- Categoria: Studi e articoli sulla disabilità
- Scritto da Vincenzo Amendolagine
L'attività motoria per pazienti psichiatrici
Le patologie psichiatriche più gravi, come la depressione maggiore, la schizofrenia e i disturbi bipolari, beneficiano degli effetti dell’attività motoria. Affinché questa attività possa diventare una consuetudine quotidiana del paziente, è bene che i luoghi deputati alla cura e alla riabilitazione psichiatrica strutturino al loro interno un laboratorio di educazione al benessere, che abbia come obiettivo operativo l’educazione agli stili di vita salutari.
Patologie mentali ed attività sportiva
È un dato acclarato che le attività motorie producono effetti benefici sia sulla sfera mentale che fisica degli individui. Chi è affetto da grave patologie mentali presenta una qualità della vita scadente sia per le problematiche fisiche che per quelle psicosociali. L’attività fisica, intervenendo su entrambe le condizioni, migliora il vissuto quotidiano di questi pazienti. In generale, le attività motorie ottimizzano le condizioni fisiche dell’individuo, avendo una funzione preventiva nell’insorgenza di alcune malattie e curativa laddove esse siano già presenti. Si allude prevalentemente alle malattie cardiovascolari, al diabete e all’obesità. I pazienti psichiatrici presentano, frequentemente, in associazione al disturbo mentale, ipertensione, diabete, malattie respiratorie e malattie cardiovascolari. Inoltre, essi hanno un’aspettativa di vita inferiore di 10 - 15 anni rispetto alla popolazione generale [1].
Relativamente alle patologie psichiatriche, quella che trae il maggior giovamento dall’attività fisica è senza dubbio la depressione, anche se non mancano effetti positivi, anche se più modesti, sulle altre patologie [1].
Frequentemente l’uso di antipsicotici di seconda generazione, utilizzati per le patologie più gravi, induce un incremento di peso, sovente aggravato da uno stile di vita sedentario e da un regime alimentare poco salutare [2].
L’American College of Sport Medicine [3] ha individuato in tre sessioni settimanali, di 20 - 60 minuti ciascuna, il livello minimo efficace di attività motoria. A questo riguardo con i pazienti psichiatrici bisognerebbe intervenire su tre fronti, ovvero:
- ristrutturare lo stile di vita in modo che possano comparire comportamenti salutari;
- riorganizzare le abitudini alimentari, attraverso dei programmi dietetici ipocalorici;
- promuovere le attività motorie sia nella forma strutturata che in quella non strutturata [4].
Quelle che hanno più successo sono le attività motorie non strutturate, come il camminare. Anche se non mancano di efficacia le sedute di gruppo di ginnastica aerobica a basso impatto [5]. Trattandosi di pazienti in cura farmacologica e con uno stile di vita sedentario, le attività motorie devono essere avviate con gradualità e sotto la supervisione di personale esperto.
Il laboratorio di educazione al benessere
Affinché queste sollecitazioni possano andare a buon fine è necessario educare i pazienti al cambiamento, attraverso strategie pedagogiche e di counselling. A tal proposito sarebbe opportuno che i luoghi deputati alla cura e alla riabilitazione psichiatrica abbiano al loro interno un laboratorio di educazione al benessere, che diventi parte integrante del percorso terapeutico-riabilitativo.
Gli obiettivi perseguiti dal laboratorio di educazione al benessere devono essere i seguenti:
- avere coscienza di sé e della propria corporeità, attraverso una padronanza degli schemi motori, delle capacità coordinative e delle abilità motorie;
- capire che il proprio benessere psicofisico è legato alla cura del corpo, dell’alimentazione e dello stile di vita quotidiano;
- comprendere che il corpo può essere uno strumento per esprimere la propria soggettività, per relazionarsi con l’alterità e con l’ambiente circostante;
- incrementare l’autostima e l’autoefficacia mediante una percezione positiva dell’esperienza motoria.
Note Bibliografiche
- Giuliani, A., Micacchi G., Valenti, M. (2005). L’Attività Motoria nei servizi di salute mentale: evidenze scientifiche e linee guida. Italian Journal of Sport Sciences, 12, pag. 117.
- Ibidem, pag. 118.
- American College of Sport Medicine (1998). The recommended quantity and quality of exercise for developing and maintaining cardiorespiratory and muscular fitness, and flexibility in healthy adults: American College of Sports Medicine position stand. Medicine and Science in Sport and Exercise, 30, 1076-1083.
- Amendolagine, V. (2014). Educazione alla Salute (Educazione al Benessere, Educazione alla Comunicazione, Educazione Alimentare, Educazione Motoria). Bari-Terlizzi: CSL Pegasus Edizioni.
- Giuliani, A., Micacchi G., Valenti, M. (2005), op. cit., pag. 119.
copyright © Educare.it - Anno XVI, N. 6, giugno 2016