Insegnare la letteratura italiana ad apprendenti stranieri non è certamente facile: gli autori sono tanti, la lingua è difficile, non comune e rimanda a un ambito culturale spesso ignoto allo studente straniero. Molti testi, infatti, presentono ostacoli che possono minare sia la loro leggibilità, che riguarda le caratteristiche morfosintattiche e lessicali, sia la loro comprensibilità, che riguarda le caratteristiche logico-concettuali, e non essere, pertanto, adeguati ai bisogni e alle conoscenze dei destinatari. Per permettere, quindi, un accesso facilitato ai testi letterari, riducendo così le frustrazioni di chi trova difficoltà di comprensione nella lettura e per consentire "di leggerli per la prima volta nelle condizioni migliori per gustarli", ci si può avvalere di testi semplificati.
Si parla di testi semplificati poiché dall'opera letteraria originale si produce una sua versione semplificata, una trasformazione che riprende lo jakbsoniano concetto di 'traduzione intralinguistica' o 'riformulazione' intesa come "interpretazione di segni verbali per mezzo di altri segni della stessa lingua" [1] che consente di riprodurre lo stesso testo rendendolo così maggiormente fruibile ai lettori. Le letture semplificate, come le definisce Moretti, sono quindi caratterizzabili come traduzioni intralinguistiche "aventi come sistema di partenza il sistema dell'autore del testo letterario e come sistema di arrivo un ipotetico sistema ridotto, cioè un'ipotesi di quella che può essere l'interlingua del pubblico a cui si rivolgono" [2].
La riformulazione del testo letterario in uno semplificato avviene attraverso tre tendenze: la riduzione del testo, la chiarificazione e la sostituzione di elementi linguistici giudicati complessi con altri più semplici, riflettendo su quali parole il lettore possa conoscere e capire.
Leggi tutto …