Educare.it - Rivista open access sui temi dell'educazione - Anno XXIV, n. 9 - Settembre 2024

Studi ed articoli sulle disabilità

La "speciale normalità" narrata nella fiaba

L’utilizzo della fiaba con alunni diversabili o, più specificatamente, in contesti di “speciale normalità [1]”, laddove, cioè, sussistono dei “Bisogni Educativi Speciali [2]”, è ormai comprovata nei suoi risultati positivi al fine di perseguire la cosiddetta “integrazione di qualità”, integrazione che interessa non solo gli alunni con difficoltà ma tutti gli attori coinvolti nel processo di apprendimento: gli insegnanti, tutti gli alunni, i famigliari, l’organizzazione scolastica nel suo complesso.

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Apprendimento e Sindrome Post Traumatica da Stress

È sempre più diffusa l'opinione che l'approccio "biologico" sia importante per comprendere l'apprendimento e i suoi processi. Questo metodo ci consente di identificare i meccanismi fisiologici responsabili dei pattern di apprendimento descritti da educatori e formatori, e di studiare l'evoluzione del rapporto tra comportamento e sistema nervoso.
La relazione tra PTSD, ovvero sindrome del disturbo post traumatico e i disturbi dell'apprendimento è stata accertata da numerose ricerche. Come già riportato dagli studi pioneristici di Hebbs (1), l'apprendimento avviene per l'instaurarsi di nuove connessioni tra neuroni di uno stesso centro e tra centri sensoriali diversi. Nel corso dell'apprendimento o durante il processo di memoria aumentano le connessioni sinaptiche tra neuroni e neurotrasmettitori. Questo tipo di meccanismo comporta la modifica delle connessioni sinaptiche preesistenti.

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Non si può restare soli (sulla disabilità e la solitudine)

Il testo della canzone di Ligabue “Certe notti”, così come altri del cantautore, è uno di quei testi che si fissano nel pensiero. Vi sono alcune parti che, in virtù di un’alchimia fatta di suoni e parole, hanno il potere di pervadere – come un sottofondo – il pensiero. In questi casi, succede di canticchiarli inconsapevolmente per ore.

Mi è successo di sentire canticchiare vicino a me il brano “Non si può restare soli, certe notti qui”. La voce proveniva da un ragazza su una carrozzella. Il tono era triste, tipo cantilena. Lo sguardo era perso nel vuoto. Ho approfondito. Ho scoperto che la sua infermità è la conseguenza di una malattia che l’ha colpita quando aveva 23 anni. Prima, era una ragazza come tante altre. Ora, è affetta da una malattia degenerativa che progressivamente le sta portando via la vita. È difficile pensare come si possa sentire una persona nella sua situazione. Io, esperto di disabilità, non avevo prima d’ora messo a fuoco il problema della solitudine di chi ha una disabilità.

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Sofferenza mentale e società

La psichiatria è la scienza che studia la sostanziale impotenza dell'uomo davanti alla follia. La malattia mentale è ancora permeata di pregiudizi e poco conosciuta: la famiglia colpita vive in clima di incertezza e di totale insicurezza nei confronti dell'esterno ed arriva a sconfinare in un'iperprotettività il più delle volte eccessiva, privando il malato di una potenziale autonomia necessaria per uno sviluppo più efficace all'interno della società.

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