Il gioco negli ultimi anni ha ricevuto sempre più attenzione come strumento che favorisce l'apprendimento e l’inclusione in Educazione fisica. In questa prospettiva, è stata utilizzata la prasseologia motoria di Parlebas come quadro epistemologico per analizzare lo studio delle condotte motorie degli alunni durante il gioco nell'ambiente scolastico. L'enfasi è posta sull’interrelazione tra i partecipanti, che attribuisce più importanza al processo che al prodotto finale del movimento per favorire competenze trasversali quali l'autonomia, la partecipazione attiva e la formazione degli alunni. Lo scopo di questo articolo è quello di esplorare il gioco cooperativo come risorsa che può facilitare e migliorare l'inclusione degli alunni con disabilità in Educazione fisica.
Molina e Beltrán (2007) affermano che, nelle classi di Educazione fisica dei giorni nostri, l'ideologia della performance e i risultati primeggiano sui processi di apprendimento all’interno dei giochi motori e sportivi. Cosicché gli studenti con problemi di inclusione o con qualche tipo di disabilità di solito rimangono in secondo piano e senza che gli venga prestata molta attenzione, come sostiene Damm (2009). Una modalità possibile per modificare questa situazione è quella di utilizzare un'altra struttura di gioco, il gioco cooperativo. Si parla di cooperazione in Educazione fisica quando le azioni di uno o più giocatori tendono a produrre benefici per gli altri elementi del gruppo (Callado, 2004). Garaigordobil e Fagoaga (2006) evidenziano che nella struttura del gioco cooperativo nessuno studente viene lasciato fuori dal gruppo, tutti partecipano, perché ognuno dei partecipanti può portare le proprie competenze per raggiungere l'obiettivo programmato dal gruppo, creando un clima favorevole per lo sviluppo della personalità. Grineski (1989a) sottolinea che in questo tipo di attività i partecipanti lavorano insieme, condividono idee e si sostengono a vicenda. In questo quadro, Orlick (1990) sottolinea che la libertà di scelta è di vitale importanza per i partecipanti, durante il corso dei giochi. Fornendo agli studenti questo potere di scelta, il loro livello di maturazione cresce, come il livello di autostima e di accettazione di se stessi e dei loro coetanei. In altre parole i giochi cooperativi rappresentano delle alternative alle attività competitive, poichè consentono la presenza, la partecipazione attiva e il successo ovvero l'inclusione di tutti gli studenti, da un lato, attraverso la pratica di giochi cooperativi e, dall’altro, razionalizzano le “spinte competitive” concorrenziali (Giné, 2009; Block e Obrusnikova, 2007).
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Autore: Carmelo Munafò è dottore di ricerca in Pedagogia Speciale, Didattica e Ricerca Educativa. Docente di Scienze Motorie e Sportive presso le Scuole Statali di 1° e 2° grado.
copyright © Educare.it - Anno XIX, N. 11, novembre 2019