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- Scritto da Luca Pasi
La privacy a scuola, che tormento
La tutela dei dati personali è certamente un tema di rilevante importanza, che rischia però di raggiungere livelli parossisitici al punto da "ingessare" attività che avrebbero bisogno di essere svolte con fluidità, come i temi in classe.
Ma andiamo con ordine. Il Garante per la protezione dei dati personali lo scorso agosto ha pubblicato un vademecum intitolato “La scuola a prova di privacy”, che attualizza e amplia i contenuti già presenti nel vademecum diffuso nel 2016 e li pone in linea con il Regolamento europeo in materia di protezione dei dati personali (GDPR). Obiettivo della guida è quello di offrire alle istituzioni scolastiche, alle famiglie, agli studenti e ai docenti uno strumento per assicurare la più ampia protezione dei dati delle persone che crescono, studiano e lavorano nel mondo scolastico.
Particolare attenzione è dedicata alle innovazioni normative e al corretto utilizzo delle nuove tecnologie (didattica, registro elettronico, didattica a distanza, registrazione delle lezioni, ecc.), sempre più presenti nella dimensione scolastica. Nel vademecum è presente anche un focus su alcuni fenomeni preoccupanti che possono coinvolgere i più giovani (come il cyberbullismo, il revenge porn e il sexting) e alle buone prassi di educazione digitale (dallo sharenting alla corretta gestione dei video e delle foto realizzate in occasione di feste e gite scolastiche).
Anche i cosiddetti "temi", cioè le composizioni scritte sulla base di una traccia fornita dall'insegnante, possono contenere elementi che riguardano l’ambito personale e familiare degli alunni. Allora, come comportarsi? Secondo quanto stabilito dal Garante, non lede la privacy l’insegnante che assegna ai propri alunni lo svolgimento di temi in classe riguardanti il loro mondo personale o familiare. Nel momento in cui gli elaborati venissero letti in classe – specialmente se riguardano argomenti delicati – si affida alla sensibilità di ciascun insegnante la capacità di trovare il giusto equilibrio tra le esigenze didattiche e la tutela dei dati personali. Restano comunque validi gli obblighi di riservatezza già previsti per il corpo docente riguardo al segreto d’ufficio e professionale, nonché quelli relativi alla conservazione dei dati personali eventualmente contenuti nei temi degli alunni.
In generale, nelle varie iniziative didattiche, considerata la particolare interazione che caratterizza la relazione e il dialogo educativo tra docente e alunni occorre sempre tenere in considerazione l’interesse primario del minore e le eventuali conseguenze, anche sul piano relazionale, che potrebbero derivare dalla conoscibilità/circolazione di informazioni personali o vicende familiari dell’alunno all’interno della classe o della comunità scolastica.
copyright © Educare.it - Anno XXIII, N. 9, Settembre 2023