- Categoria: La Bacheca dei Lettori
- Scritto da Laura Alberico
L'altra faccia del contagio
La pandemia serpeggia ancora come monito per chi pensava ormai superata la soglia di un evento sanitario globale senza precedenti, capace di stravolgere regole, convinzioni, relazioni, la quotidianità che tutto rende più normale e accettato come tale. Politica e sanità, uniti sotto lo stesso fronte, hanno, di volta in volta emesso ordinanze e restrizioni tese a monitorare e contenere la diffusione del virus con il sostegno puntuale e costante degli organi di informazione dai quali la collettività ha assorbito con obbedienza nuove regole e prescrizioni. Il pensiero critico e divergente ha subito attacchi ed emarginazione, che, soprattutto nei mass media, hanno trovato un bacino ideale per instillare sentimenti contrastanti e intransigenti, spesso non supportati da certezze, adeguata razionalità e buon senso.
Le fragilità personali hanno accentuato significativamente paure e sospetti, ingigantendo spesso i timori che vedono pericoli e insidie inconsce concretizzati nelle relazioni e nei contatti interpersonali. In questo contesto il contagio, ma soprattutto la paura dello stesso, ha creato e ingigantito un nuovo divario sociale, la separazione tra i "buoni" e i "cattivi", la radicalizzazione e intransigenza per una giusta e inappellabile causa.
La civiltà, nelle sue espressioni e radici costituzionali, ha subito un progressivo deterioramento seguendo un percorso obbligato ed univoco nel quale idee e scelte personali sono state relegate a un generico fenomeno di carattere disfunzionale da condannare ed emarginare. L'altra faccia del contagio ci mostra un panorama sociale di contrapposizioni e insofferenzee ancora non superate, il risvolto di una pandemia che politica e sanità hanno gestito in modo assolutistico e autoreferenziale senza farsi carico di una giusta e necessaria valutazione di metodi e criteri ponderati e modellati nella gestione dell'evento pandemico. Il contagio emotivo, canale sociale indiscusso ed auspicabile percorso di comunicazione ed interazione, ha subito purtroppo una inversione di rotta che auspichiamo possa gradualmente recuperare credibilità e valenza, per restituire a tutti autonomia e libertà, il pensiero critico necessario per conoscere e interpretare eventi e situazioni nelle quali il coinvolgimento attivo di idee ed opinioni diverse diventa espressione di pluralità, intelligenza e crescita sociale.