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Vedere la televisione è una delle attività più diffuse fra la popolazione. Si guarda la televisione nel tempo libero, ma anche durante i pasti. Frequentemente molte persone hanno l'abitudine, quando guardano la televisione nel tempo libero, di accompagnare la visione di film o di altri programmi con il consumo di snack, quali patatine, tarallini, stuzzichini vari, ovvero cibi ricchi di grassi e di zuccheri. Questa pratica si rivela deleteria, in quanto ha delle ripercussioni importanti sul peso dell'individuo. Infatti, nei paesi occidentali si assiste ad un incremento del sovrappeso e dell'obesità e alla base di questo fenomeno c'è lo stile di vita sedentario, che accomuna gran parte degli individui. La visione della televisione determina un ampliamento del tempo trascorso in completa inattività.
Nell’ambito progetto “Correct it!”, l’Università di Foggia – per l’Italia –, assieme ai partner europei coinvolti nel programma ERASMUS+ KA2, presenta il risultato del lavoro strategico portato avanti negli ultimi due anni: un corso di formazione “blended” sulla prevenzione dell’obesità e sulla promozione di stili di vita sani. Disponibile in versione open access, il percorso formativo, ricco di contenuti interattivi, è disponibile si rivolge a professionisti che si occupano di salute e benessere: nutrizionisti, dietisti, psicologi, infermieri, ostetrici, pedagogisti, insegnanti e istruttori sportivi.
Nel Sud Italia sono in sovrappeso o obesi il 59,6 per cento degli uomini e il 42,9 per cento delle donne, valori che sono superiori di 10 punti percentuali rispetto a quelli del Nord-ovest. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base dei dati Istat sulla dimensione della salute in Italia, in occasione della settimana della dieta mediterranea che si è svolta ad Expo.
La mappa mondiale dell’obesità non lascia dubbi: sono gli Stati Uniti a guidare la classifica dei Paesi con il tasso più alto fra gli adulti. Seguono Messico, Nuova Zelanda e Ungheria. Mentre sono più bassi in Giappone, Corea e Italia. A stilare la classifica è l’Ocse in un nuovo aggiornamento delle stime, in costante aumento, entro il 2030. Oggi, più di un adulto su due e quasi uno su sei bambini sono in sovrappeso o obesi nell’area Ocse. L’”epidemia” di obesità si è diffusa ulteriormente negli ultimi cinque anni, anche se a un ritmo più lento degli anni precedenti. Nonostante ciò, le nuove proiezioni mostrano un aumento continuo dell’obesità in tutti i paesi analizzati. Come fare per porre un freno al fenomeno? Puntare sulla comunicazione e sulle misure fiscali, dicono gli esperti. Per quanto riguarda queste ultime, in particolare, sono state implementate negli ultimi anni in un numero di paesi Ocse (ad esempio Belgio, Cile, Finlandia, Francia, Ungheria e Messico), aumentando il prezzo di prodotti potenzialmente malsani come quelli ad alto contenuto di sale, zucchero o grasso, o delle bevande zuccherine.
Fonte: West, 19/07/2017
L’eccesso ponderale determina delle conseguenze negative per la salute. Infatti, questa condizione può divenire un fattore di rischio che predispone all’insorgenza di malattie cardiovascolari e metaboliche. La presenza di eccesso ponderale (sovrappeso ed obesità) è nella popolazione adulta del 36% per gli uomini e del 38% per le donne. L’obesità di queste ultime ha dei riverberi anche sulla salute dei loro figli. Infatti, l’eccesso ponderale della madre diviene un fattore di rischio per il bambino, che può sviluppare, a sua volta, sovrappeso e obesità, e, inoltre, influisce negativamente sul suo sviluppo psicosociale.
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