Educare.it - Rivista open access sui temi dell'educazione - Anno XXIII, n. 9 - Settembre 2023

  • Categoria: Risonanze
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Per dono o per amore

Non è facile distinguere l’amore dall’odio;
non è facile quando la vita ti si presenta come una strada
senza indicazioni, senza segnaletica,
senza direzione.
E’ come viaggiare nella nebbia,
non vedi
puoi solo cercare di sentire e seguire quel momento in cui
tu, l’auto, le ruote, l’asfalto
siete un tutt’uno.
Ti sembra di sentire la terra, in quel momento,
e la cerchi mentre avanzi
perché altro segnale non hai se non i tuoi sensi.


Mio padre beveva,
era un alcolizzato!
Io, ero ancora un bambino,
allora non capivo,
- "è troppo piccolo" dicevano -
ma quanto l’ho odiato.
Mi ha rovinato l’infanzia, l’adolescenza e forse anche qualcos’altro…
L’ho odiato a tal punto che ad un certo momento ho sperato
che qualcosa o qualcuno
se lo portasse via.
Come nelle fiabe:
non accade sempre che alla fine l’uomo nero viene sconfitto?

Non è facile distinguere l’amore dall’odio;
non lo è da piccoli
ma neppure da grandi.
Verso i quindici anni ho iniziato a bere pure io,
andavo al bar
non mi importava un granché di chi vi incontravo:
bastava il gesto.
Poi ho iniziato a sperimentare altre sostanze,
certo uso volutamente il termine sperimentare perché è un po’ più neutro del termine usare:
all’inizio questo gioco di parole ti toglie qualche scrupolo di coscienza
poi, più avanti, alla tua coscienza non ci badi più e nemmeno ai termini!
Mi sono drogato e mi sono "alcolizzato":
era come se non mi interessasse,
come se la strada non solo non la vedessi più
ma pure non la sentissi più.
E invece… caspita se mi interessava.

Ho sempre cercato gli occhi degli altri
ho sempre atteso le parole degli altri
attento ai rumori, ai suoni, alle intonazioni
che mai arrivavano.
Era nebbia, nebbia, nebbia…
e a un certo punto non ho sentito più nemmeno la strada.

I miei genitori si sono separati.
Era ciò che attendevo, che suggerivo, che speravo.
A quel punto doveva rinascere la storia,
la mia storia!
Ma ho continuato a fare ciò che prima faceva mio padre.
Non è cambiato molto nella mia famiglia
e nemmeno in quello che doveva essere il mio percorso di crescita.
A volte mi sembrava di avere chiara la consapevolezza
che avrei trovato qualcosa di spiacevole
nel "trovarmi sobrio a guardarmi allo specchio"
… e mi prendeva un’angoscia che nessuno può immaginare.
Non sono mai riuscito - in quei momenti - a guardare lo specchio!

Non è facile distinguere l’amore dall’odio
non è facile stare con se stessi "in verità"
e riuscire a vedere quello che siamo.
Vorremmo appannare il vetro
alitarci sopra, come in una magia,
e sparire.

Non è facile distinguere l’amore dall’odio
non è facile distinguerlo dentro di noi.
Non è facile imparare ad accettare ciò che siamo e ciò che possiamo cambiare,
è un po’ come imparare a perdonare e a perdonarci.
(…)

Da un po’ di tempo ho smesso di bere e di usare droghe,
percorro la strada cercando di rendermi conto di ciò che succede,
come se assumerne la consapevolezza
mi aiutasse ad accettare meglio quel che sono e quel che voglio essere.
Ogni tanto vado a trovare mio padre
e trascorro con lui un po’ di tempo.
Lui continua a bere, non ha mai smesso,
e non smette nemmeno in mia presenza.
Io lo guardo, ci parlo un po’ e poi lo saluto prima di tornare a casa.
Quando mi allontano da lui, mi ritrovo a continuare a pensarlo,
e con stupore mi accorgo di pensare a lui in modo diverso di quand’ero bambino.

Penso di averlo perdonato
perché ora so
quanto male si può fare
inconsapevolmente.

 


copyright © Educare.it - Anno IV, Numero 6, Maggio 2004