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Dislessia: non lasciamoli soli
Sempre più spesso si sente parlare di Dislessia. Ma che cos'è veramente? Come si manifesta?
Essa è un Disturbo Specifico dell'Apprendimento (D.S.A.) che si manifesta solo nell'ambito delle abilità scolastiche come dislessia, discalculia, disortografia, disgrafia. I bambini a cui viene diagnosticata non presentano alcun deficit di intelligenza in quanto si tratta di un'alterazione neurobiologica (disfunzione del funzionamento di alcuni gruppi di cellule deputate al riconoscimento delle lettere-parole e il loro significato).
Purtroppo in Italia è poco conosciuta in quanto riguarda una piccola percentuale della popolazione scolastica. Molti bambini tutt'oggi non vengono capiti ma scambiati per 'fannulloni' e 'svogliati'. Le frasi che spesso si sentono dire sono: " Possibile che non capisci?", "Sei proprio duro di comprendonio!", " Sei uno svogliato!", "Non hai voglia di studiare!".
È molto importante, invece, non lasciarli soli ma diagnosticare subito il disturbo e accompagnarli nel loro percorso di crescita. Il compito degli insegnanti è senza dubbio fondamentale perché sono proprio loro che devono accorgersi, tra il primo e il secondo anno della scuola elementare, della dislessia.
Occorre informare e formare gli educatori delle nostre scuole affinché rilevino tale difficoltà e facciano effettuare la diagnosi all'equipe di competenza che comprenderà il neuropsichiatra, lo psicologo e il logopedista. Anche il ruolo dei genitori è molto importante. Spesso sono proprio loro ad accorgersi delle difficoltà che il bambino incontra.
Difficoltà che si manifestano nell'eccessiva lentezza nella lettura e scrittura, nell'associazione grafema-fonema e viceversa, nel mancato raggiungimento del controllo sillabico in lettura e scrittura.
Fondamentale è che questi ragazzi non vengano denigrati e sopratutto lasciati soli. L'insegnante deve spiegare alla classe la difficoltà dell'alunno ed evitare di metterlo in situazioni imbarazzanti. Anche il genitore ha il compito di informarsi sul problema, parlarne con gli insegnanti e aiutare il proprio figlio nelle attività scolastiche. Dopo la diagnosi il percorso è differenziato a seconda dell'età e dello specifico disturbo. Ogni bambino ha la propria storia e per questo la propria strada da percorrere.
Ci deve essere collaborazione tra scuola, famiglia e sanità.
Ci si può comunque rivolgere, per qualsiasi problema, all'Aid (Associazione Italiana Dislessia) del proprio territorio. Qui troverete tutte le informazioni e i supporti necessari.
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