- Categoria: Dibattito a scuola
- Scritto da Manuele De Conti
Una concezione modulare del protocollo di dibattito
Il Debate, o dibattito regolamentato, è una metodologia attiva, cooperativa e per problemi organizzata secondo un protocollo, ossia l’insieme delle regole che struttura e contraddistingue il dibattito da altre modalità didattiche. L’articolo presenta la concezione modulare del protocollo, ossia come esso possa essere concepito come un insieme di moduli da combinare a seconda delle esigenze, valorizzando la progettualità del docente e le specificità dei contesti di apprendimento.
Introduzione
Il Debate, o dibattito regolamentato, è una metodologia didattica attiva, cooperativa e per problemi, svolta per lo più in forma torneale o di campionato e quindi realizzata in una cornice competitiva. Essa avviene in un’interazione dialettica rigidamente regolamentata in cui squadre di studenti con punti di vista incompatibili tentano di convincere una giuria della validità della loro posizione mediante l’impiego dell’argomentazione (Cinganotto, Lo Sauro, Mosa e Panzavolta, 2021; De Conti, 2019; De Conti e Giangrande, 2017).
Il Debate sta ottenendo un ampio riconoscimento in Italia: la Commissione e il Parlamento Europeo patrocinano regolarmente il Campionato Italiano Giovanile di Debate realizzato dalla Società Nazionale Debate Italia; il Ministero dell’Istruzione dal 2017 ha istituito le Olimpiadi Nazionali di Debate, rivolte alle scuole secondarie di secondo grado; l’Istituto Nazionale di Documentazione, Innovazione e Ricerca Educativa (INDIRE) lo promuove, all’interno delle Avanguardie Educative già a partire dalla scuola primaria. Inoltre, molti Istituti lo realizzano in autonomia o in collaborazione con altre scuole ed è trasversale a tutti i gradi di studio, dalla primaria all’università. Il torneo Debating Agenda 2030 realizzato regolarmente per gli studenti universitari di tutta Italia ne è un esempio.
Molteplici sono le competenze che si possono attivare, promuovere e raggiungere con questa metodologia, da quelle più intuitivamente evidenti (quelle argomentative e comunicative), a quelle più indirette come, ad esempio, il contrasto alla dispersione scolastica e al divario sociale (De Conti, 2015) o la riduzione dell'aggressività. Le parole dello psicologo matematico statunitense Anatol Rapaport (1960), commentate dal sapiente Roberto Farné (2021, pag. 98), colgono la profonda valenza pedagogico-educativa del Debate:
In un suo celebre studio, Anatol Rapaport individua tre tipologie di conflitto. La prima viene definita con il termine fight: si tratta della lotta e presuppone l'annullamento o la scomparsa dell'avversario; fra due avversari ognuno è nemico nei confronti dell'altro e la loro compresenza è inconciliabile. È il modello di conflitto tipico di molto cinema americano: la legge contro il fuorilegge nelle sue multiformi versioni. La seconda modalità è il game che è ben rappresentato dal gioco, dallo sport, dalla competizione (anche nel "gioco democratico" della politica), dove l'altro non è nemico, ma avversario, e la sua sopravvivenza è fondamentale perché il gioco, con le sue regole condivise, possa continuare. Il terzo tipo di conflitto viene definito con il termine debate, che possiamo tradurre con "discussione", anche se il significato con cui Rapaport utilizza questo termine è più complesso. Si tratta di quella forma conflittuale in cui uno dei due contendenti cerca di portare l'altro dalla propria parte, di convincere l'avversario che la propria posizione è migliore e superiore, di persuaderlo affinché cambi la sua mentalità e il suo atteggiamento; non sarà un'impresa facile di fronte a una resistenza tutt'altro che passiva. L'altro va conquistato: è la forma in cui vincere significa alla fine convincere. È sul paradigma del debate che si gioca il conflitto pedagogico nel cinema americano.
È questa capacità di confrontarsi in modo regolato, controllato e rispettoso dell’altro che in primis il Debate promuove perché basato su regole corrette e condivise (Tamanini, 2020) ispirate ai più elevati valori etici quali la lealtà, l’equità l’onestà intellettuale e il rispetto dell’altro (De Conti e Zompetti, 2019). (continua ...)
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Autore: Manuele De Conti, dottore di ricerca in Pedagogia, Lecturer in Pedagogia generale presso l'Università Cattaneo - LIUC e docente a contratto di Pedagogia generale e sociale presso l'Università di Ferrara. Si occupa di Debate dal 2004 e dal 2019 è presidente della Società Nazionale Debate Italia.
copyright © Educare.it - Anno XXII, N. 5, Maggio 2022