- Categoria: Esperienze a scuola
- Scritto da Benedetta Toni
Storytelling nella scuola dell'infanzia per imparare le lingue straniere
Le esperienze e le riflessioni su un laboratorio di storytelling nella scuola dell’infanzia della Scuola per l’Europa di Parma offrono proposte e indicazioni per alcuni aspetti trasferibili, replicabili e condivisibili. Il racconto viene mediato attraverso la lettura ad alta voce che mette in risalto la musicalità della lingua madre e delle lingue straniere ed è fondamentale per l’acquisizione di vocabolario. In accordo con le indicazioni curricolari europee ed italiane l’ambiente plurilingue va valorizzato fin dall’infanzia, ferma restando la promozione della padronanza della lingua materna. La consapevolezza linguistica viene promossa attraverso metodologie olistiche e di ricerca. Gli atelier artistici sono luoghi del fare e del pensare, gli alunni partecipano a diversi laboratori e si interrogano, dialogano, discutono, interagiscono. Le narrazioni e la bellezza dell’arte sono scenari unici per coltivare la creatività.
Una fiaba popolare e la musicalità delle lingue
Come direttrice aggiunta mi è capitato più volte di osservare/valutare lezioni sullo storytelling e sulla lettura ad alta voce di libri con immagini nelle diverse lingue, sia nella scuola dell’infanzia, sia nella scuola primaria. Tra i progetti più significativi del corrente anno scolastico ho trovato degno di nota un laboratorio documentato nella sezione francese sul tema dell’inverno. L’esperienza rientrante nel progetto Winter in Nursery riguardava l’apprendimento di vocabolario in lingua francese nella stagione invernale. Centrale è stata la lettura ad alta voce e la comprensione di una storia per bambini: La moufle di Florence Desnouveaux, illustrata da Cécile Hudrisier. La storia, tratta da una fiaba popolare ucraina, è un racconto che affronta i temi della gentilezza e dell’accoglienza.
Il laboratorio di storytelling è stato proposto anche sulla base della storia The mitten nella versione tradotta in inglese da Claire Brown e ne verrà indicato successivamente uno sviluppo nella sezione italiana con il racconto illustrato La muffola rossa di Francesca Pirrone. Nelle versioni francese e inglese vi sono cinque personaggi rappresentati da animali che cercano di ripararsi dal freddo all’interno di un guanto rosso: in successione un topolino, una lepre, una volpe, un cinghiale ed infine un orso. Dal punto di vista linguistico è evidente la musicalità con cui questo testo è stato scritto e tradotto. Vi è un ritornello/refrain ripetuto e che crea suspence “It’s my lucky day! A wollen house! Anybody there?”. Vi sono suoni ritmici per identificare i passi e le andature dei diversi animali: “scrrrunch, scrrrunch, scrrrunch”. Ogni personaggio ha un timbro diverso: dalla voce sottile del topolino alla voce profonda del grande orso. Vi sono parole chiave ripetute nelle esclamative “Soft and cosy!.. Nice and cosy!…Warm and cosy!” La metrica e il ritmo favoriscono una dinamica in crescendo ed anche espressivamente ironica con l’arrivo dell’orso, troppo grande per il guanto. L’esperienza è musicale, ritmica e cinestetica. Vi è inoltre la possibilità di giocare con i suoni e con le espressioni: “Mmmm!...Ahhh!... e le onomatopee: “crr…crrrr…crrrrr…crrrrrr”.
L’esperienza della musicalità del linguaggio non è solo di piacere sensoriale, ma attiva anche una molteplicità di intelligenze (Heald 2008). Nella versione italiana ci sono alcuni personaggi in più: la rana, la civetta e la formichina. La musicalità del racconto è sempre valorizzata da un testo simile a quello francese e a quello inglese e da illustrazioni vivide e piene di umanità.
L’acquisizione di lessico a tre livelli
La storia The mitten è uno scrigno di vocaboli per gli alunni della scuola dell’infanzia. È necessario partire da una conoscenza pregressa, schema o background knowledge, che in questo caso è il lessico relativo all’inverno: la neve, il ghiaccio, gli animali che vanno in letargo, i vestiti delle persone per ripararsi dal freddo, le impronte degli animali e le loro andature nella neve. La modalità che è stata utilizzata dalle docenti della sezione francese è un’attività di brainstorming. Poi vi è un apprendimento di vocabolario a tre livelli: il primo livello comprende parole base che gli alunni sicuramente conoscono e che non hanno bisogno di insegnamento diretto: i vocaboli relativi ad alcuni animali sono conosciuti nelle diverse lingue, ad esempio in lingua inglese: mouse, fox and bear sono termini e personaggi che si ritrovano in molteplici storie per bambini. Più rari invece sono gli altri animali: hare and boar. Così anche il termine mitten, manopola o guanto a sacco, con il solo dito pollice indipendente, di lana, di pelle d’agnello rivestita internamente di pelo e simili, adatte specialmente per attività sportive in montagna.
Vi è un poi un lessico di secondo tipo che sottolinea e definisce in maniera più specifica un linguaggio più semplice: ad esempio l’espressione I’m frozen piuttosto di quella I’m so cold, l’aggettivo cosy piuttosto che l’aggettivo warm, l’espressione ripetuta sigh together invece di suspire. Vi è infine un lessico di terzo tipo, che si presenta con rara frequenza, spesso riguarda il lessico delle discipline ad esempio scientifiche e che ha bisogno di spiegazioni a parte. La nostra storia è ricca di lessico di primo e secondo tipo.
La lettura ad alta voce condivisa e la qualità dell’interazione
La lettura ad alta voce è sicuramente la migliore modalità per veicolare contenuti linguistici, ma allo stesso tempo attraverso la lettura dialogata vi è un coinvolgimento critico ed emotivo significativo. È importante considerare tutte le tecniche di comunicazione non verbale come i commenti, le spiegazioni e le domande che promuovono un coinvolgimento attivo dei bambini (Kinsner & Parlakian 2021). La scelta di testi di qualità, con tematiche ad ampio raggio, ricchezza di lessico e di trama, personaggi dinamici quanto le persone reali e illustrazioni connesse ai significati è essenziale per lo sviluppo di discussioni interattive (Hoffman et al. 2015).
È importante creare un luogo intimo, ad esempio un angolo silenzioso, con un pavimento morbido (tappeto). Con i bambini più piccoli è opportuno avere alcuni accorgimenti: ripetere ciò che i bambini dicono, spiegare e proporre un arricchimento del lessico, aggiungere informazioni, collegarsi alle esperienze di vita dei bambini, sottolineare le differenze, fermarsi quando una frase viene ripetuta per facilitare la memorizzazione, chiedere cosa è successo e interrogarsi insieme ai bambini su cosa potrà accadere successivamente, fare domande sulle illustrazioni (Kinsner & Parlakian 2021).
Si possono fare domande con risposte aperte e che danno l’opportunità di pensare, si possono far notare ai bambini l’inglese nella stampa, la punteggiatura, gli spazi, il carattere, il colore per evidenziare le voci dei personaggi e quella del narratore. Si può lavorare sulla consapevolezza dei fonemi, sulle rime, le assonanze e le consonanze e soprattutto sulla fluency. Il ritmo, l’inflessione, le pause, l’intonazione e l’espressione facilitano la comprensione (Dollins 2014). Si può esplicitare il vocabolario attraverso semplici definizioni, con sinonimi, con gesti, con perifrasi, con vocabulary cards.
Già partendo dalla copertina si possono sollecitare previsioni ed anche dalla seconda di copertina si può parlare degli autori e della casa editrice, si possono creare attività in cui si fornisce un feedback ad uno specifico contenuto, in cui si riassume la storia fino al momento in cui si è arrivati, in cui si invitano i bambini a fare confronti, a pensare, a ragionare, a fare inferenze. Bisogna essere sensibili ai pensieri e ai sentimenti dei bambini nell’approcciarsi al racconto, si possono utilizzare affermazioni e un linguaggio positivo per incoraggiarli nell’apprendimento cognitivo ed esperienziale (Horst et al. 2019).
I raccordi con il curriculum delle Scuole Europee
L’esperienza di story-telling svolta presso la Scuola per l’Europa di Parma ha raccordi espliciti con il curriculum delle Scuole Europee, Early Education Curriculum, che prevede fra l’altro principi didattici generali in parte compresi anche nelle Indicazioni Nazionali per il curricolo della Scuola dell’Infanzia. Fra le metodologie si parla sia di approccio olistico sia di apprendimento attivo. Il coinvolgimento attivo ed interattivo degli alunni in attività didattiche significative e nelle quali si apprende in modi molteplici ed integrati è evidente nelle narrazioni e comprensioni di albi illustrati nelle diverse sezioni. Dopo la lettura ad alta voce vi sono sempre attività creative di drammatizzazione, creazione di personaggi ed elementi con diversi materiali per sperimentare, interiorizzare e trasferire contenuti e competenze. L’apprendimento deve essere entusiasmante, divertente e creativo ma allo stesso tempo è necessario fornire strumenti critici, esperienze di problem solving, occasioni di ricerca. La trama alla fine divertente di The mitten porta anche a riflettere sull’importanza per gli animali di avere una casa, di poter avere un luogo per ripararsi dal freddo, invita ad essere accoglienti e solidali con gli altri.
Nel curricolo delle Scuole europee si insiste sulla consapevolezza della lingua materna, ma anche sul contatto con le altre lingue in un’ottica di un apprendimento plurilingue. La consapevolezza linguistica e lo sviluppo di diversi repertori linguistici sono viste come risorse per l’apertura ad altre lingue e culture, per lo sviluppo di una maggiore creatività e pensiero, per la promozione della sensibilità a diversi modi di comunicare, per favorire concentrazione, memoria e pensiero logico.
L’esperienza di storytelling è un laboratorio nato nella sezione francese e che viene replicato nelle altre due sezioni inglese e italiana in quanto significativo sia dal punto di vista linguistico che culturale. Pensiamo di utilizzare questa storia anche in attività di intersezione linguistica e di continuità verticale e orizzontale per favorire il contatto e il confronto fra le lingue, l’esplorazione di nuovi suoni, la consapevolezza di approcci cinestetici: acquisizione del ritmo e della melodia delle lingue anche attraverso l’utilizzo della voce, del corpo e del movimento. La pratica di suoni linguistici, del ritmo, dell’intonazione e della fonetica rende l’alunno sicuro, autonomo, maggiormente consapevole, curioso ed esperto nella comunicazione e nell’interazione. La qualità dell’ambiente ha un impatto fondamentale sull’apprendimento. Un ambiente favorevole è interattivo, stimolante e sicuro, ispira curiosità e scoperta, è ricco di spazi per l’apprendimento, di materiali adatti ai bisogni degli alunni e promuove anche l’accesso ai media e alle tecnologie della comunicazione e dell’informazione. L’atmosfera è di scoperta, ricerca, collaborazione e discussione e allo stesso tempo motivante, stimolante e gioiosa. In tutte queste attività gli alunni hanno partecipato con grande entusiasmo, energia e passione.
Le Indicazioni Nazionali per il curricolo della Scuola dell’Infanzia
Le connessioni con le Indicazioni Nazionali per il curricolo della Scuola dell’Infanzia sono plurime. Si insiste sull’importanza del gioco ed in particolare su quello simbolico come forma di espressione e di rielaborazione personale. Sia la maestra che gli alunni giocano a fare i personaggi attraverso la timbrica delle voci, costruendo le marionette e il guanto e drammatizzando la storia. Lo spazio per l’apprendimento deve essere “un luogo funzionale ed invitante”. Vi è una grande ricerca nella cura degli angoli, delle stazioni di apprendimento per i diversi atelier, dell’angolo intimo e avvolgente per la lettura, dell’uso di materiali che siano vari e che possono suscitare stupore e creatività e amplificare la conoscenza. La competenza da acquisire attraverso i vari campi di esperienza va intesa in “modo globale e unitario”. Nel campo di esperienza Immagini, Suoni e Colori si parla di un’interazione di qualità ed estetica con la cultura dei linguaggi artistici: l’arte, la musica e i media. I bambini sono affascinati dai colori e dai personaggi delle storie, dalla musicalità dei suoni e dalla rappresentazione grafico-pittorica-manipolativa-creativo-teatrale di elementi chiave della storia. Nel campo di esperienza I discorsi e le parole si parla della “priorità della lingua materna per la costruzione dell’identità del bambino”, ma anche dell’importanza della “familiarizzazione con una seconda lingua in situazioni naturali”. Si sottolinea inoltre come la lingua possa essere strumento di cultura e come l’apprendimento del codice linguistico possa contribuire allo sviluppo del pensiero logico e creativo. Nel campo di esperienza La conoscenza del mondo i bambini esplorano la realtà e imparano a rappresentare, imparano a fare domande. “Gli organismi animali possono suggerire “un modello vivente” per capire i processi più elementari e la varietà di modi di vivere”.
Le conversazioni educative negli atelier artistici
Negli atelier artistici di rielaborazione e interiorizzazione creativa delle lingue si possono sviluppare domande più semplici collegate alla memorizzazione e alla ricapitolazione della storia, ma anche domande più elaborate che aiutano a pensare. Janis Strasser partendo dalla Tassonomia di Bloom ha osservato che si può partire da domande che riguardano la ripetizione, la descrizione e il riassunto, a domande più impegnative che riguardano la drammatizzazione, l’inferenza, la valutazione e la creazione. Vengono proposti come follow up della storia The mitten quattro atelier artistici che riguardano la costruzione di un guanto di stoffa e la relativa decorazione, la costruzione delle marionette che caratterizzano i personaggi, la drammatizzazione vocale individuale della storia con gli elementi creati dagli stessi bambini davanti alla classe, la creazione di caschi colorati di carta, la pittura e la decorazione degli stessi e il travestimento di tutti i bambini come personaggi della storia.
Per la costruzione del guanto si possono utilizzare materiali diversi e di diversi colori e si può far riflettere i bambini con alcuni quesiti collegati ai diversi obiettivi della Tassonomia di Bloom. Per l’obiettivo ricordare “Come descrivete la forma del guanto della storia? Sono raffigurate tutte le dita o un solo dito? Di che colore è il guanto nella storia?” “Come descrivete i personaggi della storia? Chi sono? Quanti sono? Da quali colori sono rappresentati?” Per l’obiettivo comprendere “Come vi sembrano i materiali che stiamo per usare? Lisci, ruvidi, morbidi? Dopo la realizzazione della sagoma come andremo ad attaccare le varie parti del guanto?” “Come potremo realizzare le marionette? Con quali materiali?” “Come potremo realizzare i caschi colorati? Con quali materiali?” Per l’obiettivo applicare “Vi è mai capitato di vedere uno spettacolo di burattini?” “Come si potrebbe far interagire il guanto con le marionette per drammatizzare la storia? Cosa rappresenta il guanto per le marionette?” Per l’obiettivo analizzare “Confrontando tra di voi i vostri guanti, sono di colori diversi? Sono state usate stoffe diverse? Avete realizzato motivi decorativi diversi?” Per l’obiettivo valutare “Vi siete divertiti di più a realizzare il guanto o le marionette?” “Quali sono i caschi colorati che vi piacciono maggiormente? Per quale motivo?” Per l’obiettivo creare “Quale lavoro artistico vorreste usare come copertina dell’area storytelling dedicata a questa storia nel portfolio?”
Creare opportunità per coltivare la creatività
Le narrazioni dei bambini attraverso l’arte, la drammatizzazione, la creazione di manufatti artistici sono opportunità uniche per coltivare la creatività. La creatività si esplica nello sviluppo di idee originali, nella flessibilità e nella capacità di cambiare direzione, nella generazione di diverse possibili soluzioni di un problema, nella elaborazione ed espansione delle idee. I bambini attraverso narrazioni interessanti e la bellezza dell’arte acquisiscono competenze creative e fra queste le attitudini di senso elevato: design, storia, sinfonia, empatia, gioco, significato (Pink 2006). Il pensiero creativo dei bambini si rende visibile attraverso un’osservazione attenta e una descrizione da parte del docente. Altre modalità per comprendere il percorso creativo sono l’interrogare/interrogarsi, l’ascolto attivo e la documentazione. Il progetto proposto è ricco di spunti per le domande sul racconto, sulla comprensione, sulla rielaborazione. L’ascolto attivo da parte del docente è un atteggiamento positivo che è parte integrante di tutte le fasi del laboratorio ed è un modello per gli alunni per incutere i valori di rispetto e fiducia verso i pari.
La documentazione del progetto è un arricchimento per i bambini, per i docenti e per le famiglie, è un’attività di collezione e condivisione (Isbell & Yoshizawa 2016). La documentazione cattura i processi di pensiero degli alunni attraverso foto, cartelloni e video e nel nostro caso grazie alla piattaforma Genially è una sintesi sinfonica, interdisciplinare e interattiva del percorso. I docenti possono supportare il processo creativo in diversi modi: coltivando l’entusiasmo, il divertimento, la bellezza e la meraviglia come i bambini, essendo aperti alle nuove esperienze e alle sfide, incoraggiando l’attitudine ludica, leggendo testi su personalità creative e sulle loro ispirazioni e sperimentazioni, crescendo professionalmente attraverso lo studio, la formazione e la collaborazione con i colleghi (Isbell & Yoshizawa 2016).
Concludendo, l’esperienza è stata motivante e il progetto è altamente replicabile nel contesto europeo perché utilizza materiale multilingue ed è in linea con la metodologia Project based Learning ampiamente utilizzata nelle Scuole europee. Può inoltre essere replicato anche nel contesto italiano per l'apprendimento della lingua madre o per un primo contatto con una lingua straniera, in particolare l'inglese. La cura dell'ambiente educativo, della scelta raffinata dei materiali, del teatro come forma espressiva per l'interiorizzazione linguistica, del valore dell'arte e della documentazione digitale sono tratti tipici di esperienze educative realizzabili sia nel sistema scolastico delle Scuole europee sia nel sistema scolastico italiano.
Riferimenti bibliografici
- Alanis, I., Arreguín, M., González, I. (2021), The Essentials: Supporting Dual Language Learners in Diverse Environments in Preschool and Kindergarten. National Association for the Education of Young Children.
- Dollins C. (2014), Expanding the Power of Read-Alouds. Young Children 69, no. 3: 8–13.
- Early Education Curriculum (2022), Office of the Secretary-General. Pedagogical Development Unit. Heald R. (2008), Musicality in the Language of Picture Books. Children’s Literature in Education, 39(3), 227–235.
- Hoffman J., Teale W. H., Yokota J. (2015), The book matters! Choosing narrative children’s literature to support read aloud discussion of complex texts in the early grades. Young Children 70, no. 4: 8–15.
- Horst K. M., Stewart L. H., True S. (2019), Joyful Learning with Stories. Young Children, 74, 14-21.
- Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo d’istruzione (DM 16 novembre 2012, n. 254).
- Isbell, R., Yoshizawa, S. A., Nurturing creativity: An essential mindset for young children’s learning (2016), The National Association for the Education of Young Children.
- Kinsner K., Parlakian R. (2021), Reading Aloud with Infants and Toddlers. Young Children 76, no. 3: 90-93.
- Pink, D. H. (2006), A whole new mind: why right-brainers will rule the future. 1st Riverhead books pbk. ed. New York,
- Riverhead Books. Salinas-González, I., Arreguín-Anderson, M., & Alanís, I. (2018), Supporting language: Culturally rich dramatic play. Teaching Young Children 11(2), 4-6.
- Strasser J., Bresson L. M. (2017), Big Questions for Young Minds: Extending Children’s Thinking. Washington, DC: National Association for the Education of Young Children.
- Strasser, J. (2018), Conversations with Children! Questions that Spark Conversations and Deepen Understanding. Teaching Young Children. 11 (4).
Autrice: Benedetta Toni, Direttrice aggiunta della Scuola per l’Europa di Parma e Professoressa a contratto presso il Dipartimento di Scienze Dell'Educazione “Giovanni Maria Bertin” - Università di Bologna. Ha pubblicato diversi articoli articoli e saggi sulla didattica nella scuola dell’infanzia e primaria.
copyright © Educare.it - Anno XXIV, N. 4, aprile 2024