- Categoria: Conflitto e mediazione
- Scritto da Nicla Lattanzio, Antonietta Giordano
Dalla parte della famiglia e della mediazione
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Famiglie 'mutanti', così le definisce oggi la pedagogia: sempre più fragili, instabili, deboli, sofferenti, rivoluzionarie. Le immagini che fanno parte degli scenari odierni, ci raccontano dinamiche familiari decisamente complesse e assai differenti da quelle appartenenti al passato; del resto la società globalizzata ha generato nuove urgenze, bisogni e necessità legate talvolta alle aspirazioni dei componenti (che si concretizzano cioè a livello individuale e interpersonale) e che vanno a sconvolgere fortemente le fondamenta della relazionalità familiare. Assistiamo quindi a scenari multiforme dove situazioni di crisi dettate dalla incapacità di adattamento ai cambiamenti provocano squilibrio, instabilità, disorientamento.
In questo senso, numerosi sono gli interventi di welfare attuati all'ordine del giorno aventi lo specifico intento di delineare percorsi educativi per sostenere le famiglie: la Mediazione si inserisce sicuramente in politiche del genere; sono specifici interventi atti a favorire la risoluzione di conflitti familiari che tormentano e affliggono la coppia marito-moglie e padre-madre. La pedagogia realizza e applica metodologie plurime e assai diverse tra loro, accomunate però dal pensiero di una gestione 'nonviolenta' del conflitto, mirando a restituire al soggetto consapevolezza sul suo ruolo all'interno del contesto famiglia.
Questo processo, definito empowerment, può risultare lungo e talvolta faticoso, richiede impegno e tempo ma racchiude in sé l'idea di rinnovamento della propria persona e garantisce la possibilità di comprendere e correggere i propri 'errori', superando altresì la visione meramente distruttiva del fenomeno conflitto. Questo, in effetti, concepito come esperienza penosa per i diretti interessati viene rifuggito, negato, affossato fin quando le escalation conflittuali generano una vera e propria rottura della coppia, nella quale i tentativi di difendere le proprie posizioni e la propria integrità sono alquanto comuni e questo spiega perché in molti casi i contendenti creano delle barriere difficili da abbattere; spiega la rigidità dei contendenti; spiega la mancanza di dialogo e il desiderio di punire l'altro.
La pedagogia, usufruendo della Mediazione familiare, rivede il concetto di conflitto e va alla ricerca di aspetti positivi appartenenti a quella coppia che non vuole più essere tale; vuole cercare nelle divergenze il suo punto di forza. Tuttavia bisogna chiarire che quando cessa la coppia uomo-donna/marito-moglie non muore di conseguenza quella padre-madre: smettere di essere coniugi non è smettere di essere genitori. E' vero anche che accettare la rottura del legame sentimentale non è così immediato e spesso riversa i suoi sentimenti peggiori sul legame genitoriale.
Cerchiamo di capire meglio come intervenire in materia, usufruendo al meglio di quelle buone pratiche di conciliazione proprie della mediazione.