i genitori (nel week end invece sono sempre insieme ai bambini). Mio marito infatti é peggio di me, esce di casa alle 7,00 e si ritira alle 20,00.

Cosa ne pensate?

 

Gentile signora,

Giacomo sta manifestando comportamenti che lei associa a dei disturbi del sonno che oltre a non consentirgli di dormire e di far dormire durante la notte, lo rendono per di più stanco al mattino appena sveglio; vorrei a tal proposito spiegarle cosa rappresenta il sonno per un bimbo dell'età di Giacomo e quali problematiche e perché si possono manifestare a quest'età:

Il sonno nella prima infanzia rappresenta un aspetto essenziale dell' accudimento e della cura dei bambini e riveste un'importanza particolare per i genitori, sia come fonte di soddisfazione e di rassicurazione sia come fonte di intensa preoccupazione qualora emerga qualunque problema in tale ambito. A mio parere è già qui un primo motivo e cioè lei come genitore non sta traendo soddisfazione dal modo di accudire Giacomo, soprattutto durante la notte (lei stessa pone come problematico il fatto di essere abbastanza assente durante il giorno temendo che il bimbo ne possa risentire ). Deve assolutamente togliersi questo pensiero e preoccuparsi ancor di più al benessere del piccolo Giacomo in quanto le regolazioni degli stati di sonno e di veglia nei primi tre anni di vita dipendono ampiamente dal sistema dei genitori in quanto, normalmente le transizioni tra il sonno e la veglia dei bambini si connettono sia a meccanismi omeostatici fisiologici (fame, sete, dolore.) sia a processi emotivi, affettivi e sociali (separazione dai genitori, conforto, rassicurazione).

Nei primi mesi di vita i genitori aiutano il bambino stesso a sviluppare meccanismi autoregolativi in risposta ai suoi segnali interni biologici. E' un compito molto complesso per i genitori in quanto la regolazione dei cicli sonno-veglia e la loro organizzazione temporale include dimensioni del temperamento infantile: ritmicità, regolazione di stato, attività, irritabilità, capacità di calmarsi da solo e i bambini presentano notevoli differenze individuali in risposta agli stimoli interni e ambientali. Gradualmente il genitore assume il ruolo di base sicura e l'andare a dormire attiva il sistema diadico di attaccamento in quanto tale momento rappresenta una separazione per entrambi (genitore e bambino) e i risvegli durante la notte possono costituire un'opportunità di riunione, di conforto e di rassicurazione.

E' ciò che sta facendo Giacomo, cioè cerca mamma e papà nell' unico momento in cui ci siete e lui non sa che è notte, a lui interessa sapervi vicino.

Alcuni genitori possono avere difficoltà a comprendere le vere ragioni di questi periodi transitori di problemi del sonno nel loro bambino ecco perché il genitore deve essere aiutato a tranquillizzare il bambino tramite tipi di interazione che consolidino le relazioni e promuovino l'autoregolazione nel bambino. Un senso di colpa da parte del genitore nei confronti del bambino può arrivare a compromettere la capacità del genitore stesso di rispondere in modo contingente, prevedibile e coerente e creare rotture e fallimenti interattivi difficili da riparare perché è ostacolata la capacità del bambino di crearsi aspettative e fare previsioni sulla relazione. La mancanza di una responsività contingente tra genitore e bambino in particolare nel momento dell'andare a letto o nelle interazioni durante i risvegli notturni è risultata associata ai disturbi del sonno.

E' importante che il bambino si addormenti con il genitore ma nel suo lettino di modo che ad eventuale risveglio nel cuore della notte non provi un senso di disorientamento legato all'angoscia di separazione dal genitore; ed è altresì importante che vengano attuate tutta una serie di modalità che portino il bambino a rassicurarsi che i genitori ci sono anche se in un' altra stanza.

E' inoltre importante pensare ad un mondo a misura di bambino, un mondo dove l'attenzione sia focalizzata sui suoi bisogni in particolare; al ritorno dal lavoro bisognerebbe dedicare il tempo a disposizione a far sì che il bambino condivida le sue esperienze della giornata con i genitori (entrambi o chi presente); in tale contesti pensare ai suoi bisogni significa anche posticipare tutta una serie di attività tra cui preparare anche la cena pur di condividere momenti che rassicurino dapprima il bambino e che non creino sensi di colpa nel genitore che si preoccupa poi se il bambino manifesta comportamenti insoliti come svegliarsi nel cuore della notte; un mondo a misura del bambino dunque ma che riservi anche al genitore la possibilità di sapersi ascoltare per imparare poi ad ascoltare il proprio figlio.

Quindi signora queste manifestazioni così insolite possono essere viste come un campanello d'allarme di una situazione che sicuramente può essere migliorata; non mancheranno certamente sacrifici da parte vostra ma per donare serenità, solarità e allegria ad Giacomo che già le manifesta durante il giorno, anche la notte, credo possa essere cosa da farsi. Ciò farà sì che anche voi come genitori diventerete più sereni e con meno sensi di colpa, emozioni queste che rispondono come una cartina tornasoleagli occhi di un bambino.

Più rilassatezza e complicità e se ciò non bastasse a togliervi il senso di malessere legato a questa situazione consiglierei anche un consulto diretto per osservare Giacomo nel suo muoversi in quanto esistono anche dei test simpatici che possono togliere ogni dubbio sul fatto che le problematiche manifestate durante la notte non siano assolutamente legate a motivazioni di ordine psico-fisiologico.

Auguri!

 


copyright © Educare.it - Anno V, Numero 3, Febbraio 2005