Educare.it - Rivista open access sui temi dell'educazione - Anno XXV, n. 1 - Gennaio 2025auguri natale

Che puzza la pipì!

Salve, sono la mamma di Lisa (nata il 26/11/98) mi accingo a riscriverVi perché ho nuovamente bisogno di una Vostra consulenza.

Il nostro attuale problemino riguarda il "fare la pipì e la cacca" premetto che abbiamo sempre parlato tanto bene e sempre fatto tanta festa "a tutte e due". Lisa ha un odorato senz'altro fine e i cibi e le cose vengono da lei analizzati anche attraverso l'olfatto. Sin da un anno di età il puzzo (ma solo della cacca) le provocava ripetuti conati di vomito tanto che cambiarle il pannolone era sempre difficile. La scorsa estate (a circa 20 mesi) su proposta del pediatra avevamo fatto un tentativo per vedere se si sentiva pronta a togliere il pannolone ed è fallito senza rammarichi di alcun genere; a gennaio di quest'anno (26 mesi) Lisa talvolta proponeva con entusiasmo di farle fare pipì nel water (col riduttore) o nel vasino (una bella automobilina gialla) proposta sempre accolta con piacere.

Purtroppo si è accorta che anche la pipì non profuma e non l'ha più voluta fare se non nel pannolone. Essendo inverno abbiamo rimandato il tutto senza troppe preoccupazioni. In maggio abbiamo iniziato ad invitarla più fermamente a fare la pipì nel water e la sua difficoltà non era già il controllo della minzione ma l'odore, ad ogni minzione ha ripetuti conati di vomito con conseguenti colpi di tosse e lacrimoni. Non abbiamo minimizzato la sua reazione ma abbiamo cercato sempre di parlare in modo positivo della pipì e di coinvolgerla (cosa che le piace molto) facendole ad esempio sciacquare il suo vasino. Abbiamo adottato vari accorgimenti per alleviarle il disagio: tiriamo l'acqua durante la minzione; cospargiamo di profumo una bandana da tenere davanti al naso (non riesce ancora a tappare il nasino e inspirare con la bocca); le facciamo tenere le gambine unite per limitare l'odore; cerchiamo di distrarla con un argomento curioso... il risultato purtroppo è che:

  • rimanda al massimo il momento di fare pipì e diventa nervosa o piange (in due occasioni si è svegliata piangendo di pomeriggio e solo dopo mezz'ora di pianto capriccioso e rabbioso sono riuscita a capire che le scappava la pipì e che piangeva perché non la voleva fare);
  • trattiene la pipì fino al limite bagnando talvolta le mutantine (le spieghiamo che non deve aspettare l'ultimo momento e che trattenerla non fa bene, ma non la sgridiamo mai);
  • non volendo farla neanche la sera prima di andare a letto e non mettendo il pannolone si è ritrovata un paio di volte bagnata fradicia nel cuore della notte a negare che fosse pipì (mentre la lavavo con pazienza non mancavano i suoi conati di vomito anche in assenza di puzzo);
  • per evitare di sentire l'odore interrompe spesso la minzione e se ne va senza averla fatta tutta.

Può causare qualche danno il trattenere e/o interrompere spesso la minzione? Se sì di quale genere o gravità e come posso ovviare? Come posso aiutarla psicologicamente a compiere un atto così frequente e naturale? Al mare o all'aperto fa la pipì in piedi piuttosto tranquillamente e senza il solito problema. Mi rassicura il fatto che non mi chieda di rimetterle il pannolone col quale sa che farebbe pipì in tutta tranquillità.

Passiamo alla cacca! Ho seguito purtroppo le orme di mia cognata e per fare la cacca le metto il pannolone anziché invitarla sul water! è solo un passaggio in più o è un modo incompleto e scorretto di abbandonare il pannolone? Lisa è sempre stata un po' stitica nonostante il passato di verdura e l'omogeneizzato alla prugna. Basta che stia un giorno senza farla e sono dolori: prima rifiuta di farla perché ha male poi un grande impegno pianti e sudarelle fino all'esito finale (un grosso agglomerato di pallini di pietra) ed è veramente "festa"! Dopo aver consultato vari articoli in proposito e letto che l'evacuazione va educata (preferibilmente sfruttando il riflesso gastro-colico un'ora dopo il pasto), approfittando delle ferie abbiamo incominciato a fargliela fare a "comando" ("..impegnamoci a fare la cacca mentre leggiamo o giochiamo con questo!") devo dire che nonostante il nostro iniziale scetticismo il risultato è stato sempre ottenuto. Data la delicatezza dell'argomento preferisco avere da Voi una conferma! C'è qualche controindicazione? È corretto e giusto adottare questo "invito"? Può provocare una qualche dipendenza o al contrario aiuta? Se dice che non le scappa è poi bene insistere e leggere tra le righe o è bene tralasciare? Aggiungo, anche se può non essere attinente, che Lisa ha abbandonato il suo adorato ciuccio da circa 40 giorni "grazie" ad un odioso Coxaki virus (afte in tutta la bocca e soprattutto sulla lingua) che impedendole irrimediabilmente di utilizzarlo glielo ha fatto destinare consapevolmente al suo pediatra che all'ultima visita glielo aveva chiesto in cambio di un lecca-lecca.

 

Gentile Signora,
la Sua descrizione è molto minuziosa e La ringrazio per ogni elemento informativo sicuramente degno di analisi. Eppure, nonostante la Sua dettagliata esposizione del problema, La devo informare sui limiti delle consulenze a distanza che non possono e non potranno mai sostituire i colloqui personali che offrono enormi possibilità ai fini di una ulteriore e più integrata comprensione del sistema problematico. Ad esempio, non so se e come la bambina reagisce all'odore emanato dagli altri componenti familiari e non so se entra in bagno dopo che c'è stato qualcun altro o durante., come invece so di certo che fa LEI quando la piccola sta urinando o defecando.

Lei mi scrive che di tutte e due, della pipì e della cacca, avete "sempre parlato tanto bene e sempre fatto tanta festa". Forse troppa. Fare i bisogni è una cosa fisiologica e non può non essere naturale. Lei questo lo sa, ma con i comportamenti che adotta di fronte a Sua figlia le fa capire invece l'esatto contrario. Spesso i bambini, specialmente se piccoli, percepiscono più il COMPORTAMENTO NON VERBALE dei genitori che non quello verbale. Anche se Lei dunque spiegasse nel modo più perfetto tutte le naturali ragioni e tutte le naturali ovvietà della pipì e della cacca A PAROLE, le emozioni, i gesti, gli sguardi invece PARLEREBBERO UN'ALTRA LINGUA. I bambini percepiscono molto bene tutto ciò che succede a livello epidermico o subepidermico nei genitori: ansia, apprensione, tensione, preoccupazione, timore. A maggior ragione percepiscono i comportamenti lampanti e visibili: offrire la bandana profumata davanti al naso, unire le gambine per limitare l'odore, ecc. Io non credo proprio che la bambina potrà "scoppiare" un giorno dalla troppa urina in vescica o dalle proprie feci in pancia qualora non sarà aiutata nei bisogni fisiologici!

Presupponendo di poter escludere dei problemi dallo stretto punto fisico (vedo che siete in continuo rapporto con il pediatra!), esclusi dunque reali bruciori o simili durante l'orinazione, ed esclusa anche la stitichezza come causa del comportamento della piccola, avanzerei decisamente la proposta di CAMBIARE rilevantemente la modalità di interporsi con la bambina. Non da un giorno all'altro e troppo drasticamente, ma cominciando oggi stesso. I primi tempi saranno duri, la stitichezza probabilmente aumenterà (attenzione alla dieta alimentare!); forse anche le orinazioni nelle mutandine, se questo dovesse succedere per diverse volte (diciamo due o tre o quattro), rimettetele pure il pannolino tranquillamente. Dopo uno o più giorni riprovate a ri-toglierglielo, e se dovesse nuovamente bagnare le mutandine più di una volta, rimettetele nuovamente il pannolino.

NON stia più vicina alla bambina quando è al bagno, a parte il fatto di darle una mano per sedersi sulla riduzione del water se dovesse chiedere esplicitamente di usare questo e non il vasino, e si faccia chiamare a voce alta (visto che si troverà in un'altra stanza) per aiutarla quando ha finito (o non finito, o neanche cominciato). Le permetta di portarsi tutti i giocattoli o libri che vuole, ma NON stia con lei mentre sta sul vasino o sul water e NON faccia alcun commento sul "risultato fisiologico" finale (o sull'assenza del risultato fisiologico finale). Trattenere e/o interrompere la minzione NON causa danni, anzi, nella cura di alcune patologie urologiche si consiglia proprio l'esercizio di interrompere la minzione. NON chieda alla bambina se ha gli stimoli.e non la inviti a fare i bisogni. I bisogni verranno da soli quando saranno veramente bisogni. Non si metta più nella situazione di dover assistere ai conati di vomito, lasci dunque la piccola da sola mentre è in bagno (sul vasino o sul water). Se non potrà evitare (dovendole cambiare il pannolone o facendola scendere dal water) di assistere ai conati di vomito o alle eventuali lamentele o insofferenze sull'odore , NON LA CONTRADDICA dicendo che la sua cacca e la sua pipì non puzzano oppure dicendole che hanno un odore strano ma che questo è normale e naturale. Se la bambina vuole sentire la puzza, provi allora a sentirla anche Lei e a reagire (non già con le parole ma dapprima con lo sguardo e il viso) con un ACCENNO DI DISGUSTO, non esagerato e non esagerando, ma comunque appena percepibile per la piccola.

Il dottor Luciano Pasqualotto nella consulenza "Fase orale o anale?" scrive: "espellere-trattenere.e per estensione rifiutare, controllare, possedere". La piccola trattiene la SUA puzza, e non la rifiuta, ovvero non la espelle. Ma come può iniziare a voler espellere una cosa che secondo sua madre non puzza? Certo che puzza! Fuori! Non è bene che rimanga dentro il pancino. Cara Signora, se vuole lo dica anche alla piccola, ma in coerenza con il comportamento non-verbale. Non stia allora troppo vicina alla puzza!

NON assilli con apprensione una personcina mentre tenta di capire e di fare i suoi bisogni. NON può possedere né tanto meno controllare i bisogni di un'altra persona. Lasci che la bambina riconosca i SUOI bisogni e non si sostituisca alla piccola, volendo "possedere e controllare" ciò che non appartiene a Lei-madre. Forse mi risponderà che devono essere i genitori ad aiutare i bambini a riconoscere i loro bisogni. Ebbene, questo è vero, ma forse Lei lo ha fatto TROPPO finora. L'educazione è anche educazione all'autonomia. Auto significa da sé. Lasci che la bambina possa riconoscere da sé i SUOI bisogni e significati e NON parli al posto suo, volendosi (più o meno consciamente) SOSTITUIRE alla piccola.

Il problema della sostituzione è un problema (spesso inconsapevole) di tanti genitori, soprattutto delle madri. Soffermiamoci allora ancora un attimo sul CONCETTO DI SOSTITUZIONE. Lei-madre, mentre desidera che la bambina pensi o parli con la ragionevolezza di un adulto (del tipo "l'odore è normale"), desidera di sostituirsi a lei , ma nel contempo la contraddice. La bambina dice "che puzza!" o "brutto vai via!" (cfr. la Sua precedente lettera), mentre invece Lei-madre dice (o vorrebbe che la bambina dicesse o vorrebbe che la bambina sostituisse il suo vissuto con) "no, non puzza tanto., l'odore e normale" o "no, dai, che non è tanto brutto.". Come vede, il concetto di SOSTITUZIONE in questo caso diventa SINONIMO PARADOSSO DI CONTRADDIZIONE. I bambini sani reagiscono alla confusione che crea in loro il paradosso della sostituzione = contraddizione, adottando le più diverse modalità. Una tipica è questa di Sua figlia: più Lei-madre si sforzerà a "contraddirla", più la bambina si sforzerà a "contro-contraddirLa". Il risultato è che l'odorato del puzzo, INVECE DI DIMINUIRE AUMENTERÀ. E la persona brutta o la cosa brutta, invece di dimostrare anche i suoi lati belli, diventerà ancora più brutto.

Modifichi le modalità di interporsi con Sua figlia, e provi a NON contraddirla: "Sì, effettivamente puzza ben un po'!" Con questo non intendo dire che Lei-madre debba sempre dare ragione a Sua figlia e che deve essere sempre comprensiva di fronte a tutto. Anche Lei-madre ha il pieno diritto e dovere di esternare disappunto, disgusto, di non poterne più. Essere TROPPO COMPRENSIVA a volte si può trasformare in un essere TROPPO APPRENSIVO ed è proprio questo il punto centrale. Importantissimo dunque che una nuova ed alternativa modalità di interporsi con la bambina si allarghi a tutta la giornata e non si limiti al solo momento del bisognino. Il problema attuale (puzza, conati di vomito) non è IL problema, ma solo un sintomo con il quale la piccola esterna un malessere. Per far sì che questo sintomo non scompaia per essere invece sostituito un giorno da un altro sintomo, è dunque importante che le conceda in generale maggiore autonomia. Questo non significa che Lei-madre debba accettare e comprendere tutto quello che farà la bambina. Un conto sono le regole e la Sua necessaria coerenza con la quale esige che vengano osservate dalla piccola, un altro è invece la tentazione di SOSTITUIRE in continuazione i pensieri e i commenti (autonomi!) della bambina con i Suoi. Non che non debba più dare alcun "suggerimento" alla piccola, ma SUGGERIRE non significa NÉ CONTRADDIRE (= no, non puzza tanto...), NÉ IPERCOMPRENDERE (= la bendina profumata.).

 

 


copyright © Educare.it - Anno I, Numero 11, ottobre 2001