Educare.it - Rivista open access sui temi dell'educazione - Anno XXIII, n. 9 - Settembre 2023

Il padre è andato via quando mio figlio aveva due anni

senza-padreLa mia storia è un po' complicata, ho due figli avuti da due padri diversi.
Dalla prima unione ho avuto una figlia che adesso a 12 anni, con il quale padre ho avuto sempre un ottimo rapporto e fino a qui tutto bene...
La seconda relazione è andata molto peggio, all'inizio tutto rose e fiori poi il principe azzurro si è rivelato un delinquente, beveva, si drogava e si giocava i nostri soldi (compresi quelli dei mie figli) quindi ho deciso di separarmi nuovamente.

Da lui ho avuto un figlio bellissimo che adesso ha quasi 8 anni, suo padre se n'è andato quando ne aveva 2.
Io non gli ho mai negato di vedere suo figlio, si è fatto sentire per un mese dopo di che è sparito e nonostante il mio sforzo e quello degli assistenti sociali non siamo riusciti ad arrivare a niente, anzi mi è stato consigliato di lasciar perdere.
Da un mese a questa parte mio figlio è cambiato è molto triste e anche a scuola è molto assente e non riesce a concentrarsi come prima.
Lui non mi chiede mai di suo padre... Parla con la sua foto ma solo in presenza di sua sorella, come se avesse paura del mio giudizio, non riesco a capire ho sempre parlato bene di lui. Come posso aiutarlo?

 

Gentile Signora,
innanzitutto comprendo la difficoltà di gestione per una situazione non facile, che sta interessando la sua famiglia.

Ciò che mi preme subito ricordare è che il nostro interesse deve essere sempre concentrato sul benessere primario del minore. 

La sua famiglia attualmente è costituita da una ragazza preadolescente e da un bambino di quattro anni più piccolo, e da due papà. Un nucleo siffatto può divenire un punto di forza. Andiamo a vedere perché. 

Si potrebbe lavorare sulla relazione tra i due fratelli e sul loro rapporto autentico; avrei bisogno di sapere di più sulle reali inclinazioni dei due minori e sul loro rapporto. Sarà bene tenere distinte le coppie matrimoniali da quelle genitoriali, e lavorare sulla sua prima unione, identificata da Lei stessa come quella più felice e trarne delle buoni prassi familiari.

L’opportunità di essere dei buoni genitori, o quantomeno accettabili, non può essere negata a nessuno, neppure al peggiore dei mariti.

Non ho ben compreso la condizione di tutela del minore all’interno del suo secondo matrimonio e se ci sono restrizioni alcune da parte del Giudice in termini di affido esclusivo piuttosto che condiviso, ma si evince una sua marcata sofferenza sull’argomento. Ebbene tutta questa tensione viene avvertita dal suo bambino.

La felicità percorre una strada parallela rispetto al profilo depressivo, nel senso che si può essere depressi e contemporaneamente felici, e la tristezza non sempre è un sinonimo di depressione, semmai la si confonde con il sintomo.

Il suo bambino le sta dicendo qualcosa. I nostri figli spesso sembrano distanti, ma ascoltano e poi notano le differenze, e gli assistenti sociali, seppure nel pieno della loro grande professionalità, non saranno certo passati inosservati. E Lui era lì. E Lei era lì.

Spesso i bambini nelle separazioni tendono a stabilire un legame di empatia con il genitore che identificano come il più debole, ecco perché denigrare l’ex coniuge assente non è affatto produttivo, oltrechè fortemente diseducativo. Il fatto di non aver mai parlato male del padre sicuramente è una buona abitudine, ma a volte il non fare non equivale ad una buona prassi. Bisogna provare ad edificare un nuovo modo di comunicare con l’altro genitore, compito assai arduo nel suo caso, ma necessario per il bene di tutti. Anche per la ragazza di 12 anni, che nel frattempo sta assistendo a questo dolore nuovo. 

Avere amici immaginari o immaginare conversazioni con un padre assente è sempre un richiamo, che noi adulti abbiamo il dovere di raccogliere.

La convenzione dei diritti del Fanciullo ci ricorda che tutti i bambini nascono per essere felici. 

La saluto con affetto.

 


copyright © Educare.it - Anno XIV, N. 7, luglio 2014

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