Educare.it - Rivista open access sui temi dell'educazione - Anno XXIV, n. 9 - Settembre 2024

Studi ed articoli sui conflitti e la mediazione familiare

  • Scritto da Nicla Lattanzio, Antonietta Giordano
  • Categoria: Conflitto e mediazione

Dalla parte della famiglia e della mediazione

Famiglie 'mutanti', così le definisce oggi la pedagogia: sempre più fragili, instabili, deboli, sofferenti, rivoluzionarie. Le immagini che fanno parte degli scenari odierni, ci raccontano dinamiche familiari decisamente complesse e assai differenti da quelle appartenenti al passato; del resto la società globalizzata ha generato nuove urgenze, bisogni e necessità legate talvolta alle aspirazioni dei componenti (che si concretizzano cioè a livello individuale e interpersonale) e che vanno a sconvolgere fortemente le fondamenta della relazionalità familiare. Assistiamo quindi a scenari multiforme dove situazioni di crisi dettate dalla incapacità di adattamento ai cambiamenti provocano squilibrio, instabilità, disorientamento.

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La mediazione familiare attraverso la Convenzione sui Diritti dell'Infanzia

La legislazione regionale, seppure apprezzabile nell’impegno di legiferare in una materia negletta dal legislatore statale, continua a considerare e a definire, in una visione adultocentrica, la mediazione familiare un servizio a sostegno dei genitori in crisi. Per esempio nell’art. 2 della legge regionale del 07-10-2008 n. 34 della Regione Liguria “Norme per il sostegno dei genitori separati in situazione di difficoltà si prevedono: “interventi di tutela e di solidarietà in favore dei genitori separati in situazione di difficoltà, attraverso la realizzazione dei Centri di Assistenza e Mediazione familiare”.

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Quante mediazioni?

La correlazione tra mediazione e conflitto, così corrente nel senso comune, può essere molto limitativa. “Sarebbe estremamente riduttivo – sostiene questo proposito Guillaume-Hofnung - considerare la mediazione come una tecnica di gestione dei conflitti; il conflitto non fa parte della definizione globale della mediazione, sebbene quest’ultima possa contribuire alla soluzione o gestione dei conflitti”.
A partire da questo assunto andiamo all’esplorazione della pluralità degli approcci teorici della mediazione e delle diverse tecniche della sua applicazione.

Jacqueline Morineau analizza il conflitto da un punto di vista psicologico e sostiene che esso nasce nel “passaggio dall’ordine al disordine, dalla sicurezza … di una situazione nota allo smarrimento e confusione generati da una nuova”.

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Per una pedagogia del conflitto

Il conflitto è un aspetto inevitabile dell’esperienza umana: dall’infanzia all’adolescenza, dall’età adulta alla senilità, è un fenomeno che ci accompagna per tutto l’arco dell’esistenza. Esso può scaturire da una molteplicità di fattori: diversità dei sistemi valoriali, divergenza di interessi ed esigenze, dilemmi intrapersonali, equivoci, problemi di comunicazione, difficoltà nell’accettare l’altro. Il conflitto è fisiologico e la sua natura è soggettiva; giocano infatti un ruolo essenziale l’interpretazione e la rappresentazione che le parti danno della situazione e, pertanto, verrà percepito in modo dissimile in base alle diverse personalità coinvolte, al loro personalissimo orientamento emotivo verso la controparte, al contesto, alla struttura degli interessi in gioco, alle esperienze conflittuali passate, alla percezione degli interessi altrui, alla volontà o meno di conservare la relazione con l’antagonista.

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