- Categoria: Problemi con il sonno
- Scritto da Monika Runggaldier
Figlia insonne
Buongiorno, mi chiamo Antonio.
Ho letto alcune risposte fornite sul Vs. sito ed ora mi rivolgo a Voi nella speranza di trovare qualche consulenza. Mia figlia che ha otto anni compiuti ad Aprile, è da sempre una bambina con grandi difficoltà a prendere sonno, vive questo momento con grande ansia, con disturbi che si manifestano nel crearsi circa un'ora di dormiveglia per controllare l'attività di noi genitori che dormiamo nella stanza accanto, si inventa colpetti di tosse nevrastenica, domande sempre uguali, creandosi un percorso monotono di avvicinamento al sonno che sempre si esaurisce con la manifestazione dell'impossibilità a prender sonno.
La bambina nacque piccola, causa gestosi della madre, e risulta ora più bassa del normale (2-3° percentile). Manifesta scarsissimo interesse per il mangiare, ultimamente è disattenta a scuola, specie sulle materie che richiedono maggiore applicazione ed è scontrosa e nervosa con tutte le persone con cui viene a contatto. Si tenga conto che il sonno va da un inizio da collocarsi tra le 23 e le 24 per non spingersi oltre le ore 7 del mattino seguente, talvolta interrotto a metà.
Per evitare di prenderla nel lettone, nella ns. stanza abbiamo messo un lettino "d'emergenza". La bambina vi ricorre solo se si sveglia nel corso della notte, peraltro riprendendo sonno immediatamente.
Un giorno alla settimana, poichè figlia unica, le viene consentito di dormire presso i nonni, in modo da godere della compagnia in stanza del cuginetto, più piccolo di circa due anni. In quella occasione la bambina viene assistita in camera (non solo lei, ovviamente) dalla nonna che attende l'addormentamento.
Durante l'arco della giornata la bambina è peraltro iperattiva, mai stanca e desiderosa di dormire, molto loquace, molto attiva anche fisicamente, e questo è avvenuto sin dai primi giorni di vita. In occasione di vacanze con noi genitori la bambina dorme con noi in stanza, ed anche in tali occasioni comunque il sonno non arriva facilmente.
Resto a disposizione per eventuali chiarimenti, augurandomi e pregandoVi di fornirmi qualche indicazione o qualche persona atta a fornirmi maggiori indicazioni su come, se non risolvere il problema, almeno attenuarne gli effetti negativi sulla bambina.
Gentile Signore,
la Sua lettera è stata chiara e piena di informazioni utili. Ha consultato anche il medico di Sua figlia per un parere? Mi chiede l'indicazione di una persona che possa fornirLe un ulteriore parere, e Le consiglierei appunto di valutare con il medico (pediatra) se esista l'indicazione di un approfondimento dal punto di vista clinico per quanto riguarda eventuali cause o concause organiche dei disturbi di sonno (status ormonale, della tiroide ecc., da valutare comunque con il medico!).
Altri fattori e concause, magari apparentemente banali, possono aggravare il problema dell'insonnia e pertanto andrebbero controllate:
- l'alimentazione,
- la quantità e la qualità delle esperienze multimediali (TV, giochi),
- i rapporti a scuola (insegnanti, compagni) dal punto di vista emotivo.
Di fondamentale centralità sono ovviamente i rapporti con i genitori!
Ho notato con piacere che siete coerenti sul fatto che la bambina non possa dormire nel lettone con voi!
Non so se ci sono differenze importanti nel suo porsi di fronte alla madre e di fronte al padre. Nell'ipotesi ci fossero problemi di identificazione sessuale (la bambina "controlla l'attività di noi genitori"), sarebbe da valutare un approfondimento di tipo pedagogico-psicoterapico. A distanza non riesco a valutare con sufficiente certezza né se l'indicazione è data né se è preferibile intraprendere questo iter psicoterapico con la sola bambina o invece con voi genitori.
Le consulenze on line che devono fare a meno della possibilità di conoscenza più da vicino delle singole situazioni hanno comunque una ragione d'essere, altrimenti non avrebbero questo grande successo. Come tutte le forme di consulenza e terapia, anche quelle in sede, non possono risolvere problemi, ma possono dare degli stimoli di riflessione. A questo proposito desidero farLe notare i seguenti termini che utilizza: "PERCORSO MONOTONO".
Dal comportamento descritto, sembra che la bambina sia in cerca di maggiore attenzione da parte vostra (tosse, domande sempre uguali...). Le proporrei di sostituire il concetto di "PERCORSO MONOTONO" con quello di "RITO".
Al di là del fatto che i "PERCORSI MONOTONI" da Lei descritti possono avere o non avere lo scopo di stuzzicare il genitore o i genitori, sono tuttavia tentativi di attirare l'attenzione!
Non so come si manifesti l'attenzione da parte Vostra nei confronti della bambina in questi casi (se vi arrabbiate o se la prendete in braccio...), ma propongo, in ogni caso, di introdurre dei RITI QUOTIDIANI SERALI (raccontarsi la propria giornata, raccontarsi storie, ecc.) lontani dalla televisione, possibilmente in stanza di Sua figlia. Date a Lei ascolto sincero.
Anche le sempre stesse domande hanno un senso profondo: sono SINTOMO di una cosa non elaborata della bambina. Al di là dal fatto che questa "cosa" sia un'esperienza realmente fatta in un qualche passato dalla bambina, o che sia fantasia, paura, supposizione, ... , è pur sempre REALTA' per la bambina.
Cordiali saluti.
copyright © Educare.it - Anno V, Numero 2, Gennaio 2005.