- Categoria: Pedagogia del quotidiano
- Scritto da Lucia Filetti
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L'adolescenza, tra crisi e compiti evolutivi
L’adolescenza, dal latino “adolescere” che significa “crescere”, è la fase della vita durante la quale l’individuo conquista le abilità e le competenze necessarie ad assumersi le responsabilità relative al futuro stato di adulto. Questo periodo di transizione dallo stato di bambino a quello di giovane adulto è caratterizzato da interrogativi e dubbi nonché da rapidi e consistenti cambiamenti che causano una fase di disequilibrio in cui tutto viene rimesso in discussione.
Senza dubbio il concetto di adolescenza ha subìto numerosi cambiamenti nel corso degli anni, sia grazie ai sempre più numerosi studi sull’argomento, sia a causa dei cambiamenti socioculturali della nostra realtà. L’allungamento cronologico dell’adolescenza e i confini poco chiari che riguardano l’inizio e la fine di questa fase della vita sono un indice significativo delle difficoltà che spesso si incontrano nell’argomentare tale concetto. Parlare di “crisi adolescenziale” pone dei problemi, in quanto, se in passato tale periodo era circoscritto, oggi questa fase di vita tende a configurarsi come un periodo dilatato e diffuso.
L’adolescenza è un periodo in cui si presentano dei profondi cambiamenti biologici, psichici e sociali. Assistiamo, infatti, in questo periodo, a delle trasformazioni corporee, anatomiche e fisiologiche e ad un ampliamento delle capacità cognitive. L’adolescente si trova impegnato ad affrontare diversi compiti evolutivi: l’accettazione del proprio corpo in mutazione, l’acquisizione di un’identità personale unica e definita, il consolidamento di un’identità sessuale e di genere, ovvero la convinzione stabile di appartenere all’uno o all’altro sesso e di identificarvisi, le relazioni con i coetanei e lo sviluppo di una identità sociale, la formazione di sistemi motivazionali, valori e progettualità futura. Tutti questi cambiamenti, se da un lato incitano l’adolescente ad elaborare un nuovo statuto del corpo, dell’identità e del mondo, dall’altro portano con se’ un sentimento perturbante (Freud, S., 1905) rispetto alle precedenti sicurezze del periodo infantile.
Secondo Winnicott (1965) «L’adolescenza è una scoperta personale durante la quale ogni soggetto è impegnato in una esperienza: quella di vivere; in un problema: quello di esistere». In tale prospettiva emergono con forza i temi della perdita e del lutto da elaborare. Il distacco dall’autorità genitoriale ed il senso di de-idealizzazione delle figure di riferimento, fanno vivere all’adolescente la perdita di quel legame protettivo, di dipendenza, nel quale poteva in ogni momento rifugiarsi da bambino. Il processo di separazione-individuazione richiede all’adolescente la capacità di superare il distacco dalla propria immagine infantile, attraversando una vera e propria fase di “elaborazione del lutto”.
L’adolescente, in questo processo di cambiamento, attraversa diversi lutti: lutto dei genitori, idealizzati nell’infanzia; lutto del corpo infantile che cambia e non tornerà più come prima; lutto della propria identità e del proprio ruolo nel mondo (Waddell, 2000).
Tra felicità ed infelicità
Gli adolescenti sono stati descritti come «una moltitudine felice-infelice compresa tra la “instabilità” del periodo di latenza e lo “stabilirsi” nella vita adulta» (Meltzer, 1973).
Tutti i mutamenti, tutti gli accadimenti, tutte le devianze che gravitano intorno al termine “crisi adolescenziale” vanno visti come l’emergere della ri-posizione di un soggetto uscito dall’età infantile. In tutte le società il passaggio dalla famiglia al mondo esterno, dalla caduta dell’onnipotenza e della dipendenza infantile all’assunzione di una responsabilità, intesa come capacità di una iniziativa sempre più vasta, è considerato come una fase molto complessa. Un periodo più o meno lungo di solitudine in cui affrontare le vicende della propria vita e della propria pulsionalità, in relazione al sociale sino all’assunzione di un ruolo adulto. Una delle imprese principali dell’adolescente consiste nel crearsi una mente propria, una mente che da una parte affonda le sue radici nei modelli familiari e dall’altra ne prende le distanze. La lotta per la separazione, che è fondamentale per consolidare la capacità di trovare una propria individualità, consente agli adolescenti di definire in modo più chiaro il proprio senso di sé nel mondo. Si tratta di dinamiche complesse che portano alla messa in atto di massicci meccanismi introiettivi e proiettivi. L’adolescente infatti è chiamato ad abbandonare figure esterne di dipendenza e di attaccamento per introiettarle ed instaurare una loro versione interna come figure che inspirano ed incoraggiano lo sviluppo e l’autonomia.
Questo processo porta con sé una gamma vasta di modalità diverse di elaborazione della confusione e dei conflitti. Spesso l’adolescente tende ad espellere il dolore invece di contenerlo, a mettere in scena ed agire i conflitti interni piuttosto che tentare di risolverli. La sostituzione del pensiero con l’azione, consente al giovane di sottrarsi a qualsiasi tipo di confronto con i propri sentimenti ed emozioni; in tal modo egli evita il conflitto interno e protegge il sé da stati mentali percepiti come eccessivamente confusivi e logoranti. Un altro modo per evadere dall’agitazione di questi anni è servirsi dell’intelligenza, mostrandosi pseudomaturi, per difendersi dal pensare e per sottrarsi al rischio di essere turbati dalla propria realtà emotiva (Waddell, 1994). L'adolescenza è così concepita come un momento centrale del processo che conduce all'autonomia ed all'autosufficienza, durante il quale l'integrazione delle immagini contraddittorie di sé e dell'altro permettono il raggiungimento di una fase di costanza del Sé (Waddell, 1994).
Bibliografia
- Freud, S. (1905), Tre saggi sulla teoria sessuale. Opere, vol. 4. Boringhieri, Torino.
- Waddell M. (1994), La valutazione degli adolescenti. Il problema di cominciare a poter pensare. In: A.A., Un buon incontro. Astrolabio.
- Waddell, M. (2000). Mondi interni. Psicoanalisi e sviluppo della personalità. Mondadori: Roma.
- Meltzen, D. (1973). Stati sessuali della mente, Armando, Roma 1975
- Winnicott D. (1965), Sviluppo affettivo e ambiente. Armando Editore.
Autrice: Lucia Filetti, psicologa -
copyright © Educare.it - Anno XXI, N. 4, Aprile 2021