Educare.it - Rivista open access sui temi dell'educazione - Anno XXIV, n. 9 - Settembre 2024

  • Categoria: Dibattito a scuola

La logica delle argomentazioni

dibattitoIn precedenza sono stati presentati gli elementi che compongono un’argomentazione e alcuni suggerimenti per ricercarli. Tuttavia, per preparare la propria posizione non basta reperire princìpi, ragioni e motivi, esempi e dati. Tali elementi devono anche avere particolari caratteristiche e intrattenere specifiche relazioni affinché l’argomentazione possa considerarsi solida e difficilmente rigettabile da una controparte. Paul Grice, filosofo britannico, indica questi criteri nella qualità, quantità e pertinenza. Tuttavia, poiché Grice si riferisce alla conversazione, anziché all’argomentazione, denomineremo tali criteri nella modalità che più è diffusa all’interno della riflessione sul ragionamento critico, ossia: accettabilità, sufficienza e rilevanza.

Teoricamente e praticamente un’argomentazione ha come obiettivo di fornire supporto ad una conclusione, o tesi, considerata controversa. Se con essa dobbiamo rendere accettabile una tesi che è controversa, i suoi elementi devono essere accettabili per l’uditorio al quale ci rivolgiamo, altrimenti la stessa argomentazione sarebbe investita da dubbi e non si avrebbe la garanzia di trasferire l’accettabilità dei suoi elementi alla tesi da sostenere. In questo caso per «accettabilità» si intende il grado di ragionevolezza degli elementi che costituiscono le argomentazioni.

Affinché tali elementi siano accettabili, è importante porsi alcune domande. Ci si deve chiedere se si è a conoscenza di prove che confliggono con le ragioni, prove od esempi da noi addotti; se abbiamo prove per le affermazioni che facciamo; se i princìpi o teorie da noi invocati sono condivisibili da un uditorio preparato e ragionevole. Se alla prima domanda si risponde sì, o alla seconda e terza si risponde no, allora possiamo considerare gli elementi dell’argomentazione da noi costruita poco accettabili.

Ad esempio sostenere che sia giusto limitare il traffico nei centri cittadini durante alcuni periodi dell’anno, perché questo permette d’avere una sensibile diminuzione della concentrazione di monossido di carbonio, è un’argomentazione accettabile poiché non solo ci sono prove che il monossido di carbonio in questi casi diminuisce, ma anche perché avere l’aria più pulita è un valore che tutti coloro che sono ragionevoli potrebbero condividere. Meno accettabile sarebbe dire che sia giusto limitare il traffico nei centri cittadini durante alcuni periodi dell’anno perché questo permette di visitare le periferie, poiché non è detto che questo avvenga né che visitare le periferie sia una priorità che molti condividono.

Elementi accettabili per costruire le argomentazioni possono essere: le affermazioni considerate vere per definizione, come ad esempio quando si dice che una persona celibe è una persona non sposata – per definizione, un celibe è non sposato; le affermazioni, prove o esempi che rientrano nella conoscenza comune, e che sono trasmessi grazie all’istruzione; le teorie, affermazioni o prove presentate da esperti del particolare campo disciplinare su cui il dibattito verte.

La seconda caratteristica che gli elementi delle argomentazioni devono possedere affinché l’argomentazione sia solida e difendibile è la sufficienza. Questo criterio, che si adatta principalmente alle prove, ai dati o agli esempi, prevede che prove, dati o esempi siano addotti in quantità sufficiente a stabilire la tesi che si sostiene. Per esempio sostenere che un dato servizio postale non funziona efficacemente, perché abbiamo avuto con esso esperienze negative, non garantisce un sostegno efficace della nostra tesi poiché per sostenerla ragionevolmente è necessario presentare molte più prove a suo favore, rispetto ad una sola testimonianza. In questo caso l’errore commesso è denominato generalizzazione indebita, e consiste nel saltare a conclusioni affrettate senza avere sufficienti prove.

Il criterio della sufficienza può riguardare anche le ragioni o i motivi. Non avere ragioni per sostenere le tesi che difendiamo rientra in questo caso e conduce la controparte ad avere facile gioco nel metterci in difficoltà.