Educare.it - Rivista open access sui temi dell'educazione - Anno XXIV, n. 9 - Settembre 2024

Regressione e aggressività

bimbo si arrabbiaMio figlio a partire dai 2 anni e mezzo di età ha manifestato comportamenti anomali e non in linea con quanto manifestato fino ad ora rispetto alla socialità.Ora ha 3 anni e mezzo.Dall'essere socievole e con grande ricerca dei bambini (mi sorprendevo del fatto che cercasse e andasse lui da loro) ha iniziato a manifestare comportamenti molto aggressivi e asociali. Questo periodo ha paradossalmente coinciso con l'esplosione del linguaggio ma anche con il cambio di asilo (ad agosto le prime reazioni, a settembre il cambio). Lui, socievole e solare, ha iniziato ad urlare a qualsiasi persona incontrasse e a picchiare chiunque, adulti e bambini. Ha perso ogni socialità manifestando spesso disagio in compagnia dei bambini: basti pensare che prima offriva i suoi giocattoli ora si rifiuta di stare con gli altri.

Premetto che siamo seguiti da una neuropsicomotricista da 2 anni (ha camminato tardi) e da una logopedista. Il disegno è assolutamente alla fase scarabocchio (quando si mette a fare qualcosa, forse 1 volta al mese) non è in grado di manipolare, è schizzinoso e non gioca con nulla se non con le macchinine. A casa è estremamente oppositivo, manipolatore, cerca di ottenere quello che vuole; non disdegna giochi di movimento, è uno scalatore sui gonfiabili pur manifestando ancora goffaggine (fatica a salire e scendere le scale).

Al nido sottolineavano la difficoltà nell'autonomia del bagno; tende a distrarsi e alla prevalenza del leggere manifestava attenzione nell'ascolto, ma a casa interpreta i libri con interesse poiché ha sviluppato molta memoria . L' opposizione è estrema a casa, ma anche al nido notavano una certa rigidità nei momenti di gruppo: si rifiutava di giocare, pur accettando con leggero favore l'interazione diadica. Ha un'interpretazione della realtà estremamente negativa: tutti, dal signore che passa per strada al bambino che corre a metri da lui sono arrabbiati, e anzi tende, nel momento in cui gli diciamo di comportarsi bene, ad anticipare le conseguenze: «altrimenti il bambino si arrabbia e mi urla». La neuropsicomotricista parla di cause comportamentali da correggere, io non so più cosa fare.

Gentile signora
ho letto con partecipazione la descrizione del suo bambino, cercando di trovare il bandolo di una matassa che appare complicata. Se ho ben compreso, il suo bambino manifesta un ritardo psicomotorio, cioè non riesce ad usare il corpo come i suoi coetanei (anche se non disdegna le attività di movimento), mentre dal punto di vista cognitivo e relazionale invece non aveva manifestato difficoltà fino ad un anno fa. Poi è successo qualcosa. Lei scrive di un cambio di asilo, che è un'ipotesi da considerare ma non ci fornisce elementi per approfondirla: il cambio ha riguardato solo l'ambiente o anche le sue routine? Ad esempio, deve alzarsi prima, fare in fretta per arrivare nella nuova scuola? Le maestre che lo accolgono cosa osservano? Che rapporto ha con loro? Che cosa lo disturba e che cosa lo rassicura? E' successo qualcos'altro nella vostra vita familiare che ha interrotto l'equilibrio precedente? Quali altri adulti sono presenti nella sua vita, quali sono venuti meno? Questi elementi potrebbero aiutare a comprendere meglio la situazione.

Una diversa chiave di lettura è suggerita dal titolo della sua richiesta. Per moltissimi bambini lo sviluppo delle diverse competenze non segue un percorso lineare, le regressioni sono comuni quando, per esempio, si cresce in un ambito e si torna indietro in un altro. Sarebbe interessante capire dove sta crescendo il suo bambino mentre manifesta quelle difficoltà che descrive.

Se queste ipotesi non fossero sufficienti, suggerisco il confronto con uno psicologo infantile capace di esplorare eventuali cause più profonde. Le auguro di trovare presto una via di miglioramento.

copyright © Educare.it - Anno XXIII, N. 4, Aprile 2023