Educare.it - Rivista open access sui temi dell'educazione - Anno XXIV, n. 5 - Maggio 2024

  • Categoria: Ricerche a scuola

Il cervello che legge "libera…mente impara"

Stanislas Dehaene è uno dei neuroscienziati moderni che si interessano delle basi neurobiologiche della lettura, che ha indicato la necessità di creare un legame tra neuroscienze e attività didattica nell'insegnamento della letto-scrittura, quale garanzia di un'azione didattica funzionale e facilitante, perché basata sulle reali modalità di apprendimento a livello cerebrale, di tali elevate e complesse competenze cognitive (1).
Lo scopo del lavoro presentato in questo articolo è stato quello di trasformare le conoscenze in campo neuroscientifico sul funzionamento cerebrale e sulle basi neurobiologiche delle abilità cognitive relative alle abilità strumentali in scelte didattiche che dessero origine ad un metodo per l’insegnamento della letto-scrittura e del calcolo in grado di garantire a tutti i bambini l'apprendimento facilitato di tali complesse abilità cognitive nell'attività scolastica quotidiana.

Conoscere il reale comportamento cerebrale, quando si verificano tali apprendimenti, potrebbe consentire di attuare scelte didattiche che facilitino in tutti i bambini le acquisizioni necessarie alla letto-scrittura e al calcolo e che le rendano stabili e sicure anche per attività cognitive più complesse.
Per verificare se tali ipotesi fossero davvero funzionali e fruibili, è stata realizzata una sperimentazione in situazione di ricerca-azione che ha coinvolto negli anni scolastici 2008/2010, 31 classi prime della provincia di Caltanissetta, grazie all'attivazione di una rete scolastica che ha coinvolto 8 circoli didattici che hanno implementato le modalità didattiche proposte dal metodo “Libera...mente imparo”.
Dai risultati ottenuti nelle classi in cui il metodo è stato implementato in modo preciso emerge che il 99% degli alunni ha raggiunto un grado di abilità strumentali adeguate ai livelli attesi per la fine della prima classe primaria e che nel 97% di essi i risultati ottenuti sono da ritenersi ottimi. Tali risultati hanno riguardato anche gli alunni stranieri e le azioni precocissime di recupero delle difficoltà hanno permesso a tutti gli alunni, con normale frequenza scolastica e abilità intellettive nella norma, il raggiungimento di abilità adeguate di letto-scrittura e calcolo.

I risultati del progetto confermano che esistono strategie e modalità d’insegnamento della letto-scrittura e del calcolo che favoriscono l’apprendimento in tutti gli alunni, qualunque sia la loro specifica modalità di apprendimento, il loro funzionamento neurobiologico o la cultura di provenienza. Ciò è possibile in un clima di classe in cui nessun disagio viene vissuto e la motivazione ad apprendere diviene elemento fondamentale per la crescita dell’autostima e del senso di autoefficacia.
Le neuroscienze e la neuropsicologia hanno contribuito con importanti studi sulle funzioni cerebrali sottese all'abilità cognitive relative alla lettura, anche attraverso lo studio del disturbo specifico di lettura e di patologie come l’alessia, dando indicazioni precise sulle modalità di apprendimento e sul funzionamento cerebrale nelle abilità scolastiche.
La ricerca-azione ha utilizzato tali scoperte trasformandole in scelte metodologiche e didattiche da attuare nelle attività d’insegnamento della letto-scrittura e del calcolo nelle classi prime.