- Categoria: L'AltraNotizia
- Scritto da Pippo D'Abate
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Un scuola primaria della gioia nel Salento
A settembre partirà nel Salento la prima elementare della Scuola della Gioia, una scuola familiare no profit, in cui si favorisce la serenità dell'esperienza scolastica senza trascurare i contenuti, seguendo i ritmi di apprendimento e le inclinazioni di ogni alunno, con metodi didattici, tempi e ambienti "a misura di bambino". Tanti i laboratori pomeridiani, perché a Joyschool la didattica laboratoriale costituisce la routine quotidiana e non l'evento eccezionale: dagli esperimenti scientifici ai giochi matematici, dalla lettura alla musica e al teatro, dallo sport alle arti e mestieri, dalla botanica alla cucina "perché la vita è apprendimento e l'apprendimento avviene solo vivendo".
Parte dunque dal "Villaggio Culturale" di Corigliano d'Otranto (che si è guadagnato il titolo di "paese più filosofico d'Italia") una nuova "filosofia della scuola", una proposta aperta a tutto il Salento: la scuola della gioia, basata sull'apprendimento cooperativo e il tutoraggio tra pari, cioè priva di competizioni innaturali, confronti inutili e "corse ai voti".
Joyschoool è una scuola europea situata in mezzo alla natura, che porta in terra salentina le metodologie didattiche delle scuole del centro-nord Europa e mira a far acquisire a tutti gli alunni - nessuno escluso - le competenze chiave indicate dall'Unione europea; una scuola in cui tutte le discipline hanno pari dignità e l'apprendimento dell'inglese informa la maggior parte delle attività vissute dai bambini.
Una scuola a tempo pieno (8.30-16.00), senza cattedra e senza compiti a casa, dove il maestro è il mediatore, l'allenatore-regista che asseconda il bambino nella sua curiosità e cerca di guidare gli alunni a "fare da soli". Innumerevoli le opportunità d'imparare e di esprimersi, ciascuno secondo la propria indole. Una scuola del "fare" e del "pensare", capace di educare i bambini al rispetto delle regole, all'autonomia e alla responsabilità.
"L'intento è quello di trasformare la scuola da luogo dell'obbligo d'imparare ad orizzonte della gioia di apprendere – spiega Manuela Pulimeno, filosofa e scrittrice di libri per ragazzi –. Fin dalla nascita, i bambini imparano tutto spontaneamente e gioiosamente. Questa gioia si spegne quando imparare diventa un obbligo, perché apprendere è un processo interiore che nessuno può imporre. Una conoscenza duratura nasce, infatti, dalla passione e dagli interessi, dalla curiosità, dalle domande e dalla vita reale dei bambini; non certo dalla ripetizione meccanica e dal nozionismo: il bambino non è un secchio da riempire ma un fuoco da mantenere ‘vivo'. La scuola deve quindi saper suscitare la motivazione, assecondare l'innato piacere per la conoscenza che troppo spesso si rischia di spegnere e soprattutto fornire le chiavi per imparare ad imparare preparando le nuove generazioni a camminare da soli per le strade del mondo".
La proposta è in perfetta sintonia con i tempi se si pensa che in Italia sono già 50mila i bambini che frequentano scuole con metodi di insegnamento "alternativi", dove i programmi ministeriali vengono proposti con approcci diversi. Il fenomeno cresce in Italia del 50% all'anno (in Inghilterra fino all'80%) giacché molti genitori non trovano risposte nella scuola di Stato, spesso troppo ingessata dai vincoli sindacali e dalla burocrazia per potersi adeguare ai tempi. Joyschool risponde alla domanda di questi genitori che vogliono adoperarsi per "costruire delle soluzioni" per amore dei propri figli.
Fonte: iltaccoditalia.info