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La vulnerabilità del bambino con autismo in Pronto Soccorso

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autismoL’accesso di bambini con Disturbo dello Spettro Autistico (ASD) nell’ambiente caotico di un Pronto Soccorso è un momento critico per il personale sanitario, perché spesso deve gestire reazioni imprevedibili. Attraverso una esplorazione della letteratura internazionale, l’articolo esamina le difficoltà che il bambino autistico e la propria famiglia vivono ogni volta che accedono all’ospedale in situazioni di emergenza, identificando alcune condizioni che consentono una migliore presa in carico da parte del personale sanitario.

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Disability manager o Disability management? Una prospettiva inclusiva per il mondo del lavoro

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disability managementIl Disability management è metodologia in uso nei paesi Nord Americani dagli anni ’80 per promuovere il benessere e la salute, per gestire in modo efficace i lavoratori in situazioni di disagio e favorire la creazione di un ambiente inclusivo per le persone con disabilità. Con questo articolo il nostro intento è di contribuire al dibattito con la presentazione dell’esperienza quindicennale del Centro Polifunzionale Don Calabria di Verona nell’applicazione di un modello di Disability management che tiene conto della complessità delle situazioni di cui ci si deve occupare, certamente non risolvibili esclusivamente a livello gestionale o normativo.

 

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L'attività motoria per pazienti psichiatrici

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imgLe patologie psichiatriche più gravi, come la depressione maggiore, la schizofrenia e i disturbi bipolari, beneficiano degli effetti dell’attività motoria. Affinché questa attività possa diventare una consuetudine quotidiana del paziente, è bene che i luoghi deputati alla cura e alla riabilitazione psichiatrica strutturino al loro interno un laboratorio di educazione al benessere, che abbia come obiettivo operativo l’educazione agli stili di vita salutari.

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Persone disabili e accessibilità: il progetto A.D. Arte per i musei statali

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logomibact 2013L’articolo, partendo da un breve excursus normativo, si propone di dare diffusione al progetto ministeriale “AD Arte - L'informazione. Un sistema informativo per la qualità della fruizione del patrimonio culturale da parte di persone con esigenze specifiche”. Il progetto, promosso dal Ministero per i Beni Culturali, ha visto il personale interno, in forza a tutte le tipologie di istituti culturali nazionali, dare avvio ad una verifica sull’accessibilità ai luoghi della cultura da parte di soggetti con esigenze specifiche.
Attraverso la messa in atto di una serie di rilevazioni guidate da opportuni strumenti, preceduti da un corso fruibile in modalità web, il MIBAC ha ricavato, per ogni ambiente accessibile al pubblico, dati da utilizzare come fonte di informazione certa per tutti coloro che esprimono il desiderio di visitare i luoghi del patrimonio culturale italiano. L’obiettivo è dare la possibilità al visitatore, qualora mostrasse particolari esigenze derivanti da ogni tipo di difficoltà, di pianificare la visita in base ai propri bisogni.

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Disabilità intellettiva e affettività: spunti dalla letteratura internazionale

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disabiliLa letteratura psicopedagogica si è occupata largamente dell'apprendimento e dell'inserimento sociale della persona con disabilità intellettiva ma poco della sua sessualità.
A differenza di quanto comunemente si pensa, la disabilità intellettiva non inibisce la libido né rende la pulsione sessuale della persona con disabilità sostanzialmente diversa da quella del normodotato. La sessualità e l'affettività degli individui è regolata dai centri del Sistema Nervoso Centrale, in particolare dal sistema limbico. Nel caso di persone con disabilità intellettiva è molto probabile che queste componenti non vengano compromesse dal Ritardo: questo significa che la dimensione della sessualità appartiene a un ambito potenzialmente sano.
L’articolo presenta una rassegna delle posizioni degli studiosi più autorevoli in questo ambito.

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Esperienze occupazionali di persone con autismo

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autismo adultoCosa succede ai bambini autistici quando diventano grandi? Questa è una delle domande che ogni famiglia si pone al momento della scoperta della disabilità che caratterizza il proprio figlio (1). Il destino della grande maggioranza delle persone con autismo è che rimangono in famiglia finché i genitori sono in grado di accudirle e poi vengano accolte in strutture residenziali con altri disabili. Certamente un passo avanti se si considera che fino a qualche decennio una persona autistica era destinata verso l'ospedale psichiatrico o i grandi Istituti di ricovero. Ma anche questi uomini e queste donne hanno il diritto di costruire il proprio futuro, di avere un lavoro e, soprattutto, di avere le stesse opportunità dei loro coetanei.
In questo articolo si presentano alcune testimonianze ed esperienze di positivo sostegno all'integrazione lavorativa di persone con autismo "ad alto funzionamento".


 

Autrice: Adalgisa Paluzzi, laureata in Progettazione e gestione degli interventi sociali ed educativi presso l'Università degli Studi del L'Aquila. Attualmente in formazione per conseguire il Master in Consulenza pedagogica nei contesti educativi di formazione permanente.

copyright © Educare.it - Anno XV, N. 1, Gennaio 2015

L'articolo completo è disponibile in allegato per gli abbonati.

Breve storia della disabilità

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disabilità socialeNel corso della storia occidentale l'uomo, nella ricerca della normalità e della perfezione, ha cercato di adeguarsi tenacemente ai canoni proposti dalla cultura dominante, respingendo le categorie di diversità fisica e mentale. L'analisi storica che proponiamo in questo studio parte dal presupposto che il concetto di disabilità debba tener conto del bagaglio di immagini che ha plasmato nel bene e nel male la cultura contemporanea, dando vita a stereotipi e stigmi che ancora oggi condizionano, a volte in maniera inconsapevole, le nostre interazioni sociali.

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La strada verso l'inclusione scolastica: una rassegna delle principali tappe

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inclusioneLa scuola italiana, rispetto a quella degli altri Paesi occidentali, vanta una tradizione d’avanguardia nell'integrazione degli alunni con disabilità. La recente normativa sui Bisogni Educativi Speciali ha riacceso il dibattito pedagogico sui temi dell’inclusione, dibattito che può essere meglio compreso se inserito in una prospettiva storica.

Con il presente articolo ci si propone di effettuare una ricognizione delle tappe che hanno caratterizzato il percorso dell'integrazione scolastica e che hanno portato alla configurazione organizzativa e didattica attuale.

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La "speciale normalità" narrata nella fiaba

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L’utilizzo della fiaba con alunni diversabili o, più specificatamente, in contesti di “speciale normalità [1]”, laddove, cioè, sussistono dei “Bisogni Educativi Speciali [2]”, è ormai comprovata nei suoi risultati positivi al fine di perseguire la cosiddetta “integrazione di qualità”, integrazione che interessa non solo gli alunni con difficoltà ma tutti gli attori coinvolti nel processo di apprendimento: gli insegnanti, tutti gli alunni, i famigliari, l’organizzazione scolastica nel suo complesso.

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Apprendimento e Sindrome Post Traumatica da Stress

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È sempre più diffusa l'opinione che l'approccio "biologico" sia importante per comprendere l'apprendimento e i suoi processi. Questo metodo ci consente di identificare i meccanismi fisiologici responsabili dei pattern di apprendimento descritti da educatori e formatori, e di studiare l'evoluzione del rapporto tra comportamento e sistema nervoso.
La relazione tra PTSD, ovvero sindrome del disturbo post traumatico e i disturbi dell'apprendimento è stata accertata da numerose ricerche. Come già riportato dagli studi pioneristici di Hebbs (1), l'apprendimento avviene per l'instaurarsi di nuove connessioni tra neuroni di uno stesso centro e tra centri sensoriali diversi. Nel corso dell'apprendimento o durante il processo di memoria aumentano le connessioni sinaptiche tra neuroni e neurotrasmettitori. Questo tipo di meccanismo comporta la modifica delle connessioni sinaptiche preesistenti.

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Non si può restare soli (sulla disabilità e la solitudine)

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Il testo della canzone di Ligabue “Certe notti”, così come altri del cantautore, è uno di quei testi che si fissano nel pensiero. Vi sono alcune parti che, in virtù di un’alchimia fatta di suoni e parole, hanno il potere di pervadere – come un sottofondo – il pensiero. In questi casi, succede di canticchiarli inconsapevolmente per ore.

Mi è successo di sentire canticchiare vicino a me il brano “Non si può restare soli, certe notti qui”. La voce proveniva da un ragazza su una carrozzella. Il tono era triste, tipo cantilena. Lo sguardo era perso nel vuoto. Ho approfondito. Ho scoperto che la sua infermità è la conseguenza di una malattia che l’ha colpita quando aveva 23 anni. Prima, era una ragazza come tante altre. Ora, è affetta da una malattia degenerativa che progressivamente le sta portando via la vita. È difficile pensare come si possa sentire una persona nella sua situazione. Io, esperto di disabilità, non avevo prima d’ora messo a fuoco il problema della solitudine di chi ha una disabilità.

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Sofferenza mentale e società

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La psichiatria è la scienza che studia la sostanziale impotenza dell'uomo davanti alla follia. La malattia mentale è ancora permeata di pregiudizi e poco conosciuta: la famiglia colpita vive in clima di incertezza e di totale insicurezza nei confronti dell'esterno ed arriva a sconfinare in un'iperprotettività il più delle volte eccessiva, privando il malato di una potenziale autonomia necessaria per uno sviluppo più efficace all'interno della società.

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L'autismo e L'AERC: una proposta terapeutica

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L’autismo è una sindrome neurobiologica diffusa che di solito compare entro i primi tre anni di vita, ha un’incidenza pari all’uno per mille della popolazione ed è equamente distribuita in ogni parte del mondo, con un rapporto di uno a quattro tra femmine e maschi.

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Le afasie e le anomalie del sistema nervoso: filo diretto tra cervello e linguaggio

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Il linguaggio è una capacità esclusiva della specie umana e circa 6000 sono le lingue attualmente parlate in ogni parte del mondo. Espressione del pensiero, il linguaggio è il più complesso sistema di comunicazione che assolve alla funzione della regolazione sociale ed alla elaborazione interna delle conoscenze.

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La funzione dei sussidi nell’apprendimento delle persone con bisogni educativi speciali

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La prospettiva culturale recentemente adottata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità in tema di disabilità sta portando ad una revisione dei servizi e, in parte, della stessa pedagogia speciale. Nella prima versione dell’ICF (Classificazione Internazionale della Disabilità, del Funzionamento Umano e della Salute), pubblicata nel 2001, la disabilità viene infatti definita non come un attributo della persona, ma come una situazione che nasce dal divario tra lo stato di salute di quella persona e i fattori contestuali dell’ambiente in cui vive.

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X-Fragile, sfide pedagogiche: dalla diagnosi all’autonomia

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Le Associazioni Nazionali dei familiari di persone affette da Sindrome X-Fragile di Spagna, Belgio, Francia ed Italia hanno iniziato ad incontrarsi per creare un’Associazione europea. In veste di soci europei, infatti, gli aderenti si muovono con maggior incisività, decisi ad ottimizzare le risorse di ogni gruppo nazionale, al fine di ottenere risultati concreti per i propri parenti e stimolare la ricerca scientifica riguardo la sindrome.

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Riflessioni su un posto vacante: l’avvocato della salute

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Il percorso che si trova ad affrontare una persona con disabilità, o diversabilità come spesso si usa dire, è costellato di piccoli e grandi problemi. Il panorama attuale è ricco di iniziative che cercano di aiutare le persone con disabilità ad affrontare tali problemi e a trovare le soluzioni più adeguate alle loro esigenze: il sistema dei servizi che fanno direttamente capo alla A.S.L., le cooperative sociali (o altre forme associative) che con la loro creatività danno corpo a questi servizi e creano opportunità per sostenere i soggetti in questione e le loro famiglie.

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Non dite "poverino"

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"Quando mi guardate, non dite poverino"!!!
Questa è la richiesta che ci rivolge un bambino di 11 anni affetto da paraplegia. Lui, da come riferisce l’articolo apparso recentemente su una nota rivista, è felice di vivere su una sedia a rotelle. Però, quando va a passeggio con i suoi genitori o con gli amici, non gli piace che noi lo guardiamo con uno sguardo di commiserazione e di pietà.

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Speciale normalità. Interventi del Servizio Sociale Professionale per l’integrazione scolastica

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Il concetto d’integrazione nasce già negli anni settanta, determinando nella scuola la volontà di realizzare percorsi metodologici adattati ai bisogni di ciascuno, bisogni che emergono e s’impongono grazie ad una serie d’interventi legislativi e di nuovi modelli socio-pedagogici, che mettono al centro del processo educativo lo sviluppo della personalità dell’allievo e la sua capacità di comunicare e di apprendere.

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Arte-terapia e handicap

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La differenza tra i significati che può assumere il termine “cura” può essere colta, con terminologia anglosassone, tra l’espressione to cure e to care. Il termine to cure ha acquisito il significato di “tecnica guaritiva”; col verbo “curare” di solito si intende “guarire” una malattia con un determinato farmaco o trattamento. Con to care si intende la therapeuein greca, un “prendersi cura di”. Esprime un interesse sollecito verso qualcuno di cui si desidera occuparsi, con un’attenzione particolare rivolta alla persona nella sua interezza, puntando ad uno sviluppo del potenziale umano rispettando i limiti.

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Un nuovo strumento per analizzare i molteplici aspetti della disabilità: la classificazione ICF

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icfL’Organizzazione Mondiale della Sanità ha elaborato nel 2001 uno strumento di classificazione che analizza e descrive la disabilità come esperienza umana che tutti possono sperimentare. Tale strumento, denominato ICF, propone un approccio all’individuo normodotato o con disabilità dalla portata innovativa e multidisciplinare.

Con il presente articolo si vogliono delineare le principali caratteristiche relative alle classificazioni che hanno preceduto l’ICF, analizzando gli aspetti innovativi della stessa. Tale strumento, poco conosciuto e utilizzato in ambito educativo, rappresenta una importante fonte di analisi del mondo della disabilità. [vedi gli strumenti per l'educazione speciale sviluppati a partire dall'ICF]

Le Classificazioni Internazionali elaborate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità: ICD e ICIDH

A partire dalla seconda metà del secolo scorso l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha elaborato differenti strumenti di classificazione inerenti l’osservazione e l’analisi delle patologie organiche, psichiche e comportamentali delle popolazioni, al fine di migliorare la qualità della diagnosi di tali patologie.
La prima classificazione elaborata dall’OMS, “La Classificazione Internazionale delle malattie” (ICD, 1970) risponde all’esigenza di cogliere la causa delle patologie, fornendo per ogni sindrome e disturbo una descrizione delle principali caratteristiche cliniche ed indicazioni diagnostiche. L’ICD si delinea quindi come una classificazione causale, focalizzando l’attenzione sull’aspetto eziologico della patologia. Le diagnosi delle malattie vengono tradotte in codici numerici che rendono possibile la memorizzazione, la ricerca e l’analisi dei dati.

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La prospettiva lavorativa nell'educazione delle persone diversamente abili

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Al di fuori dei circuiti assistenziali, il futuro di un giovane diversamente abile non può essere separato dalla necessità di avere un'occupazione. Il lavoro si impone come una prospettiva fondamentale nell'educazione di una persona, anche quando vi sono menomazioni, disabilità ed handicap.

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Teorie e tecniche educative relative all'autismo infantile: una panoramica

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Questo lavoro vuole essere una panoramica di facile comprensione sulle principali teorie e tecniche educative riguardanti un tema assai complesso quale l'autismo infantile.
Credo che possa costituire un valido supporto a tutti coloro che operano nel campo educativo e dunque hanno necessità di tenere sempre aggiornate le basi metodologiche.

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Cecità congenita, cecità tardiva ed ipovisione. Implicazioni cognitive, comportamentali ed emozionali, suggerimenti metodologici

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Le implicazioni psicologiche e comportamentali della cecità congenita, della cecità insorta e delle varie tipologie di ipovisione sono state oggetto nel tempo di ricerche psicologiche via via sempre più impegnate, approfondite e specifiche.

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La famiglia dell'alunno disabile

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L'integrazione sociale delle persone diversamente abili non può in alcun modo prescindere dal contesto familiare. 
La condizione di disabilità fra i giovani comporta una loro permanenza nel nucleo d'origine; si riscontra così che il 34% dei disabili, d'età compresa tra i 25-44 anni vive con i genitori (rispetto al 19% dei non disabili), e che ben il 17% dei disabili della stessa età vive con un solo genitore (rispetto al 6% dei non disabili). 

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L'adolescente con debolezza mentale

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La debolezza mentale è spesso una normalità negata che, in modo particolare nella fase di uscita dall'infanzia, assume una connotazione di profonda sofferenza psicologica: gli adolescenti con tale deficit vorrebbero essere (e per molti aspetti lo sono) come i loro coetanei ma soprattutto a scuola segnano il passo, la diversità si accentua e l'handicap, seppur lieve, si consolida.

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L'inserimento dei bambini affetti dalla sindrome del cri du chat nella scuola dell'obbligo

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L'inserimento del bambino con Cri du Chat nella scuola dell'obbligo comporta alcune linee comuni che possono essere generalizzate alla maggioranza dei casi.
La scuola ci indica già negli obiettivi di minima, i punti da raggiungere: leggere scrivere e far di conto. Qualcuno a questo punto obietterà: che questi sono bambini con un grave handicap.

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I bisogni educativi speciali tra integrazione, inclusione e progettualità

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autismoIn questo articolo intendo proporre una riflessione sulle problematiche educative e relazionali connesse alla presenza di bisogni educativi speciali, facendo particolare riferimento alle patologie gravi della relazione nell’infanzia. In particolare si evidenzieranno le problematiche psicopedagogiche e relazionali che possono crearsi all’interno del sistema educativo.
Dopo una panoramica sui bisogni educativi speciali e dopo aver individuato e definito l’ambito specifico dei disturbi pervasivi dello sviluppo, andrò ad approfondire gli aspetti legati all’integrazione scolastica e sociale. Passerò poi a considerare la patologia secondo un’ottica sistemico-relazionale, per poi delineare le competenze, gli ambiti di intervento e il ruolo specifico di una necessaria e fondamentale figura di raccordo tra le risorse, i professionisti e i sottosistemi in gioco affinché sia possibile progettare e attuare percorsi integrati scuola-famiglia-territorio di efficace valenza preventiva e di supporto psico-sociale.

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