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La gincana, una possibilità didattica inclusiva e laboratoriale

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gincanaNello studio delle lingue straniere, l'insegnante ha diverse responsabilità. Oltre a stimolare la curiosità degli studenti attraverso la creazione di un ambiente di apprendimento positivo e coinvolgente sul piano emotivo, deve saper creare attività autentiche di tipo laboratoriale grazie alle quali lo studente può collaborare con i suoi coetanei. Tra questi vi è la gincana didattica, cui è dedicato questo articolo.

 

Introduzione

Nel corso dei decenni, la concezione della scuola come unico luogo fisico in cui trasmettere concetti teorici appresi passivamente dagli studenti è cambiata. La ricerca pedagogica e psicologica ha dimostrato che le conoscenze pratiche e le competenze si acquisiscono attraverso le esperienze autentiche e interazioni sociali e linguistiche con i compagni.

La partecipazione ad un’attività autentica, come ad esempio una visita guidata, favorisce nello studente la metacognizione circa il suo processo di apprendimento: egli diviene consapevole di quali siano i suoi punti di forza, le sue debolezze e le abilità linguistico-cognitive messe in atto.

L’idea di sperimentare la gincana nel contesto scolastico, analizzandola da un punto di vista prettamente ludico e formativo e non da un’ottica più comunemente sportiva, è nata per due ragioni: la prima deriva da un’osservazione sul web in cui risulta difficile trovare spunti di attività nelle quali venga menzionata come metodo di apprendimento delle lingue straniere.  La seconda ragione ha origine da due esperienze dirette vissute in Spagna che, seppur differenti, portano al raggiungimento di un medesimo risultato: l’acquisizione di una o più competenze, lavorando in modo divertente con i compagni.

L’approccio ludico allo studio crea un ambiente di apprendimento rilassante, motivante e allo stesso tempo piacevole. In tale clima, lo studio della lingua avviene seguendo un percorso naturale di scoperta che coinvolge la personalità del discente in maniera totale (le emozioni, la sfera affettiva, le capacità cognitive e quelle relazionali).

Sappiamo infatti che «sottoposto a situazioni che creano stress e ansia, il cervello innalza il filtro affettivo, ovvero una sorta di barriera che non permette l'acquisizione duratura ma soltanto l'apprendimento momentaneo. È necessario, quindi, ricercare e creare percorsi didattici capaci di ridurre e di eliminare le resistenze psico-affettive dell'apprendente. Il gioco e la ludicità rispondono bene a tale scopo perché giocare fa abbassare i livelli di ansia creando così le condizioni favorevoli perché lo studente apprenda» (Lombardo, 2006).

L'articolo completo in italiano è disponibile in allegato per gli abbonati.


Autrice: Fabiola Gemma Capaldi. Laureata in Lingue straniere per l’Impresa e la Cooperazione Internazionale, ha lavorato come lettrice d’italiano presso la EOI (Escuela Oficial de Idiomas) di Puertollano, in Spagna, e presso l’Universidad de Castilla La Mancha di Ciudad Real. Ha conseguito divese specializzazioni linguistiche e didattiche. Dal 2017 è insegnante di lingua spagnola presso scuole secondarie di II grado a Milano.


copyright © Educare.it - Anno XXI, N. 7, Luglio 2021

 

 

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