- Categoria: Risonanze
- Scritto da Roberto Dalla Chiara
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"Cuore di mamma"
La prima volta che sono andata al gruppo mi hanno proposto di non fare uso di alcolici … ecco, io allora non sapevo il perché … Sono la madre di un ragazzo che "si fuma le canne", ho provato molte volte a farlo smettere; l'ho portato ovunque; ma lui niente!
Non studia, non lavora, non ha interessi … fuma!
Anch'io sono andata ovunque. Avevo deciso di salvarlo e lo dovevo fare!
Parlavo con chiunque; ho provato anche con i genitori degli amici di mio figlio, non è successo nulla! Sembrava che non capissero … ed io, allora, capivo ancor meno. Sembrava che solo io avessi il problema, che a loro non riguardasse. Ero forse io un problema?
Poi, un giorno, mi è stato detto: "c'è un gruppo di famiglie, di genitori come lei, si incontrano tutte le settimane, ci si confronta sui problemi causati dall'uso di alcol o di droghe … provi a venire, magari insieme impariamo qualcosa".
Sono andata. Ancora non sapevo se mi poteva servire, ma ormai dovevo varcare ogni porta che trovavo aperta perché dovevo trovare la strada.
Mi hanno proposto di non bere. Non capivo. Cosa c'entro io? Mi capita raramente di bere: una birra quando esco a mangiare la pizza, un po' di vino quando si festeggia qualche ricorrenza; di certo non ero un'alcolista ed il mio uso di alcol non era certo un problema.
E poi - io - cercavo qualcosa per mio figlio!
Lui, non è mai venuto al gruppo.
Io, ho imparato a non bere.
E provando a non bere si apprendono molte cose.
Lavoro in un bar; ora vi lavoro in modo diverso.
Miscelare la birra (soprattutto d'estate quando fa caldo) e non poterla sorseggiare è una grande esperienza: non sapevo che avesse un tale fascino quel boccale!
Ho meditato molto; anche se avessi sorseggiato non sarebbe successo nulla: non mi sarei ubriacata, nessuno mi avrebbe rimproverato, e nessuno se ne sarebbe mai accorto.
Ho raggiunto una specie di metamorfosi: dal "non poter bere" sono passata al "non voler bere".
Non bevo più. Non perché al gruppo me lo richiedono, ma perché sto imparando che non è possibile richiedere ad altri ciò che io non posso o non voglio fare.
Ho iniziato a riconoscere le piccole abitudini, i piccoli automatismi, le piccole inconsapevolezze che sono sempre alla base di ciò che consideriamo le nostre "libere" scelte.
Di certo - io - non ho scelto di bere: l'ho imparato.
Di certo - io - non ho imparato a non bere: l'ho scelto.
Ho iniziato inoltre a guardare in modo diverso la mia famiglia e mio figlio. Non l'ho ancora salvato. Forse ho solo iniziato ad addentrarmi nel suo mondo con più pazienza e con maggiore consapevolezza.
Ora sono un po' meno severa con me stessa, non mi colpevolizzo per ciò che fa mio figlio, né permetto ad altri di giudicarmi.
So che posso imparare. E come lo posso fare io, so che lo può fare anche lui.
Certo non è ancora la soluzione, ma è un modo diverso per riuscire a comprendere ciò che prima non vedevo.
Non sono arrivata alla fine, lo so.
Ma non sono più nemmeno all'inizio.
copyright © Educare.it - Anno II, Numero 11, Ottobre 2002