Educare.it - Rivista open access sui temi dell'educazione - Anno XXIII, n. 9 - Settembre 2023

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I pregiudizi italiani sull'uso della cannabis

Fin dai tempi antichi le erbe medicinali sono state il rimedio per la cura di molte malattie. La cannabis è stata usata in Cina e in India per molti anni e in Italia era presente nelle farmacie fino al 1954. Per molti anni gli scienziati di tutto il mondo hanno studiato le proprietà terapeutiche di questa pianta giungendo, dopo ricerche accurate, a verificare gli effetti positivi su molte malattie.

In particolare sull'AIDS si è riscontrato come le cure ufficiali causano effetti collaterali come nausea e perdita di appetito, mentre la marijuana produce l'effetto contrario cioè stimola la voglia e il piacere di mangiare. I sintomi della sclerosi multipla (contrazioni dolorose e spasmi) sono alleviati dall'uso della canapa che, inoltre, riduce la pressione dell'occhio in caso di glaucoma. Questa pianta produce effetti positivi anche su altre malattie come l'epilessia, l'Alzheimer e il Parkinson agendo come anticonvulsivante.

Le scoperte in campo neurofisiologico hanno dimostrato come nel nostro cervello esistono sostanze chimicamente simili a quelle dei principi essenziali della cannabis chiamati endocannabinoidi, sostanze che si attivano in diverse funzioni dell'organismo come il senso della fame e del dolore; esse risultano più "compatibili" rispetto ai farmaci tradizionali che contengono sostanze estranee al nostro corpo. E' da sottolineare come l'uso voluttuario di questa pianta sia assolutamente nocivo ma il suo utilizzo in ambito terapeutico è ampiamente dimostrato, come conferma il premio Nobel Rita Levi Montalcini: "D'accordo sull'uso terapeutico della cannabis, sia in caso di tumore che per l'Aids, dato che mitiga le conseguenze collaterali delle terapie chemioterapiche".

Fonte: La Repubblica, 06/08/2011