- Categoria: Vivere di Scuola
Una pagina da libro Cuore
Gli occhi annacquati dal sonno improvvisamente interrotto, sempre persi in pensieri più grandi di lui, pronti a sorridere appena il mio sguardo si incrocia con il suo. E’ un mio alunno, un caro alunno. Abita lontano, in campagna e ora, grazie allo scuolabus, riesce a risparmiare tanta strada che prima percorreva a piedi per raggiungere la scuola. Arriva sempre in perfetto orario, eppure deve “trascinarsi” dietro la sorellina, un minuscolo fringuello con due occhioni azzurri e un tenero sorriso stereotipato sulle labbra.
Anche lui ha gli occhi azzurri, intensi, che sembrano provati dalla vita. Per lui la scuola è un dovere come gli altri, che però gli offre la possibilità di riposarsi un po’ di più e di liberarsi da certe responsabilità. Però anche la scuola è da prendere sul serio, infatti non gli piace”perder tempo“a cantare, a conversare…Lui vuole scrivere, testimoniare graficamente gli sforzi del suo pensiero e non importa se gli strafalcioni si moltiplicano, se vengono disattese le più elementari regole ortografiche: l’importante, per lui, è lavorare!
Ora non mi stupisco della sua alacrità, ma i primi tempi sì e non riuscivo a capire perché un bambino della sua età dovesse avere un’idea così distorta del dovere. Poi ho conosciuto suo padre, un fratellino, un altro…è una famiglia numerosa, la sua. Suo padre è convinto di dare tanto ai figli perché non fa mancare nulla a tavola, ma evidentemente ... Luca trascorre così le sue giornate: la mattina a scuola e, dopo aver eseguito frettolosamente i compiti sullo scuolabus che lo porta a casa, pranza assieme ai suoi. Dopo porta le mucche a pascolare, quelle mucche con le quali ha un rapporto di odio-amore, tanto da averle battezzate con nomi singolari e da imprecare stizzosamente contro di loro perché gli reprimono i sogni.
La sera ritorna a casa, ma non ha neppure la televisione e può soltanto ascoltare la radio. Penso che non conversi troppo, perché le sue esperienze sono sempre le stesse, le giornate monotone… eppure i suoi occhi brillano, le sue labbra sempre pronte al sorriso, anche se velato da una recondita tristezza. A volte mi sembra di leggere sul suo viso anche un po’ di amarezza e mi rimprovero di non essere stata abbastanza comprensiva con lui, che ha le ali tarpate e sente già il peso di una vita adulta. Mi auguro di rivederlo più sereno, meno gravato da responsabilità e capace di offrire al mondo sorrisi più sinceri. Anzi, spero di ritrovarlo fra tanti anni felice, sicuro, perché è un buono e ha tanta voglia di crescere…
Questo scrivevo di Luca venti anni fa, quando insegnavo in una piccola scuola di campagna, su un diario che era allora il mio compagno di avventura. Ebbene, qualche tempo fa incontro a scuola (adesso insegno nel mio paese) un giovane dagli occhi azzurri, che mi sorride e mi dice: «Certo che il suo sorriso, cara maestra, è rimasto inalterato nel tempo!» «Ci conosciamo?» gli rispondo incuriosita. «Ma certo! Sono il suo alunno Luca, ricorda?»
Un rapido flash back e subito focalizzo quel bambino che avevo portato nel cuore per tanti anni, chiedendomi se avesse trovato la forza di riscattarsi da una vita difficile. Sì, il mio sogno si era avverato!Adesso Luca faceva il rappresentante, si era sposato e aveva due bambini, ma, quel che più conta, era sereno…
Questa, che sembra una pagina tratta dal libro Cuore, è una storia vera, che merita di essere raccontata per indurci a credere in noi stessi e nei nostri sogni e a comprendere che nella scuola è importante far acquisire a ogni bambino, anche a quello che disattende le regole ortografiche e magari non svolge regolarmente i compiti, la fiducia necessaria a far emergere le sue potenzialità nascoste. Allora, ai tempi di Luca, ero una giovane maestra con tanto entusiasmo e impegnata ad insegnare ai miei alunni a credere nella positività della vita, anche se il mio futuro scolastico appariva incerto per via di una sede disagiata…
Grazie Luca, mi hai riempito il cuore di gioia e mi hai fatto capire che se, nel mio piccolo, ti ho aiutato a credere nei tuoi sogni e a inseguirli per afferrarli e tradurli in realtà, la mia esperienza scolastica non è stata vana.
Autrice: Aida Dattola, insegnante nella scuola primaria, laureata in Pedagogia
copyright © Educare.it - Anno XIV, N. 9, settembre 2014