Educare.it - Rivista open access sui temi dell'educazione - Anno XXIII, n. 9 - Settembre 2023

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Integralismo sanitario

integralismo sanitarioGiusto un anno fa avevamo descritto la gestione dell’emergenza sanitaria attraverso la metafora della religione di stato. Un’immagine efficace, poi ripresa da molti altri opinionisti e commentatori. Con il Decreto Legge del 1 aprile 2021, n. 44, si compie un passo in avanti: l’Italia diventa formalmente un Paese di integralismo sanitario.

Che stesse succedendo, di fatto, lo si avvertiva: una narrazione unica della situazione sanitaria da parte di soloni/sacerdoti cui è stato dato il potere di limitare le libertà civili, sospendere le attività produttive, chiudere le scuole, mettere alla gogna colleghi sanitari, anche di elevato profilo, che hanno provato ad introdurre ragioni scientifiche e pratiche di cura non allineate alla versione di stato. L’integralismo, per definizione, non ammette contradittorio, aborrisce il libero pensiero e richiede sottomissione fideistica. L’ultima a farne le spese, in ordine di tempo, è stata la web tv Byoblu, che da 14 anni propone contenuti di approfondimento: duemila interviste a giudici della Corte Costituzionale, politici, economisti, magistrati, avvocati, giornalisti, intellettuali, duecento milioni di visualizzazioni video. Questa volta Youtube non censura un singolo video, ma chiude l’intero canale. Va detto che Byoblu è l’editore del bestseller “Eresia. Riflessioni politicamente scorrette sulla pandemia di Covid-19” del medico Massimo Citro. Un duro colpo anche per la libertà di stampa, un avvertimento ai giornalisti (me compreso). Quelli che compaiono sui media nazionali hanno il ruolo di alimentare la paura dei contagi e di convincere che la salvezza va risposta solo sul vaccino. La religione di stato ha trovato il suo salvatore (al momento una trinità: Pfizer, AstraZeneca, Moderna) e sottrarsi equivale a bestemmiare. Di fronte a questo salvatore, acquistato con soldi pubblici che ora sono inesauribili, si sono genuflesse quasi tutta la classe politica e le chiese. Eppure, ragioni che invitano quanto meno alla prudenza non mancano (vedi |vedi |vedi). Anche uno sguardo ai dati pubblicati dall’Istituto Superiore di Sanità, aggiornati al 30 marzo 2021, consentirebbe di avere una visione più obiettiva della situazione sanitaria. Si omette poi di spiegare che i malati di Covid-19 sono solo il 10% delle persone che risultano positive al virus Sars-Cov-2. Infine, non si comprende perché anche coloro che sono stati vaccinati debbano essere sottoposti a quarantena in caso di contatto con una persona positiva al Covid, al pari dei non vaccinati.

In questo panorama si inserisce il Decreto n. 44/2021 recante “Misure urgenti per il contenimento dell'epidemia da COVID-19, in materia di vaccinazioni anti SARS-CoV-2, di giustizia e di concorsi pubblici”: in essi si prevede, tra l’altro, l’obbligo per «gli esercenti le professioni sanitarie e gli operatori di interesse sanitario che svolgono la loro attività nelle strutture sanitarie, sociosanitarie e socio-assistenziali, pubbliche e private, farmacie, parafarmacie e studi professionali […] a sottoporsi a vaccinazione» (art. 4). Per coloro che si rifiutano, il Decreto ha previsto il demansionamento o, più facilmente, la sospensione dal lavoro e dallo stipendio. L’obbligo vaccinale è già vigente per forze armate e polizia locale. Se il modello di riferimento è quello realizzato in Israele[1], è probabile che seguiranno presto altre misure coercitive. Intanto alcuni Dirigenti Scolastici stanno anticipando i tempi. Lo zelo è una caratteristica dei sistemi integralisti.

Quello che più dovrebbe far riflettere è l’adesione acritica a questa religione di stato della maggior parte degli italiani e dei politici che li rappresentano. Molte persone sono così stremate da questa situazione, psicologicamente ed economicamente, che farebbero qualsiasi cosa pur di tornare ad una parvenza di normalità. Forse anche rinunciare ad una repubblica veramente democratica, fondata sul lavoro (e non sui ristori)?

 

[1] I media raccontano che in Israele, grazie al “Green Passport”, si stia tornando alla “normalità”. Purtroppo, si omette di dire che questa nuova “normalità” consista di fatto nel dare accesso ai luoghi pubblici ai soli vaccinati (a cui comunque continuano ad essere imposti mascherine e distanziamento sociale anche dopo la seconda e terza dose). Chi non vuole vaccinarsi viene sottoposto a minacce e tentativi di coercizione, rischia di perdere il lavoro e non può entrare più né al cinema, né in teatro, né in piscina, né nei centri sportivi, né in alcuni centri commerciali.


copyright © Educare.it - Anno XXI, N. 4, Aprile 2021 
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