L’articolo completa quanto già pubblicato nel numero n. 5/2017, soffermandosi in particolare sulla valenza della comunicazione non-verbale nelle relazioni tra insegnante ed alunni.
Nell’uomo convivono e si esprimono almeno due culture distinte, una genetica (come reminiscenza ancestrale) ed una contemporanea (contestuale). La prima è data dalla somma di esperienze, patrimonio comune della specie, che - reiteratesi nei secoli - hanno portato a quelle che si possono definire reazioni istintive: atteggiamenti, comportamenti e moti automatici, come l’istantaneo contrarsi-rannicchiarsi ad un grido di allarme o, limitandoci al viso, la contrazione-smorfia legata al disgusto quando un odore o un sapore ci infastidiscono. Quella smorfia che coinvolge bocca e narici è risultato del naturale rifiuto, rigetto (espulsione) corporeo di un odore nocivo od un cibo velenoso.
La cultura contestuale è, invece, quella sviluppatasi nel corso della vita individuale vissuta negli ambienti micro e macro, famiglia e scuola in primis. Abituati ed educati a portare l’attenzione e ad agire in modo formale e con-forme all’ambiente, solitamente si finisce con l’ignorare o sottovalutare i messaggi espressi dal corpo.
Il linguaggio verbale è stata una enorme conquista dell’uomo, grazie ad esso la specie umana ha potuto raggiungere traguardi eccellenti. Il suo uso scritto e parlato, infatti, ha reso possibile l’acquisizione e la diffusione di una quantità inimmaginabile di conoscenze sempre più complesse. Il linguaggio verbale, tuttavia, non è semplice per tutti; alcuni giovani con difficoltà relazionali, ad esempio, possono avere timore delle parole perché non le capiscono (la pronuncia) o non le comprendono (il significato). Il linguaggio non verbale, al contrario, è più immediato al punto di risultare, in alcune situazioni, più efficace sul piano comunicativo. Di seguito, si analizzeranno alcuni aspetti paraverbali e non verbali della comunicazione, mostrando come possano essere utilizzati in classe.
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Autore: Carlo Salvitti, insegnante specializzato in sostegno didattico, ha pubblicato due volumi e alcuni articoli sul tema dell'inclusione scolastica e degli stili di apprendimento.
copyright © Educare.it - Anno XX, N. 2, Febbraio 2020