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Nascere in acqua?

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Il parto in acqua e' tutt'oggi oggetto di un forte dibattito. Non esiste però sufficiente letteratura scientifica per poter dichiarare se ci siano dei vantaggi o dei svantaggi rispetto al parto "terrestre". La linea di demarcazione e' tra chi critica il parto in acqua e chi invece lo sostiene a gran voce. Alcuni ospedali poi propongono la vasca solo per il travaglio mentre altri anche per il parto.

Molte mamme, sempre più spesso, si affidano all'acqua per i molti benefici che essa comporta. Vediamoli nello specifico. Innanzitutto la mamma che partorisce in acqua riesce a instaurare il rapporto con il suo bambino sin dai primi istanti della nascita. Il taglio del cordone ombelicale avviene solo quando esso smette di pulsare. Il papà può assistere durante tutta la fase. La stanza è fatta su misura per l'occasione. Le luci sono soffuse, lontana dai rumori che stimolerebbero l'ormone dello stress, l'ambiente è intimo e rilassante. Ma quando possiamo richiedere il parto in acqua? Esso è possibile solo in determinate condizioni: 

  • La gravidanza deve essere singola (non gemellare);
  • La partoriente deve essere in perfette condizioni e aver avuto una gravidanza al 100% fisiologica;
  • Il feto deve presentarsi di vertice (a testa in giù);
  • La rottura delle acque deve essere inferiore alle 24 ore.

Escluso invece quando il tracciato è sospetto, il travaglio inizia prima della 37 settimana di gravidanza, quando il parto e' gemellare e la presentazione è podalica.  Come avviene dunque l'immersione? Affinché ci sia un'efficace procedura e un ottimo risultato occorre seguire delle importanti regole. La vasca da parto deve essere grande (contenere circa 600 l di acqua ), la temperatura non superiore ai 37,5  gradi ( uno in più rispetto al liquido amniotico). La mamma va fatta entrare a travaglio attivo, cioè tra i 3 e i 4 cm di dilatazione, deve essere lasciata libera di muoversi nella vasca. Le contrazioni devono essere efficaci e regolari altrimenti l'acqua può avere un effetto bloccante. La nascita avviene al massimo dopo 2 ore/ 2 ore e mezza dall'immersione. Se ciò non accade occorre uscire dalla vasca e rientrare dopo 30 minuti. Il parto in acqua oltre a ridurre i tempi del travaglio, produce meno lacerazioni e evita l'episiotomia in quanto la muscolatura e' più rilassata. Molte strutture come l'ospedale Fracastoro di San Bonifacio (VR) optano per la vasca solo durante il periodo del travaglio. La motivazione, in questo caso, è dovuta dall'impossibilità di garantire il rapporto una mamma-una ostetrica, necessario per il corretto funzionamento di un parto in acqua. In molte strutture inoltre è necessario insistere per ottenerlo vista la convinzione negativa che hanno alcuni neonatologi. In Italia, il parto in acqua, è un servizio totalmente gratuito. Le strutture che lo offrono sono raddoppiate rispetto a 15 anni fa. La culla del parto in acqua è il Vipiteno in Alto Adige ma abbiamo anche strutture come il Civico di Palermo, la Clinica Mediterranea di Napoli, il Burlo Garofolo di Trieste e il Fracastoro di Verona. Dunque care mamme... ora a voi la scelta! 

 

Bibliografia:

- " Io e il mio bambino", n. 370, Maggio 2014.

- " Insieme", anno XXXV n.5, Maggio 2014.

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