Educare.it - Rivista open access sui temi dell'educazione - Anno XXIV, n. 9 - Settembre 2024

  • Categoria: Monografie

La responsabilità educativa tra fatalismo e libero arbitrio - Determinismo o indeterminismo?

Determinismo o indeterminismo?

Per districarsi tra tali interrogativi vediamo di riassumere le due principali posizioni sul tema. Il determinismo, nella sua espressione più generale, è la tesi secondo cui "ogni evento è determinato dal verificarsi di condizioni sufficienti per il suo accadere” (De Caro, 2014), quell’idea filosofica secondo la quale ogni evento o stato delle cose, inclusa ogni azione e decisione umana, è inevitabile, strettamente correlata all’idea della causalità. L’estremizzazione delle posizioni deterministiche implica la completa predicibilità degli eventi ed un unico possibile futuro. Anche il fatalismo, secondo il quale ogni evento accade indipendentemente dagli eventi che lo precedono ma sulla base di un disegno del fato o divino, è una forma particolare di determinismo. Queste posizioni sono accumunate dalla convinzione che il libero arbitrio dell’individuo sia una pura un’illusione.

Sul versante opposto si colloca la posizione di coloro che confutano il determinismo facendo leva sull’individuazione di anche un solo caso che sfugge a tale necessità (Bourget & Chalmers, 2013). Gli esponenti di tale pensiero ritengono gli eventi dipendenti dal caso e senza causa. Un mondo indeterministico ammette l’esistenza del libero arbitrio ma anche, contemporaneamente, l’impossibilità di raggiungere quella conoscenza certa, di tipo positivista, che si basa sull’individuazione dei nessi causali.

Vediamo brevemente le conseguenze di queste due posizioni filosofiche sull’educazione. Fondare la libertà umana sull'indeterminismo significa abbandonarsi al caso, rinunciare ai tipi di causalità previsti da qualsiasi forma di naturalismo e lasciare l'autodeterminazione delle azioni senza spiegazione. Questa posizione rende vano ogni dispositivo educativo, inutile l’intenzionalità verso un obiettivo formativo.

Viceversa, il determinismo priva il soggetto della possibilità di scelta e della capacità di creare il proprio futuro, con un’inevitabile restrizione della sua libertà e, di conseguenza, della sua responsabilità morale. E’ una prospettiva teorica che vanta una lunga storia che va dagli stoici a molti illuministi e positivisti.

De Caro (2013) chiarisce che, affinché si possa dire che una certa azione è compiuta in virtù del nostro libero arbitrio, devono darsi due condizioni: in primis all’agente si devono presentare due o più corsi d’azione alternativi e, in secondo luogo, deve essere proprio quell’agente (e non un altro e neppure il caso) a determinare, per mezzo di una deliberazione non imposta, quale di questi corsi d’azione alternativi si attualizzerà.

Secondo Strawson (1986) i neonati non hanno responsabilità per ciò che sono: essi non possono essere ritenuti in alcun modo responsabili per dei caratteri che sono stati trasmessi loro per via genetica e delle esperienze che capitano loro nell’ambiente in cui nascono. E nemmeno dello stesso fatto di essere venuti al mondo, si potrebbe puntualizzare. Nel seguito della loro vita, il modo in cui gli umani cambiano, è determinato da fattori ereditari, casuali o dalle esperienze vissute.

Ancora una volta l’essere umano sembrerebbe non poter essere ritenuto responsabile per ciò che diviene. Tale teoria comporta, in base alla sorte degli eventi, il divenire di un individuo irresponsabile per ciò che è e per come agisce.