La necessità di accompagnare le conoscenze della propria disciplina con specifiche competenze comunicative e, più in generale, relazionali è un principio acquisito dalla didattica moderna. Tuttavia sul piano pratico non è raro incontrare docenti che non sono sufficientemente attenti a queste dimensioni della dinamica insegnamento-apprendimento. L’articolo si propone di riassumere gli elementi fondamentali di questa tematica, con particolare riferimento agli alunni con bisogni educativi speciali.
Il verbo latino communicare trae origine da communis, cioè “comune” , con il riferimento al “mettere in comune”, allo ”unire in comunità” per la coesistenza e la partecipazione reciproca. Comunicare vuol dire mettere qualcosa in comune, da parte di tutti. Vuol dire donare qualcosa di se stessi agli altri che fa nascere dei legami tra le persone e da vita al “gruppo” in seno al quale si realizzano scambi reciproci. Quando si parla di gruppo a scuola, in comunità, nello sport, l’educatore (o l’allenatore, l’insegnante) fa integralmente parte di quel gruppo, diventa egli stesso membro del gruppo: a meno che non si metta esclusivamente in primo piano la differenza di ruolo finalizzata a voler mantenere il controllo continuo che rilegherebbe gli allievi a puri soggetti passivi. Ma in questo caso non si tratterebbe propriamente di comunicazione, come vedremo nelle prossime righe.
Personalmente preferirei si parlasse di com-uni-cazione, di un’azione di scambio reciproco di informazioni, pareri, proposte, svolta da un insieme di persone in maniera tale da divenire un tutt’uno, ad esempio un gruppo. Ma perché ciò accada è necessario che tutte le persone coinvolte “donino”, “offrano” agli altri. Nel caso fosse una sola persona a proporsi si parlerebbe di trasmissione di informazioni, ma non di comunicazione.
La comunicazione è fondamentale per l’ottimizzazione del processo di educazione e integrazione. La comunicazione efficace, in particolare, si mostra indispensabile per sviluppare nuove abilità e competenze, per creare relazioni costruttive all’interno del gruppo classe e della comunità scolastica. Essa permette di perfezionare l’azione didattica di insegnamento-apprendimento, di sviluppare capacità emergenti specifiche e trasversali, di favorire il processo di socializzazione.
L'articolo completo in italiano è disponibile in allegato per gli abbonati.
Autore: Carlo Salvitti, insegnante specializzato in sostegno didattico, ha pubblicato due volumi e alcuni articoli sul tema dell'inclusione scolastica e degli stili di apprendimento.
copyright © Educare.it - Anno XVII, N. 5, maggio 2017