La pedagogia, forse più di altre scienze, adotta e si avvantaggia di molteplici prospettive o paradigmi conoscitivi per comprendere e operare nel variegato ambito educativo. L'impostazione positivistica, ad esempio, si ritrova spesso alla base di indagini pedagogiche che si propongono d'orientare le politiche educative; il costruttivismo si focalizza sull’apprendimento e la co-costruzione delle idee grazie al confronto dialogico e critico; l’approccio della pedagogia critica mira invece ad un’analisi storico sociale in funzione della consapevolizzazione delle dinamiche di mercato e di potere.
La coesistenza di molteplici punti di vista viene spesso guardata con sospetto e non di rado alimenta tensione e contrapposizione tra gli stessi ricercatori ed educatori, identificati e irregimentati nelle rispettive prospettive e metodiche. Tuttavia, per superare tale rigidità e per non compromettere lo spirito critico è importante saper valutare, far dialogare e applicare criticamente i diversi paradigmi che caratterizzano la pratica e la riflessione pedagogica, pena una dogmatica e acritica adesione ad alcuni orientamenti e una altrettanto acritica maldisposizione verso altri.
Gli articoli di questa sezione hanno l’obiettivo di avvicinare chi si occupa e s’interessa d’educazione ai più classici e diffusi paradigmi conoscitivi: dal positivismo al postpositivismo; dal costruttivismo alla teoria critica. Tale percorso inizierà con l’analisi del concetto di «paradigma», e si svilupperà mostrando i presupposti e le ricadute pratiche di ciascun paradigma in ambito pedagogico, al fine di favorirne una consapevole valutazione e una adozione critica.
L’Europa, da metà Ottocento ai primi del Novecento, è interessata da una forte crescita demografica e da una riduzione del tasso di mortalità. Giocano un ruolo incisivo in questo fenomeno le grandi opere di miglioramento igienico delle città unite ai progressi delle scienze mediche, nonché le importanti invenzioni da parte di scienziati e inventori di professione che favoriscono la produzione industriale agevolando il benessere sociale.
In questo quadro, fortemente influenzato dalla ricerca scientifica e dai risultati dell’applicazione tecnologica, si consolida una concezione di conoscenza “positiva”, ossia fondata sui fatti, sulla sperimentazione e sulla matematizzazione del reale: il positivismo. Già in nuce almeno nel Seicento, come dimostrano celebri passaggi del Novum Organum di Francesco Bacone in cui alla conoscenza si perviene con l’osservazione e non mediante la dialettica, il positivismo si propone la conoscenza delle leggi che regolano i fenomeni tramite l’uso del ragionamento e dell’osservazione (Comte, trad. 1967). Mentre la visione teologica e quella metafisica considerano lo studio dell’uomo il fine principale della ricerca e lo studio del mondo esterno un obiettivo secondario, la filosofia positiva inverte gli elementi: la conoscenza delle leggi del mondo esterno è primaria mentre quella dell’uomo secondaria e spesso derivata dalla prima.
Leggi tutto...Storicamente il concetto di «paradigma» assume un ruolo significativo nel XIX secolo quando Thomas Kuhn, con il suo La struttura delle rivoluzioni scientifiche (1962), reimpostò il dibattito sulla natura della scienza e del progresso scientifico. Semplicisticamente ed enumerativamente il concetto di «paradigma» indica l’insieme delle leggi, teorie, metodologie e strumenti condivisi dalla comunità scientifica.
La riduzione di tale concetto alla semplice somma delle sue parti, tuttavia, per quanto didatticamente funzionale, occulta la pregnanza del suo significato, che si rivela invece nelle implicazioni epistemologiche, gnoseologiche, sociologiche, storiche e pedagogiche a cui T. Kuhn faceva riferimento. Infatti un paradigma svolge anche una funzione fondativa della stessa scientificità: senza un paradigma non è possibile che i singoli ricercatori convergano verso un corpo comune di opinioni, verso le medesime domande di ricerca e verso l’impiego delle stesse metodologie, con conseguenze che porterebbero lontano da una pratica scientifica.
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