- Categoria: Editoriali
- Scritto da Laura Alberico
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Caro amico ti scrivo...
Sulle parole della canzone di Lucio Dalla abbiamo iniziato a renderci conto di cosa sia veramente la guerra, una parola legata ad avvenimenti lontani che i libri di storia ricordano con le sconfitte e le vittorie degli opposti schieramenti. Il dramma della guerra ha aperto uno scenario più vicino alla nostra nazione, i confini territoriali sono diventati fragili baluardi da difendere e ridefinire in attesa di una tregua che si fa desiderare. I bombardamenti a tappeto hanno reso le strade deserte, le macerie degli edifici hanno cambiato il volto delle città, della quotidianità che in pochi giorni è svanita cambiando radicalmente la vita di tante persone. Vivere allo scoperto è diventato un rischio troppo alto, per questo intere famiglie hanno trovato un rifugio più sicuro, sono sorte città ipogee dove ognuno ha trasportato il necessario per la sopravvivenza, i pochi beni materiali ed affettivi per cercare di ricreare uno spazio ideale più che concreto.
Il diario di questa guerra ci mostra l'esodo di adulti e bambini costretti a cercare accoglienza oltre il confine, il dramma di famiglie in attesa di notizie dei loro cari che spesso non riescono a contattare. Anche " i sacchi di sabbia vicino alle finestre" sono diventati una realtà difficile da capire e interpretare, ci si difende anche così per conquistare la libertà e l'indipendenza e resistere alla morsa a tenaglia che la superpotenza russa ha organizzato come fine tattica militare. Scopriamo ogni giorno che l'anno che verrà è ancora tutto da inventare e ricostruire, mettendo alla prova le paure più recondite di una vita ai margini della vita stessa. Forse questa guerra ci ha insegnato che le barriere e i confini territoriali sono solo un artefatto geografico, che il volto triste e disperato di un amico sconosciuto può far nascere una nuova vicinanza, una accoglienza ideale o concreta capace di infondere sicurezza e serenità per chi ora ne ha tanto bisogno. "Caro amico ti scrivo così mi distraggo un pò e siccome sei molto lontano più forte ti scriverò..."