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Il modello TPACK: idee per un approccio misto tra i social media for teaching e la flipped classroom

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tpackL’articolo indaga l’enjoyment generato attraverso una didattica attiva e flessibile che si implementa delle risorse tecnologiche oggi disponibili. In particolare si esplora il modello denominato TPACK, capace di generare una conoscenza che ben si modella alla generazione dei nativi digitali. Questo modello didattico punta ad amalgamare tra loro i tre corpi essenziali di conoscenza: il sapere contenutistico, l’assetto pedagogico e la componente tecnologica. A corredo del lavoro è offerto come proposta di implementazione del modello un approccio misto tra il social media for teaching e la flipped classroom.

Introduzione

La media education indica quel processo di formazione “nei” media che ha luogo grazie alla connettività diffusa ed al ricorso a processi didattici fondati sulle teorie della costruzione collaborativa e condivisa della conoscenza. Applicata in ambito scolastico, la media education mira a fornire alle nuove generazioni, che sono definite come digital natives, non solo le chiavi per la comprensione dei media ma anche il modo di utilizzarli ai fini di un apprendimento personale e significativo.

In questo scenario l’insegnante - formatore, educatore e tutor- è chiamato a predisporre una serie di stimoli, distribuiti con coerenza disciplinare e didattica, in ambienti digitali ben organizzati. Occorre partire dalle competenze dell’alunno (background) e dall’osservazione del suo stile di apprendimento per cercare di costruire un ambiente ed una strategia didattica “su misura”.

I docenti che sono ancorati alla didattica tradizionale, di tipo prevalentemente trasmissivo, tendono a screditare a priori quel valore aggiunto che, dal nostro punto di vista, le tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC) portano nel processo di insegnamento-apprendimento, anche ai fini di un più diffuso successo formativo. Riteniamo che, oggi, sia una strada obbligata: è difficile praticare un insegnamento attivante e flessibile lontani dal tessuto digitale e dalle tecnologie che popolano il quotidiano degli alunni.

 


Autore:Giuseppe Rago, insegnante negli istituti tecnici, laureato in Scienze dell’educazione e della formazione. Ha perfezionato gli studi in Sviluppo delle tecnologie informatiche e applicazione alle metodologie didattiche e ha conseguito presso il Politecnico di Milano il diploma di “Esperto di didattica assistita dalle nuove tecnologie”. Svolge attività di e-tutor e progettazione e-learning. Attualmente è docente a contratto presso l’Università di Foggia.

copyright © Educare.it - Anno XVI, N. 3, marzo 2016

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