Educare.it - Rivista open access sui temi dell'educazione - Anno XXIV, n. 9 - Settembre 2024

  • Categoria: Vivere di Scuola

Due allieve gemelle

Durante l'estate appena trascorsa ho incontrato una collega con la quale ho condiviso tante vicende durante i molti anni di insegnamento nello stesso Istituto scolastico.
Abbiamo ricordato insieme colleghi ed alunni, ma soprattutto questi ultimi ai quali abbiamo dato sicuramente le nostre migliori energie.
Tra i tanti allievi che hanno animato la nostra vita scolastica ci sono venute in mente anche le gemelle Ferri: Luisa e Luigina. Questi nomi sono di fantasia, ma nella realtà erano quasi uguali anche i loro nomi veri.

Frequentavano l'Istituto Magistrale. Il loro profitto era intorno alla sufficienza e non in tutte le materie, ma erano molto graziose e rimanevano simpatiche a tutti, eppure avevano entrambe problemi psicologici non indifferenti.
Luisa, più grassottella, era intraprendente e vivace, Luigina più tranquilla e gentile.
Come si verifica fra tutti i gemelli monozigoti, anche loro erano unite da uno stretto ed intenso legame affettivo e da grande solidarietà. Tuttavia, con il passare del tempo, mi resi conto che non mancavano in loro anche sentimenti di competizione e di rivalità.
Un giorno stavo consegnando i compiti corretti di Pedagogia; Luisa era assente e Luigina mi chiese di avere anche il compito della sorella: quando si accorse di aver ottenuto un voto superiore (lei 6 e 1/2, Luisa 5) gridò: "Bene! Sono proprio contenta!". Per le compagne tutto finì con una risata, io invece rimasi sorpresa di quella reazione, proprio da parte della sorella più tranquilla. Ma ci fu un episodio ancora più significativo.
Avevamo accompagnato la classe a visitare la Basilica di San Pietro; al momento in cui si doveva salire alla cupola, Luigina mi disse che era molto stanca e non si sentiva di fare le scale per giungere alla sommità. Rimasi con lei e le dissi: "A tua sorella sarà dispiaciuto che tu non sia andata con lei". Fu una frase sciocca, lo riconosco, alla quale Luigina reagì ancora una volta in modo inaspettato, con queste parole: "Io sono grande e sono in grado di fare le mie scelte da sola!".
Ne parlai con le colleghe che avevano accompagnato le altre allieve e venni a sapere che Luisa, ad una compagna che si stupiva di vederla sola, aveva risposto: "Meno male che non è venuta, sono contenta di non averla sempre tra i piedi!". Il senso era questo ma l'espressione ancora più colorita.
E' noto che agli adolescenti piace sparlare in questo modo, ma io compresi che le ragazze vivevano un certo malessere, un qualche turbamento psicologico. Ne parlai con gli altri Professori, ma non fu presa nessuna iniziativa. Decisi allora di trattare io questo argomento con le gemelle, al momento opportuno.

Non fu necessario cercare un'occasione per questo colloquio perché Luisa venne a parlare con me; questo fu, più o meno, il senso del suo discorso: "Tutti sanno che quando siamo andate a San Pietro ho detto una frase sgarbata nei confronti di mia sorella... ci tenevo che lei sapesse che io a Luigina voglio molto bene, lei lo sa ed infatti non ha dato nessuna importanza a quelle parole, non capisco perché gli altri ne parlano tanto".
Le risposi che io le comprendevo entrambe, comprendevo soprattutto il loro desiderio di sentirsi due individualità distinte, ma questo non le giustificava ad indirizzarsi delle frasi screanzate.
A questo punto Luisa mi disse, quasi bisbigliando, che lei invidiava le sue compagne perché erano "personalità complete". Compresi allora di non essermi sbagliata ad aver pensato che quelle ragazze avessero interiorizzato alcuni problemi, forse a causa di un'educazione inadeguata.
Cercai di non enfatizzare troppo la cosa e con tono scherzoso le dissi che le avrei messo un brutto voto in Psicologia perché avrebbe dovuto sapere che ogni individuo è unico ed irripetibile! Proseguendo le dissi poi che, comunque, sarebbe stato molto meglio per loro se avessero scelto due corsi di studio diversi e... scoprii un altro dramma!
Luisa mi rispose che infatti lei avrebbe voluto fare il Liceo Scientifico, ma sua madre per accontentare, come al solito, la "piccola" Luigina, le aveva iscritte entrambe alle Magistrali! Mi resi conto allora che si contendevano anche l'affetto della madre e ne ebbi conferma quando, alcuni giorni dopo, parlai di questo argomento con Luigina.
La sua versione fu che la madre, che si preoccupava sempre solo di Luisa, pensando che non sarebbe riuscita a fare lo Scientifico, per evitarle una delusione, aveva iscritto entrambe all'Istituto Magistrale.
Queste gemelle sicuramente non avevano ricevuto dalla famiglia un'educazione idonea a promuovere in loro un adeguato processo di differenziazione. I loro genitori avevano certamente alimentato la somiglianza piuttosto che la loro individualità; questo era evidente anche dalla scelta dei loro nomi. Però mi resi conto che anche noi insegnanti avevamo sbagliato: avremmo dovuto insistere perché fossero separate durante le ore dell'impegno scolastico facendo frequentare loro Corsi o classi diverse. Non l'abbiamo fatto: non abbiamo sensibilizzato adeguatamente la famiglia su questo importante aspetto della loro formazione.
Le abbiamo perdute di vista, non sappiamo più niente di loro.
Certo le vicende della vita le avranno formate; mi auguro di cuore che la conquista dell'autonomia e dell'indipendenza non sia stato per loro un processo troppo lungo e faticoso.

 


copyright © Educare.it - Anno III, Numero 10, Settembre 2003